Sono una lettrice sarcastica, decisamente. Lo ammetto, spesso mi modero ed è giusto così: se vuoi “recensire” un libro devi essere serio, rispettoso in ogni caso. Almeno, serietà e rispetto sono per me una regola da seguire.
Però la lettrice sarcastica che è in me deve sfogare, deve venir fuori, altrimenti non posso che tirare in ballo l’imperitura sindrome premestruale e, onestamente, ne ho piene le ovaie. Per cui, non prendertela a male se ti sentirai tirata/o in ballo in questo post, se ti annovero tra i fantomatici LETTORI BACCHETTONI. Ho voglia di parlare di te: di te che “questo non lo leggerò mai”, di te che sniffi la carta, di te che…e che….
Lettore bacchettone 1: “Io mai”. Sono una lettrice sarcastica, ma non sono quella che: non leggerà mai Sex and The City. Già, hai letto bene: il diavolo veste Prada, indossa (meravigliose) scarpe Manolo Blahnik e ha il pippone – che non vuole assolutamente ridurre – di Sarah Jessica Parker. Eh, io ti sto immaginando: stai storcendo il naso, la bocca, stai diventando un Picasso al pensiero che qui si parli del libro di Candace Bushnell, che ha ispirato la famosissima serie TV. Ebbene sì, non l’ho ancora letto, ma ce l’ho e lo leggerò sicuramente! Sai perché? Perché la lettura è impegno, è emozione, è riflessione, ma è anche un modo per svagare, un modo per ridere di se stessi. Keep calm and non prenderti troppo sul serio, caro lettore bacchettone “Io mai”: la tua faccia è quella di chi prende il primo sorso di caffè e si accorge istantaneamente che è terribilmente amaro. Questa smorfia non è un bel vedere, sai?
Lettore bacchettone 2: “Io ne capisco”. Voglio prendermela anche con te, lettore bacchettone che le edizioni letterarie migliori le leggi solo tu! Tu, che se ti accorgi che un libro è il “bestseller” ti viene una sincope, rallegrati! Per fortuna le case editrici, con tutti i loro difetti, hanno i cataloghi: una sfilza di libri ed autori che aspetta solo di esser letta da te! Non puoi dire, semplicemente, che non leggi libri di una certa casa editrice solo perché schiaffano un orrendo bollino sulla copertina. Esiste la capacità di distinguere, tra lana e seta, sempre e in ogni caso: usala, è gratis e non è peccato. Tu sei il lettore bacchettone “Io ne capisco”, fratello di “Io mai” e la tua faccia è di quello che sta sorseggiando il suo caffè e, a prescindere, fa l’espressione che dice “che ciofeca!”. Dai, non è possibile.
Lettore bacchettone 3: “Lo Sniffatore”. E va bene, i gusti son gusti. In fin dei conti, non tutti vanno d’accordo con i libri “leggeri” e i libri “pesanti” – già questi termini, nella loro superficialità, rendono l’idea di quanto si semplifichi il discorso – , ma esiste il terzo tipo di lettore bacchettone che sta superando tutti. Sì, perché qua non si tratta di gusto o di preferenze in relazione ad autori ed editori, ma si tratta di cattiva malinconia dei tempi che furono. Il terzo lettore bacchettone sei tu, Sniffatore. Di te non dirò mai (male) abbastanza: sei insopportabile. Poiché non ho voglia di ripetermi né di anticipare il mio prossimo post – anche in English version, nota bene – mi limito a dire che sei irritante come la zanzara che ti ronza nell’orecchio mentre tenti di dormire, come l’autista dell’autobus che ti vede e fa finta di niente e non ti fa salire, sei…un #rompicoglioni. Eh scusa, ma bisogna dirle certe cose. Insomma, sto leggendo una graphic novel bellissima ma, c’è poco da fare, la carta puzza un accidenti: sembra quasi vomito, è un odore acre, pungente. Caro Sniffatore, l’importante è leggere, sempre e comunque! La tua faccia? Tu sei il lettore nostalgico e fai pensare all’Urlo di Munch: sei inorridito all’idea di cambiare bar, tu vuoi andare sempre al solito, per tutta la vita. Eh, mai lasciare la strada vecchia per la nuova, disse il cavernicolo.
Lettore bacchettone 4: “Il Secchione”. Quarto lettore bacchettone è quello che, cascasse il mondo, legge anche se lavora come in ciuccio per 20 ore al giorno, quello che studia medicina, fa 3 esami in un giorno, prende anche 30 e lode eppure riesce a leggere quattro libri a settimana. Qua due sono le cose, o dici un mucchio di balle o sei benedetto dal Signore. In quest’ultimo caso, non c’è molto da aggiungere: a qualcuno 10 ad altri 100 ed amen, la Bibbia parla chiaro. Nel primo caso, ti ricordo che siamo esseri umani, che nelle nostre vite esistono responsabilità e doveri, ritmi da rispettare e sostenere. No, per quanto possa piacerci, non è possibile leggere quanto vogliamo e l’ho scritto in questo post. La tua faccia mi ricorda quella di una tipa che era con me all’università e diceva “Non trovi anche tu che questi libri si leggano in un paio di giorni?”. In quel caso, però, si trattava di Kant ed Heidegger: beata lei. Ecco tu magari ti senti il Rocco Siffredi dei lettori, tuttavia la tua faccia non ha nulla di eccitante, perché è quella da Secchione. Guardi il caffè che hai nella tazzina con aria snob: tu sì che ne hai provati tanti – il tempo ce l’hai – e sai esattamente qual è il caffè migliore!
Con falsa, falsissima modestia, posso affermare che non appartengo a nessuna di queste quattro categorie. Ho letto anche Fabio Volo e i romanzi rosa e non me ne vergogno: ho provato e ho detto basta, a ragion veduta. Le mie edizioni preferite sono Bur, Adelphi ed Einaudi, ma ho acquistato anche i Newton Compton. Nella mia libreria personale trovi Candace Bushnell vicino al mio amatissimo Herman Hesse. Sì, lo so, hanno dovuto rianimarti dopo aver visto i due libri assieme, ma non mi sento in colpa: sono più che sicura che sopravviverai! Adesso non credere che io sia un’amante della sottomissione, ma se ti senti di commentare insultandomi perché sei super offeso lo capisco: a me farà altrettanto piace leggerti, ovviamente 😉 Ciaooo!
No dai, questo post è fantastico! Ammetto di appartenere al primo gruppo, purtroppo. Sì, quello del “io mai”. Non sono riuscita a leggere la saga di Twilight e 50 sfumature di grigio. Non posso. Davvero, non posso. Mi viene male. Però giuro che ho letto le prime righe, almeno un passo in avanti l’ho fatto, vero? XD
Guarda, in realtà – ritorno ad essere normale – è giusto selezionare. Non credo che leggerei Twilight p 50 sfumature di grigio se non per farmi due risate. Diciamo che mi oppongo ad un atteggiamento un po’ più spocchioso, di chi ritiene che le letture siano degne solo se molto impegnate. Il succo del discorso è che talvolta abbiamo bisogno anche di qualcosa che ci rilassi 🙂
Se scrivi una recensione devi essere serio, sì, ma non troppo! Se no sai che palle pallissime!
Sono perfettamente d’accordo con te su tutto, credo però che questi lettori bacchettoni mirino più a darsi un tono che a leggere davvero, perché se per la lettura è un piacere te ne infischi di leggere su carta, tavolette d’argillla o ereader, te ne infischi dell’edizione (soprattutto se compri millemila libri al mese e cerchi di risparmiare con un’edizione magari meno annotata che però costa 4 euro al posto di una super curata che ne costa 35), e soprattutto te ne infischi di quello che fanno gli altri e gridi allo scandalo se leggono qualcosa che tu non leggeresti mai.
Secondo me molti sono più impegnati a giudicare gli altri che a divertirsi da soli con le proprie letture.
Io credo che l’attenzione alle edizioni arriva nel tempo, scherzi a parte. Ovvio, tutti possiamo distinguere tra un’edizione per bene ed uno che non lo è; se sei giovanissimo e con pochi euro di certo non ci vai pensando. Se riesci a selezionare, magari rinunci ad altro per acquistare un’edizione migliore: ci sta. Poi, da questo punto di vista, il discorso è complesso, perché inevitabilmente si possono fare osservazioni sul mondo dell’editoria, sugli stagisti che si smazzano per permettere a loro di vendere un libro a quattro soldi e via dicendo. Il punto è sempre lo stesso: certe prese di posizione aprioristiche mi sanno di spocchia, d pseudo-intellettuale che deve andare in giro dicendo che lui/lei leggere LETTERATURA – e noi altri, poveracci, che leggeremmo?
Allora Bruna, questo per me è tra i post più belli dell’anno. Lo so che non è un commento da blogger figo, che passa per complimento gratuito e fa inorridire gli specialisti del socialmarketing, ma per me, resta tra il meglio. Chapeau!
Pingback: bla bla blogger 30 ottobre 2015 - Social-Evolution di Paola Chiesa