Home » Libri » Letteratura straniera » L’angolo del mondo, Mylene Fernández Pintado

L’angolo del mondo, Mylene Fernández Pintado

recensione di l'angolo del mondo di pintado

Il legame indissolubile con Cuba o L’angolo del mondo.

Qualche tempo fa ho letto L’angolo del mondo, romanzo di Mylene Fernández Pintado e pubblicato in Italia dalla casa editrice Marcos Y Marcos. Apprezzo molto l’editrice, di cui ho letto in passato La vedova Van Gogh e L’uomo dei dadi (geniale!), che di solito propone libri tutt’altro che banali. Infatti, L’angolo del mondo è stata una lettura piacevole, con la quale sono entrata in sintonia, di cui ho apprezzato le tematiche affrontate e, sopra ogni cosa, la sua protagonista.

Trama di L’angolo del mondo e recensione

L’angolo del mondo racconta di Marian, giovane professoressa dell’Università di L’Avana. La sua è una vita piuttosto ordinaria e monotona, in fin dei conti non troppo diversa da quella che conducono tanti altri abitanti della capitale di Cuba. Si trova a scrivere la prefazione di un romanzo di un giovane scrittore esordiente, con il quale ben presto intesse una relazione sentimentale passionale e incostante. L’incontro con Daniele rivoluziona la sua noiosa quotidianità, ma soprattutto la mette di fronte a una scelta difficile: restare a Cuba o partire per l’Europa.

Marian è una donna molto ironica e incredibilmente lucida. Apparentemente debole e rassegnata, in realtà è uno scrigno ricco di tesori. In quel piccolo angolo di mondo cubano, dove c’è spazio giusto per i suoi sogni di scrittura, ella è capace di acquisire una nuova consapevolezza di sé e di quel che vuole davvero.

La bellezza di L’angolo del mondo è duplice: dà un’idea di cosa significa vivere a Cuba – incompleta, naturalmente – e di cosa significa provare un legame molto profondo con il proprio luogo di origine. 

Senza ombra di dubbio, da questo romanzo emergono le particolarità della società cubana che possiede poco e ha anche meno aspettative per il futuro. Si percepiscono un senso di grande rassegnazione e l’inerzia delle persone che non nutrono alcuno stimolo a fare qualcosa per migliorare la propria condizione. Eppure c’è anche chi riesce ad andare via, spezzando di netto il legame con l’isola. Marian non vuole compiere questo taglio deciso e ne diventa pienamente cosciente solo grazie all’esperienza con Daniel. 

malécon cuba
L’Avana – Pixabay

Il giovane scrittore e l’ex fidanzato di Marian, il brillante Marcus, rappresentano a loro modo due prospettive aperte all’emigrazione, seppure molto diverse tra loro. Da una parte, c’è l’idealismo un po’ bohémien di Daniel e il materialismo occidentalistico di Marcus, dall’altra. Marian smonta l’ideale di vita del secondo, con la propria capacità di analisi critica e con finezza; non è capace, però, di restare indifferente alle chiacchiere del primo.

Marcus aveva sofferto molto di non essere uno Smith dagli occhi chiari. Altrimenti razzismo e xenofobia sarebbero per lui solo parole dei giornali di sinistra. Non è che Londra non gli fosse piaciuta, è che non era riuscito a dominarla. E ora tornava nel posto in cui avrebbe avuto il potere e sarebbe stato al di sopra di tutti, proprio come la madre gli aveva insegnato che si deve vivere.

Quando Daniele esce dalla sua vita, Marian si scopre una donna nuova: legata indissolubilmente a una terra che ama e di cui vede ogni neo, ma davvero libera. Riscopre la capacità di sognare, ma anche di fare a meno delle illusioni; sa accettare con responsabilità la scelta definitiva di restare a Cuba, con una serenità che deriva solo dall’equilibrio di chi ascolta attentamente se stesso e ragiona con la propria testa. 

Ho apprezzato L’angolo del mondo perché ha proposto la questione sulla scelta di restare o partire, la quale per me è stata una nota dolente, fonte di diatribe ideologiche e scontri accesi con chi mi è più vicino. Sono un po’ Marian, perché, con tutti i suoi difetti, l’Italia per me è l’Italia (Napoli no, sic!): ho sentito di nuovo, nel corso della lettura, il peso angosciante di una scelta da compiere che non è mai venuta da me e che mi sarebbe stata imposta da qualcun altro. Per fortuna, poi mi sono rasserenata 😉 A presto.

 

2 commenti su “L’angolo del mondo, Mylene Fernández Pintado”

  1. Ciao Bruna, mi e’ piaciuta tantissimo la storia e devo ammettere che mi riconosco totalmente. Il mio ex e’ cubano e ci siamo conosciuti a Santiago.. lo portai in Europa e non riusciva ad adattarsi e a staccarsi dalla sua terra.. e lo lasciai libero di tornare nella sua Cuba linda.. molta inerzia come dice il libro e, noi stranieri siamo il loro sogno di fuga per un mondo migliore.. ma che poin invece scoprono che non possono fare a meno della loro terra..Grazie.. un salto al passato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.