In giro per le Americhe, Jorge Amado: un libro per attraversare un continente e conoscere le differenze tra i popoli che lo abitano.
Da qualche anno partecipo all’iniziativa del Babbo Natale libresco, organizzato nel gruppo Facebook Exploreading – Read to travel. Così ho ricevuto un libro da Simona di Ritagli di Viaggio: un bel volumetto di Jorge Amado. Oggi ti parlo un po’ di In giro per le Americhe.
In giro per l’Americhe, Jorge Amado
In giro per l’Americhe è un breve diario che lo scrittore brasiliano ha redatto durante un viaggio nel Sud America. Il viaggio ha inizio nel sud del Brasile, una regione tanto diversa dal Nordeste, dove Jorge Amado è nato e ha vissuto.
Il libro è qualcosa di diverso dal vero e proprio diario di viaggio. Certo, alcune città vengono descritte per quelle che sono, ma soprattutto attraverso il filtro della percezione molto soggettiva dell’autore. Più che ai luoghi in sé, Jorge Amado fa qualcosa che apprezzo tanto e che molti non fanno, al tempo di Instagram: narra le genti, le loro abitudini, la percezione del mondo che le distingue da altri popoli e cerca di darne una spiegazione.
Le pagine di Jorge Amado mi hanno fatto venire una grande nostalgia del Brasile, di cui ho amato i contrasti. Le sue parole a proposito di Rio de Janeiro sono un po’ dure, riferibili alla città carioca di inizio Novecento. Mi ha incuriosita il suo discorso su Porto Alegre, ma anche su Montevideo, città capitale dell’Uruguay. Mi ha affascinato tutto quel che ha scritto dell’Argentina, ma soprattutto mi ha incantata con le sue parole per descrivere la bellezza della Cordigliera delle Ande.
Sopra ogni cosa, però, Jorge Amado ha saputo farmi strappare tanti sorrisi e proprio quando ha voluto raccontare le differenze tra le persone, tra modi differenti di intendere la vita.
Attraversare il Brasile è per lo scrittore l’occasione di raccontare le differenze tra il Brasile a Nord e a Sud:
Se dovessi sintetizzare in una sola frase le differenze che ho trovato tra il Nordeste e il sud, direi che <<il Nordeste è terra di romanzieri, mentre il Sud è terra di amabili poeti e lucidi saggisti>>. (…) Perché non si sono romanzieri a Sud? Credo che questo spieghi ogni differenza. al sud manca il lirismo e il vero dramma. Il Nordeste è molto più drammatico, molto più lirico e pittoresco. L’uomo del Sud è progressista e moderno, vuole solo andare avanti, e non si cura – anzi se li lascia alle spalle – di tradizioni e di usi pittoreschi e curiosi. (…) Altra cosa: la gente del Nordeste è gente che conosce molte storie e ama raccontare le storie. E i più giovani devono ascoltare queste storie. Il tempo non ha molta importanza nel Nordeste, lo si può spendere a piacere. Al Sud nessuno ha tempo di ascoltare storie. Il tempo è prezioso e non può essere sprecato. (…) Chi conosce, come me, la vita dei ricchi e dei poveri nelle piantagioni di tabacco a Bahia, di zucchero e cotone nel Sergipe, e quella degli agricoltori gauchos, sa che c’è un’enorme differenza tra la vita disperata del nordestino e quella normale del gaucho. Il sud ha un altro ritmo di progresso e di vita. È molto più attivo. Il Nordeste è lento, molto sofferente, e per questo è più lirico e intriso di poesia.
Come non potevo sorridere di questo passo di Jorge Amado, che quasi sembra parlare di quel che si dice dei Meridionali e dei Settentrionali d’Italia, ma capovolti nella prospettiva?
In giro per le Americhe a volte è anche un riflessione sullo stato della letteratura sudamericana, al tempo del suo autore: non è una cosa che al momento può interessarci, ma mi è sembrato giusto segnalarlo. Tuttavia, è interessante la teoria estetica: è la vita dolorosa e difficile del Nordeste rende possibile, qui, la nascita di una forma di narrazione corale drammatica e intrisa di carnalità. Amado stesso è appartiene a questa “scuola” narrativa.
In giro per le Americhe è ha senza dubbio rafforzato il mio grande desiderio di tornare in Sud America. Il suo più grande pregio è stato quello di avermi tenuto compagnia in metropolitana e la sera prima di andare a letto, con storie di varia umanità, corredate dall’ironia di Jorge Amado che non è mai pungente, ma divertente e illuminante.
Ti ringrazio, fratellino brasiliano del nostro Giuseppe Ungaretti. E ringrazio di nuovo Simona per questo regalo così gradito e a te lettore, che hai avuto la pazienza di leggermi.
A presto,
Bruna Athena