Caro lettore accanito, ti racconto perché esistono tre buoni motivi per rileggere un libro.
Noi lettori accaniti abbiamo tanti difetti e uno di questi è la voracità. Siamo ingordi e compriamo molto di più di quel che riusciremo a leggere in un anno; siamo così curiosi di leggere autori nuovi, classici, libri di cui abbiamo sentito parlare tanto, che a volte li “bruciamo”. In altre parole, godiamo di un libro a metà, perché lo conosciamo in un momento non adatto nella nostra vita, non gli diamo il giusto valore, ce ne dimentichiamo. Questa consapevolezza mi porta oggi a parlarti dei tre buoni motivi per rileggere un libro
Quali libri rileggeresti?
Buoni motivi per rileggere un libro: libri di cui non ricordiamo nulla
La mia professoressa di Lettere del liceo conosceva la mia passione per la lettura, ma ammetto che mi irritava non poco quel suo cercare di orientare le mie letture. Ero un’adolescente più che vorace e alquanto presuntuosa: ero convinta di poter leggere qualsiasi cosa, anche a 17 anni. Non era affatto così, ma a suo tempo non mene rendevo conto. La professoressa mi consigliava i libri da prendere dalla biblioteca scolastica, ma, per il resto, nella scelta delle mie letture ero completamente autonoma. Aveva ragione la prof, sul serio!
Il primo buon motivo per rileggere un libro è che ogni libro ha il suo momento per essere letto. La lettura precoce di alcuni romanzi non ti lascia nulla. Ci sono storie e tematiche che possiamo comprendere quando siamo più maturi, per un’infinità di motivi.
È un po’ come quando da bambini non riusciamo a farci piacere alcuni sapori, che poi apprezziamo da adulti. Be’, credo che sia anche superfluo dirlo: ogni cosa è soggettiva e anche la maturità in quanto lettori non si raggiunge per tutti nello stesso momento. Il gusto personale fa tutto il resto: un libro letto nel momento giusto può comunque non comunicarti nulla.
Ho letto tanti libri di cui oggi non ricordo nulla e in alcuni casi non ricordo nemmeno di averli letti. Dipende dal fatto di averli trovati brutti? Chi può dirlo! È molto più sensato ammettere che se non hanno lasciato traccia nella mia memoria, forse è perché ero io a non essere pronta ad accoglierli. È il caso di due libri molto famosi: La cripta dei cappuccini, di Joseph Roth, e L’urlo e il furore, di William Faulkner.
Ho “scoperto” di averli letti solo quando ho ridato un’occhiata agli elenchi in cui segnavo le mie letture. Per fortuna, c’è anche il caso di Jane Eyre, che ho letto pochi anni fa e non posso che esserne contenta. Da ragazzina non gli avrei dato il giusto valore, perché non avrei apprezzato la dignità e l’indipendenza di questa figura femminile che amo follemente.
Libri da ripasso
I libri da ripasso sono quelli che ho letto molto tempo fa, che grossomodo ricordo bene e mi sono piaciuti tanto. Li rileggerei perché vi sono affezionata, magari perché qualche dettaglio ormai la memoria l’ha cancellato.
Il secondo buon motivo per rileggere un libro è il fatto che non ce ne stancheremmo mai. Potremmo rileggerlo anche in vecchiaia, curiosi di sapere cosa avrebbero da dirci in questo nuovo momento.
Ho tanti libri da rileggere per questo motivo. Il primo è La storia infinita, di Michael Ende, e La casa degli spiriti, di Isabel Allende. Questi sono romanzi contemporanei cult, ma posso citarti molti classici: Dracula, di Bram Stoker, L’amante di Lady Chatterly, di David Herbert Lawrence – per citare uno dei miei autori preferiti – e Il signore delle mosche, di William Golding.
Libri da rileggere dopo aver visto il film
Ti sarà capitato: guardi un film tratto da un romanzo famoso, poi ti viene la curiosità di leggere o rileggere il libro. Non apro la discussione su quanto i libri siano infinitamente più belli dei film. In primo luogo, è una questione noiosissima almeno quanto la questione ebook-sì-ebook-no, ma poi c’è un’eccezione clamorosa: il film The Prestige m’è piaciuto, il libro mi ha annoiata terribilmente. Passo e chiudo.
Pensiamo a qualche film celeberrimo, tratto da un romanzo altrettanto famoso. Come non citare Lolita? Stanley Kubrick l’ha tirato fuori, nel 1962, dalle pagine di Vladimir Nabokov. Non è poi tanto difficile ricordare la storia della giovanissima Lolita, ma dopo aver guardato il film m’è tornata la voglia di leggere il romanzo. Lo stesso discorso vale per l’ultima produzione di Kubrick, Eyes Wide Shut. Essa è la versione cinematografica di Doppio sogno, romanzo di Arthur Schnitzler. E qui, caro mio, c’è da rileggere molto attentamente. L’opera di Schnitzler va inserita in un contesto letterario ben preciso, da studiare in modo approfondito, pena l’assoluta banalizzazione del racconto e il fraintendimento della pellicola di Kubrick.
Per concludere cito un film uscito pochi anni fa, che mi ha fatto tornare la voglia di leggere un grande scrittore americano: Francis Scott Fitzgerald. Eh sì, mi sto riferendo al film di quel pazzo di Buz Luhrmann: Il grande Gatsby.
A dire il vero, del Gatsby non ricordavo nulla; vedere il film – attenzione, c’è anche il film di Jack Clayton, del 1974 – mi ha fatto riflettere tanto sul mito del sogno americano. Molti hanno criticato negativamente Luhrmann, che spesso è eccessivo e al limite del kitsch; molti criticano quel che fa Leonardo Di Caprio, interpreta proprio Gatsby, a priori: l’argomentazione è talmente poco di spessore, che non perdo tempo a contestarla. Penso che Luhrmann abbia ricreato un mondo luccicante e fasullo, immagine fedele di quel mito che Gatsby incarna. È questo che mi ha dato da pensare, così sono arrivata alla conclusione che dovevo rileggere Fitzgerald.
Bene, questi sono i miei tre buoni motivi per rileggere un libro. Ho citato pochi libri che desidero rileggere, ma ne sarebbero molti di più; i tuoi quali sono? A presto,
Bruna Athena
Ho visto “Il grande Gatsby” con enorme e colpevolissimo ritardo, e gli ho dedicato questo post: http://wwayne.wordpress.com/2013/06/20/il-grande-gatsby/. Se dovessi riscrivere quella recensione oggi, aggiungerei che Luhrmann era nato per dirigere questo film. Chiunque altro, anche professionisti molto più quotati di lui, non sarebbero riusciti a fare di meglio.
Infatti mi ci sono avvicinata con circospezione e devo dire che mi aspettavo qualcosa dai toni più eccessivi. Alla fine mi ha stupita in positivo e questo ha incrementato la voglia di rileggere Fitzgerald. In verità, mi ha stupita anche il fatto che Eyes wide shut sia ispirato a Doppio sogno: ne sentivo tanto parlare di questo film, ma mai nessuno aveva fatto riferimento al romanzo e forse perché non era nota la connessione. Temo, infatti, che in moltissimi questo film non lo abbiano affatto capito. E che non abbiano capito Il grande Gatsby, il quale a me pare che dia un messaggio piuttosto evidente.
Una fonte di cui non sono certo della sua attendibilità — un tipo incontrato durante un viaggio, e mai più visto — mi disse pressapoco così: “I libri, per essere veramente compresi, andrebbero letti tre volte nell’arco di dieci anni. Questo perché una persona nel tempo si evolve mentalmente.” In effetti, l’esercizio di rileggere un libro anche solo dopo un anno, riserva spesso piacevoli sorprese.
Sì è così: ci evolviamo e un libro non può sembrarci sempre lo stesso 🙂