Il blog non è uno strumento digitale adatto a tutti e, a seconda dei casi, può anche non essere contemplabile in una strategia di comunicazione.
Sì, esistono valide ragioni per non avere un blog. Non è che voglia convincerti a non aprire un blog personale o aziendale. Più che altro, mi piacerebbe invitarti a riflettere attentamente prima di cimentarti nell’impresa.
Nella comunicazione digitale si procede per strategie e obiettivi, naturalmente. Questo vuol dire che un blog deve avere una sua ragion d’essere.
Così come è giusto valutare se aprire o non aprire un account su un social network, così è da considerare se iniziare o meno a scrivere un blog personale o aziendale.
Il discorso, dunque, è valido per singoli individui, per professionisti, per le realtà aziendali più complesse. Anche l’apertura di un blog personale con minime ambizioni deve davvero valere la pena, se non vuoi cantartela e suonartela da solo.
Ah, piccola premessa: qui i blog personali su Instagram non sono contemplati e al riguardo mi sono espressa in questo articolo, qualche tempo fa.
Blog personale: è così necessario averlo?
Ho perso il conto, ma quanti blog esistono in rete? Centinaia di migliaia, forse. Il mantra, dunque, resta sempre lo stesso: emergere è difficile, hai da lavorare parecchio.
Eppure un blog ben gestito può dare anche molte soddisfazioni. Se riesci a ottenere un buon posizionamento su Google per le parole chiave scelte, a ritagliarti una fetta di popolarità, puoi goderti lo scambio di opinioni con una community attiva e i frutti di collaborazioni lavorative.
Ma allora è tutto semplice e bello? Purtroppo non è così. Premesso che tutto quello che fai, se vuoi farlo come si deve, richiede studio e pazienza, non è che getti online quattro articoli e raccogli i frutti del blog.
Ti dirò di più: il blog potrebbe anche essere il mezzo meno adatto per la tua presenza online.
Come stanno le cose, allora?
Non tutti necessitano di un blog
Si può essere online senza un blog. Voglio dire che esistono casi in cui il blog è più necessario che in altre situazioni.
Faccio un esempio a partire dalla mia situazione. Il blog che stai leggendo possiede tre sezioni distinte: Viaggi, Libri e Comunicazione. Era necessario trattare di tre tematiche? Ai miei occhi, sì, ma per quelli che sono i miei obiettivi professionali – e i miei interessi personali.
Ad esempio, se tu volessi soltanto condividere esperienze di viaggio, se per te essere letto dagli utenti di Google non fosse una priorità, allora non saresti tenuto a creare un blog. Ti consiglierei di sfruttare le potenzialità di Instagram e Pinterest, prima di tutto. Al contrario, se tu fossi il proprietario di un agriturismo o di un hotel ti consiglierei di integrare il blog nel tuo sito web, per diverse ragioni.
E se tu fossi un artista? È lo stesso: ti suggerirei di sfruttare le potenzialità dei social network e creare un sito web vetrina. Avere il blog avrebbe senso solo se tu volessi creare una sorta di “rivista” tematica, ma non sarebbe il canale privilegiato per intercettare il tuo pubblico.
Ragion per cui, prima di gettarti a capofitto nella faccenda, dai una risposta a questa domanda: il blog è davvero la via diretta per portare le persone a me?
È inutile aprire un blog se non si hanno argomenti da trattare
I contenuti di un blog sono articoli che informano, descrivono, raccontano qualcosa in forma estesa.
Attraverso di essi sviluppi a largo respiro un tema ( o una molteplicità di temi), andando via via approfondendo.
I blog post non sono fruibili mordi e fuggi come i post di Instagram o le coreografie di TikTok. Essi sono destinati a un pubblico che vuole, grossomodo:
- ottenere informazioni specifiche in modo rapido (dove mangiare a Praga, le spiagge più belle del Salento, ecc);
- capire come si fa qualcosa (come preparare una cheescake, come utilizzare gli hashtag su Instagram, ecc);
- approfondire un argomento di interesse (perché il blog deve seguire un piano editoriale, quali sono i migliori tool per la ricerca delle parole chiave, ecc).
Insomma, il lettore di blog post si sofferma di più, non molla solo un cuoricino e va via. Ecco che arriviamo al nodo cruciale della faccenda: se non hai idee da sviluppare con costanza, nel tempo, andando via via a sviscerare il tema scelto, allora lascia perdere il blog.
Dai la risposta alla domanda: ho materiale a sufficienza per soddisfare le esigenze e rispondere alle domande dei lettori?
Gestire un blog richiede un investimento di tempo e denaro
A questo punto dovrebbe essere chiaro che la gestione di un blog richiede un bel po’ di impegno. Lo ripeto, non dovrebbe essere necessario, ma anche gestire al meglio i propri profili social vuole il suo tempo.
Ma per un blog che funzioni bisogna investire molte più risorse, tanto in termini di tempo quanto di denaro. Basti pensare, molto banalmente, all’acquisto del servizio di hosting, del dominio e, nel caso, dei tool per monitorare l’andamento del sito web. Non parliamo di cifre esorbitanti, ma nemmeno di un costo pari a 0.
I risultati più significativi arrivano dopo mesi e mesi di lavoro, ma ciò non vuol dire che tu sia protetto dai “capricci” di Google: in un baleno, potresti perdere posizioni e saresti costretto a rivedere le cose.
Se manca la motivazione, la gestione di un blog può diventare una bella faticaccia. Ecco perché deve valere la pena averne uno. Per (ri)dirla in termini più tecnici, nelle tue previsioni il blog deve essere uno strumento efficace per il perseguimento dei tuoi obiettivi.
Se i tuoi obiettivi sono raggiungibili con maggiore efficacia attraverso la pagina Facebook – per esempio -, allora concentra le tue energie su Facebook. Invece, se raggiungi i tuoi scopi attraverso il blog, allora non disperdere la tua attenzione, ma investi nella pubblicazione di articoli.
La domanda a cui devi rispondere, la PRIMA domanda a cui devi fare una risposta è la seguente: ho definito uno scopo e una strategia per raggiungerlo?
A presto,
Bruna Athen