Questa mattina ti propongo una breve recensione del film Macbeth, di Justin Kurzel, Michael Fassbender e Marion Cotillard sono Macbeth e la sua signora.
Ciao cinefil* viandante, oggi ho scritto la recensione del film Macbeth, ora in sala per la regia di Justin Kurzel. Giuro che non ho voluto guardare il film solo perché Michael Fassbender interpreta Macbeth: ho molto interesse verso la tragedia in generale, lo giuro!
Devo però fare un’altra premessa: questa recensione del film Macbeth sarà piuttosto breve o, per meglio dire, non concentrata sull’analisi dell’opera. Ho scoperto, pochi giorni dopo aver concluso la rilettura della tragedia, che Scratchbook ha organizzato un gruppo di lettura delle tragedie di Shakespeare, che si aperto proprio con Macbeth. Attendo che il gruppo finisca la lettura per poi scriverne qualcosa di più dettagliato, soffermandomi sulle tematiche preponderanti.
Macbeth, un film assolutamente epico
Cosa dire del film? A me è piaciuto perché Macbeth è assolutamente epico. Justin Kurzel ha realizzato una trasposizione cinematografica quasi totalmente fedele all’originale. Similmente, il linguaggio adoperato è poetico e altrettanto aderente al testo. Per me queste sono caratteristiche molto apprezzabili, anche se poi si è portati a chiedersi cosa aggiunga questa nuova pellicola alle precedenti, quale sia il suo merito – non ho guardato le altre, nota bene.
L’interpretazione è eccellente e questo è già un punto a favore – forse solo il doppiatore di Malcom non è stato un granché – : prendi Macbeth con pessimi attori e lo rovini definitivamente. Credo che il valore di questo film sia la sua atmosfera epica, ricreata abilmente con sequenze ricche di pathos e grazie ad una scenografia naturalistica particolarmente suggestiva. La sequenza finale del combattimento tra Macbeth e Macduff è splendida: i due sembrano fronteggiarsi in un inferno, mentre assumono la carica e la potenza degli eroi greci.
Bisogna dire che non è un film per tutti. La sala era semivuota e diverse persone l’hanno abbandonata a metà film. Senza dubbio Macbeth non è un dramma molto alla portata: non sarebbe mai popolare come Giulietta e Romeo. La tematica è più ostica, molto profonda, e ciò già rappresenta un motivo di allontanamento di un pubblico che spesso entra in sala nella totale ignoranza. Rileggere l’opera è consigliabile, per riuscire a seguire meglio i dialoghi e il filo, talvolta volutamente non logico, dei soliloqui. Probabilmente, l’unico elemento che stona sono proprio i soliloqui, effettivamente più affini alla messa in scena teatrale che a quella cinematografica. D’altra parte sono essenziali, ma la loro resa finale non è solo il risultato dell’interpretazione, comunque brillante, degli attori. Molto dipende anche da quanto sono integrate con tutte le altre sequenze: spesso si ha l’impressione che siano fuori dal filone narrativo. Non sono un’esperta in materia, ma credo che l’impressione che ho ricevuto sia semplicemente conseguenza dello scarto tra teatro e cinema.
Concludo questa recensione del film Macbeth affermando che è una pellicola di nicchia, a dispetto della notorietà del dramma. Conoscere Macbeth per nome, semplicemente perché è di Shakespeare, non basta per farselo piacere e per apprezzarlo. Lo stesso discorso vale, di conseguenza, per il film di Justin Kurzel, che cerca l’aderenza al testo e la fedeltà allo spirito “patetico” che caratterizza la tragedia. Consigliata la visione solo ad autentici intenditori. Alla prossima,
Bruna Athena
Pingback: Macbeth di William Shakespeare: un'analisi da profana - Il Mondo di Athena
Pingback: Nomination agli Oscar 2016: alcune considerazioni - Il Mondo di Athena