Il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon e Gaiola è uno dei luoghi più belli di Napoli. Si trova nel cuore di Posillipo, quartiere storico della città. È un sito che costituisce un complesso tanto archeologico quanto ambientale, perché comprende le baie e anche i fondali marittimi dell’area protetta, piccola e preziosa.
Il Parco Archeologico del Pausilypon
Il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon
Il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon e Gaiola ha quel fascino risiede nell’antichità del sito, il cui impianto originario è romano. Ma c’è quel di più che è determinato dal contesto ambientale. Il parco si estende sulle alte scogliere di tufo giallo napoletano, comprese tra il Parco Virgiliano, la Baia di Trentaremi e Marechiaro.
Il Parco sommerso della Gaiola occupa di fatto quello che è stato il cratere del vulcano Coroglio. E i resti della villa romana di cui ti parlerò a breve sono in parte sommersi, a causa del bradisismo.
La Grotta di Seiano
A Napoli, e negli immediati dintorni, di grotte ce ne sono tante. Non sono vere grotte, cioè cavità naturali che si sono formate nella roccia. Sono gallerie scavate dall’uomo. Una delle più famose si trova nel Parco Archeologico di Cuma ed è meglio conosciuta come Antro della Sibilla. L’altra si trova nel Parco Vergiliano a Piedigrotta.
Ma la Grotta di Seiano è un’opera ben più imponente dell’antro sibillino. Lunga più di 700 metri, la galleria è stata creata dai Romani per creare un collegamento via terra tra l’area posillipina e i Campi Flegrei. A dispetto del nome, che si riferisce a un funzionario di età tiberiana, la galleria è più antica e risale ai primi tempi dell’età imperiale di Roma.
La lunga galleria è illuminata da circa cento feritoie, che lasciano entrare fasci di luce che illuminano un po’ il percorso, e da 3 canali laterali. Uno di questi, fino al secondo dopoguerra, veniva spesso utilizzato dai bagnati per tuffarsi immediatamente nella Baia di Trentaremi – oggi la baia si raggiunge solo via mare. Si dice che Arthur Conan Doyle, durante la visita, fosse rimasto incastrato in una delle feritoie!
L’aspetto attuale della Grotta di Seiano deve tutto agli interventi di epoca borbonica, finalizzati alla messa in sicurezza delle arcate. E meno male che Ferdinando II ci pensò, al restauro! Tanti anni dopo, per la Napoli dei bombardamenti, la grotta fu un rifugio antiaereo sicuro per la popolazione locale.
La Villa del Pausilypon
Cosa c’è dall’altra parte della collina? Un’altra delle innumerevoli prove che i Romani sapevano godersi la vita, ragazzi miei! Ecco cosa trovi: i resti della Villa di Pausilypon, fatta erigere da Publio Vedio Pollione, nel I sec. a.C. Il sito fu poi spesso utilizzato come residenza imperiale. Poiché i progetti di ricerca sono ancora in corso, non è ancora chiaro agli archeologi dove si trovassero gli alloggi dell’imperatore.
Si tende a pensare che dovessero trovarsi dove attualmente si estende la lecceta. La distesa di lecci fa naturalmente parte dell’area naturalistica protetta del parco e si estende lungo le scogliere a picco sul mare. Puoi capire, dunque, che studiare il sito non è proprio semplice.
I Romani costruivano facevano le cose in grande e c’era spazio per tutto. Almeno, oggi sono visibili il teatro e l’odeion. Anche i resti di una casa di un religioso – beato lui!
Proprio qui che ho assistito a una rappresentazione di Gli Uccelli di Aristofane. È stata un’impresa non distrarsi, e non perché lo spettacolo non fosse coinvolgente, tutt’altro. La villa è stata costruita seguendo il profilo della collina e il belvedere è una terrazza a picco sul mare.
Quando arriva il tramonto, il senso di suggestione è forte, è un vero rapimento dell’anima. Sfido io a non restare spiazzati, trovandosi nel bel mezzo delle rovine romane, nel silenzio quasi totale della collina posillipina, al cospetto del cielo e del mare tinti di rosa.
Il Parco sommerso della Gaiola
Il Parco sommerso della Gaiola è un’area marina protetta, separata dal Pausilypon dal promontorio di Trentaremi. I napoletani sono frequentatori della spiaggia libera della Cala di San Basilio, che ora è accessibile su prenotazione e per sole due fasce orarie tramite il sito di Gaiola Onlus.
Infatti, la spiaggetta sarebbe di competenza comunale, ma di fatto la sua gestione virtuosa si deve all’associazione. Quest’ultima ha attivato un sistema di ingressi contingentati durante la pandemia da Covid-19, permettendo la discesa di soli 90 bagnanti a turno. Ora il numero massimo di persone che può accedere alla spiaggia libera è di 200. Ed effettivamente è più vivibile e infinitamente più pulita di un tempo.
La zona A è l’area protetta in cui si trovano le scogliere di tufo e l’isolotto con la villa ottocentesca. Qui si concentra gran parte della flora e della fauna marittime del sito, ma anche i resti sommersi della villa romana: peschiere per gli allevamenti di murene e il porticciolo.
In zona A non si può transitare ed è vietata la balneazione. È possibile praticare attività organizzate dall’associazione: snorkeling, immersioni e uscite in battello a visione subacquea. Ragion per cui, se dovessi vedere canoe e kayak in zona A, sai che si sta commettendo un illecito!
La spiaggia libera fa parte della zona B, che in ogni caso è area protetta. Qui la balneazione, appunto, è consentita e anche il transito con mezzi non a motore.
Ed ecco che ora mi trovo a dover nuovamente ricordare l’affinità di Napoli per le storie misteriose, magiche, a tratti macabre. Infatti, si ritiene che la Gaiola sia un luogo maledetto…tutta colpa di un allievo del mago Virgilio (quel Virgilio, sì), il quale avrebbe rovesciato un’ampolla di pozione magica attirando la maledizione su di sé e sul posto.
Ora, non crediamo ai malefici. Ma bisogna dire che, nei lunghi anni di abbandono sia della Grotta di Seiano sia della Gaiola, era ovvio che si verificassero anche episodi di cronaca nera. Tuttavia, c’è un episodio tragico avvenuto qui.
Be’, un idillio tra amanti è finito male. Come Martina, la guida, ci ha spiegato, la Gaiola in inverno è una centrifuga: il mare è impetuoso e le correnti sono forti. E devi sapere che sull’isolotto c’è la già citata villa ottocentesca, che ha cambiato proprietari nel corso degli anni. Per semplificare gli spostamenti tra isola e terraferma, era stata installata una teleferica.
Abbiamo, quindi, una coppia di amanti sull’isola; il mare in tempesta; la teleferica in cattivo stato…un cadavere avvolto in una coperta. Cosa accadde? Io lo so, ma non te lo dico (eheheh!). Però, ti posso dire che Gianni Agnelli è stato uno dei proprietari della villa.
Visite e orari
L’ultima seguita da me, è stata una visita integrata del Pausilypon e della Gaiola (via terra). È un’iniziativa che proseguirà per tutte le domeniche di giugno 2023.
Per quel che riguarda il Parco sommerso della Gaiola, vengono organizzate visite guidate e attività marittime di cui ti ho parlato poco fa: immersioni, snorkeling e uscite in battello per vedere i resti archeologici.
Il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon è un bene gestito dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e nel prospetto sottostante trovi tutte le informazioni.
- visite guidate dal martedì al venerdì, ore 11:00 – sabato, domenica e festivi, ore 10:30 e 12:15; biglietto intero 7€ per gli adulti, 4€ per i bambini;
- ingresso accompagnato (senza visita guidata) gratuito, dal martedì alla domenica, ore 9:15.
Per prenotare l’ingresso alla spiaggia libera di Cala San Basilio e le diverse attività di fruizione del sito, visita il sito del Parco sommerso della Gaiola. Per prenotare la visita al Pausilypon, anche integrata per giugno 2023, consulta il sito di Gaiola Onlus.
Come arrivare al Parco Archeologico del Pausilypon e alla Gaiola
Il modo più comodo per raggiungere il parco è l’automobile. L’ingresso al parco archeologico è in Discesa Coroglio 36. Ti conviene parcheggiare prima della salita e attraversarla con le scalette.
In alternativa, potresti raggiungere Bagnoli con la metropolitana linea 2 o la cumana, per poi procedere a piedi. In tal caso, sarebbe una bella passeggiata, poco gradevole in piena estate, perché si deve attraversare un’ex area industriale.
Oppure potresti arrivare da Posillipo, prendendo la linea Anm 140 da Mergellina. Sempre da Posillipo, si raggiunge direttamente la Gaiola. Qui non ci sono alternative: a un certo punto è necessario procedere a piedi, lungo una delle più antiche pedamentine di Napoli: la Discesa Gaiola.
E vabbè, la fatica delle visite è ampiamente ripagata. Del resto, è pur sempre qui che l’affanno viene meno…
Bruna Athena
Mi chiamo Bruna Picchi e sono web copywriter, content designer e social media strategist. Il Mondo di Athena è lo spazio digitale in cui condivido pensieri sulla comunicazione digitale, esperienze di viaggio e l’amore per la letteratura.
Se non scrivo, allora leggo. E se non leggo, allora scrivo.