Enciclopedia della donna, Valeria Parrella
Hai mai sentito parlare de La Grande Enciclopedia della donna di Fabbri Editore? Prima di leggere il libro di Valeria Parrella non sapevo nemmeno cosa fosse. Si tratta di una vera enciclopedia, scritta per le donne che desideravano essere perfette massaie. L’Enciclopedia sa dirti come cucinare lo stufato di carne e come eliminare le macchie di vino dai tessuti. Non sa dirti però come vivere il sesso.
E cosa ci stupiamo a fare?
Enciclopedia della donna. Aggiornamento di Valeria Parrella vorrebbe completare l’opera di Fabbri, aggiungendo un volume fondamentale: la fica.
L’autrice napoletana immagina una donna indipendente, che vive serenamente la propria sessualità, concedendosi relazioni adulterine, sveltine, esperienze con altre donne e così via. Più di ogni altra cosa, tenta di sviluppare la voce enciclopedica opponendosi apertamente a tutti quei luoghi comuni che riguardano l’approccio femminile al sesso – meno uno, a parer mio, ma non è il caso di scendere troppo nel dettaglio.
Voglio dire che io faccio una sega se sto di genio, infatti preferisco fare queste cosette esterne quando sono ancora eccitata: se sono venuta, poi già lo so che mi annoio. (…) Ma parliamoci chiaro: statisticamente, quante volte in una vita si scopa con amore? (per amore è una preposizione che manco voglio pensare). Uno, due uomini, tre in una vita? Con ognuno diciamo un giorno sì e un no per un paio di anni? Mille volte. Non è male. Ma le altre mille e mille centro e deinde mille è meglio giocare con il pisello finché è un gioco pure per te sennò poi finisci con l’ovetto, cioè con il pensiero altruistico che lui si meriti di venire e che questo merito glielo devi assegnare tu. Che noia. Ma la mia amica è una sentimentale, io invece no.
Ne viene fuori un racconto sincero e irriverente di una vita (sessuale) trascorsa alla ricerca del puro piacere e divertimento. Niente sentimentalismi: l’amore è più unico che raro. Non c’è trippa per gatti, quando si viene avvicinate da uomini intellettuali o che si perdono troppo facilmente in convenevoli. Il corteggiamento non è poetico, anzi; l’approccio del maschio non può che essere diretto, mirato, assolutamente non fraintendibile. I preliminari sono roba per chi è alle prime armi.
In altre parole, questa donna sembra quasi un uomo…
Considerazioni sull’Aggiornamento dell’Enciclopedia della donna
Il libro di Valeria Parrella mi ha strappato qualche sorriso, ma credevo che potesse coinvolgermi di più nella riflessione. Delinea il ritratto di una donna libera e sicura di sé, che sa concedersi qualche ora di sano godimento senza piombare nei sensi di colpa e a dispetto di quanti sostengono che le donne vogliano sempre coinvolgere il sentimento. Perché in realtà le cose stanno così: all’occasione le donne sanno divertirsi, non vanno cercando in ogni incontro l’uomo della vita, ma spesso tutto questo viene mortificato dalla mentalità essenzialmente fallocentrica e maschilistica che ancora permea le nostre menti.
Ho concluso il paragrafo precedente affermando che “questa donna sembra quasi un uomo”. Ecco, il libro l’ho trovato divertente, ma tutto sommato mi è sembrato di aver letto il racconto di un uomo – bello infarcito di luoghi comuni, in quanto maschio. Non mi dispiace affatto che vi sia similarità di atteggiamenti e intenti tra uomini e donne, quindi non è questo il punto.
C’è un elemento che stona in tutto l’insieme: la donna enciclopedica è cinica, forzatamente menefreghista, volutamente bruta. Insomma, per essere libere sessualmente bisogna stufarsi dei preliminari o degli approcci soft? Bisogna credere che un uomo poco invadente e meno diretto non ci sappia fare?
Onestamente, non ci sto. Mi pare di trovarmi di nuovo a un bivio, come quando ti si dice che se vuoi essere considerata brava devi farti brutta, altrimenti sarai bella e incapace.
Che ben venga, quindi, la sincerità, perché non mi piace che ci si nasconda dietro a un dito. Dobbiamo parlare di scopate? Va benissimo. Dobbiamo nascondere i nostri desideri? Se lo facciamo, lo facciamo per quieto vivere e questo non ci impedisce di provarne. Detto questo, la donna dell’Enciclopedia continua a rappresentarmi davvero molto poco, anche con l’aggiornamento. Forse non è universale affatto.
A presto!
Vi parla un ex venditore della suddetta enciclopedia della Fabbri, o antenata, rigorosamente porta a porta. Vi dirò: se la compravano anche gli uomini single. Ciò non toglie che, davvero, scadere nel luoìgo comune rassicurava sia maschi che femmine. Detto ciò, il commento di Bruna sul testo mi fa pensare che, sì, davvero si poteva scrivere di più e meglio delle donne. Da sempre, da chiunque e ovunque.
Credo che il libro di Valeria Parrella può stimolare la riflessione, ma non mi è sembrato così entusiasmante.
Insomma il marchese de Sade docet.
Devo dire che è stata una lettura un po’ deludente.