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Complesso Monumentale Donnaregina di Napoli: storia e informazioni per la visita

Complesso monumentale Donnaregina: visita, orari e tariffe

Il Complesso Monumentale di Donnaregina a Napoli è uno dei luoghi più belli del centro storico, ma non è così conosciuto e frequentato, nemmeno tra i non napoletani. Il complesso comprende anche il Museo Diocesano.

Poiché fa parte del circuito di siti culturali che amo molto, ci torno spesso. Di recente, in occasione della mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi. Ti racconto ogni cosa in questo blog post.

Il Complesso Monumentale di Donnaregina e il Museo Diocesano di Napoli

Ho scoperto il Complesso di Donnaregina già un bel po’ di anni fa, quasi per caso. Lo avevo sentito nominare da qualcuno, ma non ne sapevo nulla: decisi di visitarlo, ma mai mi sarei aspettata tanta maestosità e ricchezza.

Il complesso si trova nei pressi di Via Duomo, quindi nel cuore del centro storico di Napoli, e si affaccia su Largo Donnaregina. È un sito storico e polo culturale attualmente gestito dalla curia. Comprende il Museo Diocesano e le due chiese, barocca una e gotica l’altra.

Largo Donnaregina e la facciata della chiesa nuova

Il fatto che esistano due chiese in stili architettonici e artistici differenti già dovrebbe farti intuire che la storia del complesso è parecchio articolata. Ciò è verissimo, per cui se hai voglia di vederlo ti consiglio di fare una visita guidata.

Ciò che mi ha sempre colpito di Donnaregina è la bellezza: la ricchezza del barocco, certo, ma soprattutto l’eleganza delle linee gotiche. In secondo luogo, mi ha colpito la storia dell’edificio sacro, il quale, come ti racconterò a breve e a grandi linee, è abbastanza articolata.

Donnaregina Nuova vista dal coro delle monache

Attualmente, entrambe le chiese sono sconsacrate. Il complesso è gestito dalla Curia e in tempi ordinari ospita tanto eventi culturali aperti al pubblico tanto eventi didattici e di alta formazione. Quando si è in visita, si può anche accedere al Museo Diocesano, il quale comprende opere pittoriche, paramenti sacri, gioielli appartenuti al monastero e alla Curia.

Di recente, ho rivisitato le chiese, ma non il museo: fatta l’esperienza una volta, non me la sono sentita di ripeterla perché non è il genere di visita che più mi attrae. Come avrai capito, il mio interesse è stato catalizzato dalle due chiese.

Santa Maria di Donnaregina Nuova

Come è nata Donnaregina? Bene, come ti dicevo, il complesso monumentale ha una storia piuttosto lunga. L’edificio nuovo è del Seicento, costruito per volontà esplicita delle suore dell’Ordine delle Clarisse, le quali già occupavano il convento medievale del Duecento.

La richiesta delle Clarisse proveniva da una necessità ben precisa: rispettare rigidamente la regola e la clausura dell’ordine, riorganizzando gli spazi per la liturgia e la vita monacale secondo le disposizioni successive al Concilio di Trento.

Il presbiterio di Donnaregina Nuova e la Pala lignea

Grazie a questa volontà, oggi abbiamo una chiesa barocca di incredibile bellezza. In essa vi si trovano ricchi marmi policromi, l’altare in breccia di Sicilia scolpito da Francesco Solimena, i quadri laterali dipinti da Luca Giordano. Notevole è anche il coro delle monache. Una singolarità è costituita dalla Pala altare, realizzata in legno e oro e raffigurante, tra l’altro, Sant’Andrea e San Bartolomeo – la chiesa custodirebbe le reliquie dei due santi. La Pala appartiene al vecchio edificio medievale e lo si nota chiaramente.

Dal presbiterio, si accede al Sacrestia e alla Sala del comunichino. Sono ambienti decorati dall’abile pennello dei degli artisti del rinascimento napoletano. Nella Sala del comunichino, attraverso cui si accede a Donnaregina Vecchia, viene celebrata la famiglia Loffredo. E non solo: un tempo, custodiva il monumento funebre della regina di Napoli Maria d’Ungheria.

Statua situata nella Sala del comunichino

Ricorda Maria d’Ungheria, perché ella è a tutti gli effetti la personalità più celebrata, assieme alla sua santa famiglia, in Donnaregina Vecchia.

Il complesso barocco comprende anche il Coro delle Monache, dove in questa primavera 2023 si tiene anche l’esposizione Artemisia Gentileschi tra Roma, Firenze e Napoli. La pittrice ha operato a Napoli per lunghi anni, anche se la sua fama, già in vita, è arrivata ben oltre i confini dell’Italia.

Alcune sue opere sono custodite nel museo del circuito Gallerie d’Italia, che ora ha sede presso l’ex Banco di Napoli. L’esposizione di Donnaregina raccoglie dipinti che provengono dagli Uffizi e da Palazzo Pitti, da Londra, Capodimonte e altri siti italiani. Naturalmente, una figura ricorrente è Giuditta. Ma io ho apprezzato molto altri soggetti, come la Minerva. La mostra durerà fino al 3 luglio 2023.

Santa Maria di Donnaregina Vecchia

Fondatrice della chiesa medievale, la prima occupata dalle Clarisse, fu appunto Maria d’Ungheria. Rimasta vedova, la regina decise di ritirarsi in convento, qui in Donnaregina, e nel suo testamento chiese espressamente di esservi sepolta. Suo figlio, il re di Napoli Roberto D’Angiò, fece eseguire a Tino da Camaino un magnifico monumento funebre, che non solo celebra la grandiosità di Maria, ma di tutto il casato ungherese.

Il monumento funebre di Maria d’Ungheria

Maria, infatti, diede alla luce ben 11 figli, tra i quali figura Ludovico. Vale la pena citare Ludovico, per una curiosità: non appena morto, fu proclamato beato. Considerati i tempi normali di beatificazione, diciamo che Ludovico ricevette un trattamento di favore 😉

Donnaregina Vecchia

Detto questo, Donnaregina Vecchia è una meraviglia architettonica gotica. Sono contenta che siano stati portati a compimento alcuni interventi importanti per renderne anche più agevole la visita.

Chiaro, lo stile gotico è tutto un gioco di luci e ombre, di forme allungate: ne sono una grande estimatrice. Alcune particolarità di Donnaregina Vecchia riguardano la struttura, che è a una sola navata con file di colonne, nonché la collocazione del coro delle monache.

I colori usati per affrescare gli archi rappresentano il casato regale

In genere, il coro è rialzato – sempre per rispettare il principio della clausura e degli ambienti separati – ed situato alle spalle del presbiterio. In Donnaregina, invece, il coro si trova di fronte all’altare.

Tuttavia, questa non è la sola peculiarità del coro delle monache, che è la vera e propria ciliegina sulla torta dell’intero complesso. Infatti, il coro è affrescato ed è incantevole, anche se non è in ottime condizioni. Un incendio avvenuto nel Trecento ne ha ossidato i colori, e questa è la ragione per la quale gli affreschi ci appaiono tutti nei toni dell’arancione e del rosso. Inoltre, la chiesa ha subito varie trasformazioni, nel corso dei secoli, e non sempre hanno pensato di lasciare intatti gli affreschi!

Il Giudizio universale di Donnaregina Vecchia

È curioso il fatto che ancora oggi non sappiamo attribuire l’opera a un autore. Lo stile ricorda molto Giotto, si ipotizza quindi che siano stati eseguiti da qualcuno appartenuto alla sua scuola pittorica. Ancora più sorprendente è che il nome dell’esecutore non sia stato ritrovato nemmeno nei documenti ufficiali – forse alcuni di essi sono andati perduti? -, quasi come se Donnaregina Vecchia fosse caduta nel dimenticatoio. A mio parere è sorprendente, visto che non è un edificio sacro di secondo ordine: vi è sepolta una regina di Napoli, conserva anche una Cappella Loffredo. Insomma, è stata frequentata da famiglie illustri.

Com’è o come non è, il coro ricorda moltissimo la Cappella degli Scrovegni di Padova, come stile e come rappresentazioni. Sulla parete frontale, situata dal lato opposto rispetto al presbiterio, è rappresentato il Giudizio Universale.

Le pareti laterali, su tre ordini, rappresentano vari episodi biblici e delle vite dei santi. Però è importante ricordare una cosa: tutta Donnaregina esalta il casato ungherese da cui discendono Maria e Roberto.

Rappresentazione del martirio di Sant’Orsola

Ed ecco perché questi affreschi presentano un’altra singolarità: in molti episodi biblici addirittura, figura Elisabetta d’Ungheria, prozia di Maria. Ella non solo viene rappresentata nel Giudizio universale, assieme ad altri membri della famiglia – tutti tra i beati, ovvio! -, ma figura perfino tra gli apostoli e nelle storie di Gesù di Nazareth. Insomma, bisognava ricordare che gli ungheresi e i D’Angiò erano amatissimi da Dio!

Purtroppo, non esistono chiostri da visitare. Il chiostro del monastero esiste, naturalmente, ma ormai da decenni è stato destinato a uso abitativo. Eh sì, si chiama Risanamento e spiega perché molti edifici storici e religiosi di Napoli sono inaccessibili e/o risultano “soffocati” dalla presenza di case abitate.

Orari e tariffe

Come ho accennato sopra, a Donnaregina si svolgono eventi culturali e didattici e non viene effettuato l’ufficio religioso. Ecco gli orari di apertura:

  • martedì chiusura settimanale;
  • lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 9:30 – 16:30;
  • sabato e domenica 9:30 – 19:00

Qui di seguito di lascio lo schema tariffario. Se desideri conoscere meglio il complesso, ti suggerisco di prenotare la visita guidata.

A tal proposito, ti consiglio anche di tenere d’occhio la pagina Facebook del complesso, poiché spesso la visita guidata è gratuita e compresa nel biglietto d’ingresso. Inoltre, trovi segnalati gli eventi in corso e le aperture straordinarie.

La visita di Donnaregina finisce qui. Spero di averti incuriosito e che tu abbia il desiderio di visitare il complesso <3. A presto,

Bruna Athena

1 commento su “Complesso Monumentale Donnaregina di Napoli: storia e informazioni per la visita”

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