“Vedi Napoli e poi muori”, si dice. Be’, per me è un po’ esagerato, perché il mondo è grande e certo non finisce qui! Però oggi ho voglia di parlarti proprio di cosa vedere a Napoli per coglierne il meglio. A tal proposito, ti rendo noto che per la visita di una parte dei siti di cui andrò a parlare la spesa è stata regalata da Hotels.com, ma tutte le opinioni sono le mie. Per me esistono ragioni valide per visitare ognuno dei posti citati. Aiutati con il box sottostante per seguire i 5 itinerari consigliati. E ora partiamo!
Napoli, 5 itinerari:
Cosa vedere a Napoli almeno una volta nella tua vita
Consigliare cosa vedere a Napoli in un giorno o più è un’impresa davvero titanica, anche per me che vivo qui da sempre. Ci sono tanti luoghi che non ho mai ancora visitato, molti altri in cui invece sono stata diverse volte perché la loro bellezza non mi basta mai. Ad ogni modo, immagino che sarai andato alla ricerca di hotel a Napoli e che ora tu abbia bisogno di ordinare un po’ le idee per scoprire la città. Per agevolarti in tal proposito, ho deciso di individuare 5 itinerari per non perdere il meglio della città partenopea. Potrai dunque scegliere i percorsi che sono più nelle tue corde, i posti che assolutamente non puoi perdere, quelli che secondo me vanno visitati almeno una volta nella vita quando si viene qui. Ma ora bando alle ciance!
Itinerario 1: Napoli sottoterra
Napoli pullula di vita, le sue strade sono affollate e rumorose, ognuna di esse ha una storia da raccontare. Ma il sottosuolo narra le alterne vicende della città, non è quindi da meno. Nelle viscere della terra, scopriamo il suo passato, da quando fu un insediamento greco a quando passò sotto il dominio dei Normanni, degli Spagnoli, degli Angioini e poi dei Borbone. L’esperienza di Napoli sotterranea è davvero una di quelle da fare un volta nella vita. Non è una visita così impegnativa né così claustrofobica – il famoso tratto con candela in mano, molto stretto, non è obbligatorio.
È sicuramente una delle cose più suggestive da fare a Napoli. Assieme al tour nei sotterranei della Basilica di San Lorenzo, il percorso classico ti porta indietro nel tempo, fino ad arrivare alle prime costruzioni greche, poi perfezionate dai Romani. Della civiltà romana, sono principalmente visibili le botteghe del macellum, l’anfiteatro e gli ambienti pubblici della città, nonché le cisterne d’acqua. Infatti, qui ci troviamo proprio a percorrere cardi e decumani: siamo nel ventre di Napoli, in tutti i sensi! Chiaramente, questi sono siti da visitare con guida.
Ma il sottosuolo di Napoli ne ha per ogni epoca storica. Basta andare nel Rione Sanità, per visitare le catacombe di San Gaudioso. Al di sopra del complesso cimiteriale paleocristiano, s’erge la basilica barocca di Santa Maria della Sanità, in cui i monaci agostiniani misero su un (lugubre) gran giro d’affari. Ma di questo, più nel dettaglio, ti racconterò in un articolo interamente dedicato al Rione Sanità. Per ora desidero solo anticiparti che questa è stata una delle visite più interessanti mai fatte a Napoli, anche perché permette di comprendere anche l’origine di alcune espressioni tipiche di noi napoletani. Infine, l’itinerario sotterraneo della città si completa con i 4 percorsi messi a disposizione dall’associazione che gestisce la Galleria Borbonica. Di questo sito mi ha particolarmente colpita il fatto che divenne un luogo legato a una delle pagine più tristi della storia contemporanea: la Seconda Guerra Mondiale.
Nelle grandi cisterne e caverne scavate nel tufo, la popolazione trovava rifugio durante i bombardamenti che devastarono la città. Nelle gallerie, sono stati trovati i resti degli oggetti che le persone portavano con se, durante le lunghe ore di permanenza nei rifugi – ma anche quelli che vi finirono dentro, a causa dell’incuria.
Ricapitolando:
- Napoli sotterranea (percorso classico)
- sito archeologico di San Lorenzo
- catacombe di San Gaudioso nel Rione Sanità
- Galleria Borbonica
Itinerario 2: i chiostri e le chiese più belle di Napoli
È il caso che faccia una premessa: Napoli è stracolma di chiese e chiesette: gotiche, barocche, neoclassiche, per tutti i gusti. Alcune non sono in buono stato, purtroppo. Invece alcune di queste sono tesori unici di storia e di arte, bellezze che resistono nonostante il passare del tempo. Ti segnalo quelle che ritengo assolutamente meritevoli di una visita almeno. E vorrei partire dal duomo di Santa Maria Assunta. Ammetto che per tanto tempo ho un po’ snobbato il duomo, forse perché mi infastidiva – e mi infastidisce ancora, a dirla tutta – che esso si trovi così “affogato” tra i palazzi della via omonima. Poi nel tempo l’ho rivalutato, grazie a una visita guidata che mi ha fatto scoprire l’antichissima basilica di Santa Restituta e tutte le particolarità della cattedrale.
Ad essa si accede da una delle navate laterali e rappresenta uno degli esempi più pregevoli di basilica paleocristiana. Arricchita di mosaici, custodisce il battistero più antico dell’Occidente: il battistero di San Giovanni in Fonte. Com’era di consuetudine in epoca paleocristiana, il fonte è stato scavato a terra. E poi c’è un’altra cosa che apprezzo tantissimo del nostro duomo: la maestosa abside.
Maestosa ugualmente, ma per nulla eccentrica, e solenne nella sua semplicità, per me la basilica di Santa Chiara è la chiesa più bella di Napoli. E infatti, mi sono sposata lì! In realtà, il complesso attuale è il risultato di un’opera di restauro avvenuta in seguito all’incendio causato dai bombardamenti degli anni ’40. Adesso appare del tutto spoglia, ma da qualche parte si intravedono ancora gli affreschi di Giotto.
Il complesso monumentale non è del tutto gotico: nel XVIII furono effettuati interventi in chiave barocca e anche il bellissimo chiostro maiolicato è in realtà in stile barocco. Tre secoli fa Santa Chiara era profondamente diversa da come è ora! Io la preferisco adesso.
Dirimpetto alla Basilica di Santa Chiara, sull’omonima piazza, si trova la chiesa del Gesù Nuovo. Non la preferisco, ad onor del vero, in quanto esempio di barocco napoletano oserei dire decisamente spinto. In altre parole, a me stufa. Tuttavia, è da segnalare poiché è una chiesa importante per Napoli e la sua storia artistica. Squisitamente barocca è anche la Chiesa di San Gregorio Armeno, che si trova nella “strada dei pastori” – immagino che una tappa nella via dei presepi vuoi farla, vero? Della basilica, in realtà, ho amato il chiostro perché è silenzioso, nonostante si trovi nel bel pieno del marasma del centro storico napoletano. È ricco di verde e trasmette un grande senso di pace; consiglio di visitarlo con una guida che sappia raccontarvi la storia delle suore del convento.
Un’altra bellissima chiesa di Napoli è San Domenico Maggiore, anch’essa un esempio ben riuscito di commistione di stili architettonici. Credo che quel che più mi piace di San Domenico sia la facciata esterna, che dà sull’omonima piazza – tra le più vivaci della città. Alle sue spalle si trova Cappella San Severo, ma di questa parlerò più avanti in questo articolo. Ora voglio concludere questo itinerario segnalandoti delle chicche poco conosciute ai più: Sant’Anna dei Lombardi, Donnaregina e San Giovanni a Carbonara. Non è la prima volta che parlo di queste chiese, ma repetita iuvant: sarebbe un peccato perdersele!
Sant’Anna dei Lombardi l’ho scoperta quasi per caso. Situata a pochi passi da Piazza del Gesù Nuovo, custodisce la splendida Sacrestia del Vasari. Invece, San Giovanni a Carbonara e Donnaregina si trovano nei dintorni del duomo.
La prima è una vera e propria perla, davvero poco conosciuta, eppure custodisce una delle cappelle più belle di Napoli: la Cappella Caracciolo del Sole.
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Infine Santa Maria Donnaregina Nuova, la quale è sì uno dei maggiori centri monumentali della città e ulteriore esempio di arte barocca, ma ingloba il complesso gotico – non in ottime condizioni, ma vale la pena visitarlo – nel quale sono ancora visibili gli affreschi di scuola giottesca.
Eh lo so, è stato un excursus davvero veloce, ma sulle chiese e i chiostri di Napoli ci sarebbero pagine e pagine da scrivere! Spero di averti dato qualche spunto, intanto riassumo qui tutti i siti citati:
- Santa Maria Assunta: il duomo di Napoli
- Santa Chiara e il chiostro maiolicato
- la chiesa del Gesù Nuovo
- San Domenico Maggiore
- San Gregorio Armeno
- Sant’Anna dei Lombardi
- San Giovanni a Carbonara
- Donnaregina Nuova (e Donnaregina vecchia)
Itinerario 3: i castelli partenopei
Posso dire, senza aver timore di sbagliarmi, che alcuni dei simboli più caratteristici di Napoli siano i suoi castelli. Scommetto che se pensi alla mia città, probabilmente ti vengono in mente Piazza Plebiscito e il Castel dell’Ovo o il Maschio Angioino, non è vero? Be’, chiaramente i siti appena citati sono tra le cose da vedere a Napoli almeno una volta. Tempo fa ho già parlato della visita al Maschio Angioino, organizzata da Timeline Napoli, per scoprire gli scavi archeologici inglobati nel complesso. In epoca romana, infatti, dove ora si trova l’altrimenti detto Castel Nuovo, s’estendeva l’ampia e lussuosissima villa di Lucullo. Al di là dei resti più antichi, vale la pena visitare il Maschio per l’elegante Sala dei Baroni e per la Cappella Palatina. E poi diciamola tutta: il Maschio Angioino sembra proprio il castello medievale per eccellenza!
La villa di Lucullo citata poco fa era davvero un gran bel complesso, con un orto botanico molto esteso e allevamenti di pesci. Lucullo si trattava divinamente! Questa villa, infatti, in realtà copriva per lo più l’isolotto di Megaride. È qui che avvenne la fondazione di Parthenope, per mano dei Greci di Cuma. Detto questo, l’attuale Castel dell’Ovo è il risultato di secoli di mutamenti: è stato fortezza, monastero, castello normanno, prigione. Credo che per noi napoletani rappresenti un po’ un luogo del cuore: è bello vederlo lì sul mare, esposto alla brezza del golfo. È un po’ come il Vesuvio: una certezza.
Alle spalle del Maschio e del Castel dell’Ovo, sulla collina di San Martino domina Castel Sant’Elmo. È sede di un museo permanente e generalmente si visita assieme alla Certosa di San Martino.È un’altra visita che consiglio di fare, anche perché il panorama di Napoli da lì è strepitoso: è chiaramente visibile come la città venga divisa in due da Spaccanapoli, ovvero da San Biagio dei Librai e Via Benedetto Croce.
Esse, infatti, corrispondono all’antico decumano inferiore, lo stesso che hai percorso nei sotterranei! Quindi i siti consigliati sono:
- Maschio Angioino
- Castel dell’Ovo
- Castel Sant’Elmo
Itinerario 4: la Napoli Borbonica
Ho pensato di inserire a parte il Palazzo Reale e il Teatro San Carlo, poiché sono legati a vicende “borboniche” e sono meno antichi degli altri luoghi che ti ho citato. Il fatto che siano più giovani, mi pare ovvio, non li rende meno interessanti o pregevoli!
Il Palazzo Reale, infatti, è uno dei posti che ho visitato più spesso: lo Scalone mi lascia sempre a bocca aperta. Alcune sale sono a dir poco magnificenti, ma forse quel che mi colpisce di più del palazzo non è la pienezza degli appartamenti storici, bensì la leggerezza e gli effetti di luce delle grandi vetrate che danno sui giardini pensili del piano superiore e su Piazza Plebiscito.
Il Teatro San Carlo è un pezzo di storia, di Napoli e della musica italiana. È tra i più antichi e illustri teatri coperti d’Europa; in questo teatro hanno suonato Rossini, Donizetti e Verdi, ma anche famosi danzatori di fama internazionale. Quando vi sono entrata la prima volta sono rimasta di stucco: non me lo aspettavo tanto maestoso, ma forse inconsciamente lo sottovalutavo – perché poi non so! Alberto Angela ha dedicato un interessante documentario al San Carlo, ma se sei in città ti consiglio di vederlo con i tuoi occhi e fare una visita guidata. Il teatro è adiacente al Palazzo Reale. Ora possiamo aggiungere altri due siti alla lista:
- Palazzo Reale
- Teatro San Carlo
Itinerario 5: dall’arte antica all’arte contemporanea
Non è che fino ad ora non abbiamo parlato di arte, anzi. Ho citato Vasari e Giotto, ma per brevità non chi ha realizzato e/o abbellito gli altri luoghi che ti ho consigliato di vedere. Nonostante questo, non posso non citarti alcune destinazioni top di Napoli. Ce n’è solo una che ancora non ho mai visitato: la Reggia di Capodimonte. Situata nel bosco omonimo, la reggia è oggi un museo di arte pittorica tra i più pregevoli d’Italia e d’Europa. Al momento, è in corso una mostra su Caravaggio, artista di cui Napoli possiede diverse opere e non solo a Capodimonte. Tra queste, le Sette opere di Misericordia, al Pio Monte della Misericordia (su Via Tribunali), e il Martirio di Sant’Orsola, presso Palazzo Zevallos Stigliano (su Via Toledo).
Veniamo adesso ai siti che invece ho visitato e anche più di una volta. Il primo tra tutti è il mio museo di Napoli preferito: il Museo Archeologico Nazionale. Adoro questo posto, perché amo in particolar modo l’arte antica e perché qui si trovano opere tra le più belle in assoluto – per me è chiaro: il Toro Farnese, l’Ercole Farnese, la Battaglia di Isso di Pompei e la Tomba del Tuffatore di Paestum.
Avendolo rivisitato proprio da pochi giorni, ho avuto l’opportunità di ammirare la mostra dedicata ad Antonio Canova, che comprende anche le opere normalmente custodite all’Ermitage di San Pietroburgo. Per me un vero napoletano, per onorare il patrimonio storico di Napoli dovrebbe visitare il MANN almeno una volta nella propria esistenza. Ma sono radicale e credo che lo stesso debbano fare almeno almeno tutti gli italiani in visita!
Se invece la tua passione è l’arte contemporanea, fai un salto al MADRE che costituisce il completamento più all’avanguardia del complesso monumentale di Donnaregina. Vi sono stata tante volte, anche se non sono un’amante sfegatata del genere.
Concludo il percorso alla scoperta di Napoli con le opere d’arte tra le più stupefacenti in assoluto, nel contesto napoletano, ma non solo. Mi sto riferendo a Cappella Sansevero luogo in cui l’arte si fa stupore. E il senso di meraviglia non è attribuibile esclusivamente al Cristo velato, che già di suo ha quasi dell’incredibile. Se del Toro Farnese del MANN ciò che mi colpisce è la grandezza, del Cristo avvolto nel sudario colpiscono i dettagli. Questo vale ancora di più nel Disinganno e nella Pudicizia. Quest’ultima è la mia opera preferita, perché tutti i particolari – gli occhi e la bocca, le mani, i capezzoli – sono resi con un realismo tale da far venire il serio dubbio che si tratti di una statua di marmo. È come se in Cappella Sansevero ce ne fosse davvero molto, molto poco di marmo. Vale la pena fare un po’ di fila per partecipare a una tale esperienza artistica. Concludendo, altri siti da non perdere sono:
- Il Museo Archeologico Nazionale
- Cappella San Severo
- Museo MADRE
- Reggia di Capodimonte
Spero che i miei 5 itinerari siano d’ispirazione, ma soprattutto mi auguro che tu a Napoli venga e stia bene. Per qualsiasi domanda, scrivimi! A presto,
Bruna