I sonetti dell’amore oscuro, Federico Garcia Lorca. L’amore del poeta spagnolo è una ferita pulsante.
Cos’è la poesia? Immediatezza. Cos’è l’amore? Bella domanda! Scomodando il titolo del celeberrimo racconto di Raymond Carver, riformulo il quesito: cosa intendiamo per amore, quando ne parliamo? Non voglio nemmeno provare a dare una risposta. Il massimo che io possa fare oggi è solo darti un assaggio di quell’amore oscuro, cantato da Federico Garcia Lorca.
La poesia non si recensisce, quindi questa non è una recensione. Ho letto I sonetti dell’amore oscuro per familiarizzare con Lorca e con un’accezione dell’amore che mi affascina molto, perché è vicina alla mia percezione. Non mi fido di chi in una sola parola o in una sola espressione mi liquida la faccenda, come se fosse la cosa più semplice da esprimere in questo mondo. Mi ritrovo invece in chi sa semplificare, senza togliere nulla alla complessità del sentimento amoroso. Ho scelto di leggere I sonetti dell’amore oscuro perché Lorca non è minimamente idilliaco.
Sonetto della ghirlanda di rose
Presto con la ghirlanda, su, che muoio!
Svelto, intrecciala! Canta, gemi, canta!
L’ombra m’intorbida la gola
e mille volte e più splende gennaio.
Tra l’amore mio per te e tuo per me,
vento di stelle e fremito di pianta,
densità d’anemoni solleva
in un gemito cupo, un anno intero.
Fresco il paesaggio della mia ferita,
Godilo! Spezza giunchi e ruscelli
delicati! Da cosce di miele bevi
sangue sparso! Ma presto! Uniti, avvinti,
bocca rotta d’amore, anima a morsi,
il tempo ci ritrova consumati.
Secondo la critica, pare che in questi sonetti il poeta faccia intendere di essere omosessuale. La cosa poca importa: quanto viene celebrato nei versi è valido universalmente.
L’amore oscuro di Lorca è carnale, a tratti bucolico. Come dicevo, non è idilliaco: che il passare del tempo sia percepito come una vera e propria forma di tirannia è più che evidente. L’amore va consumato in fretta, con violenza, prima che bocca e anima si trasformino in polvere.
I sonetti sono un invito a vivere nel momento attuale, in un insieme di attimi che portano con sé una quantità di dolore, più o meno intenso. In altre parole, l’amore è dolore, ferita fresca che non si rimargina mai.
Piaghe d’amore
La luce, questo fuoco che divora.
Questo paesaggio grigio che m’attornia.
Questa pena per una sola idea.
Quest’angoscia di cielo, terra e d’ora.
Questo pianto di sangue che decora
lira senza timbro, torcia senza presa.
Questo peso del mare che mi frusta.
Questo scorpione che attendo entro di me.
Ghirlanda d’amore, letto di ferito,
sono e di insonne, sogno la presenza
tua nel fondo in rovina del mio petto;
e se ricerco una vetta di prudenza
il tuo cuore mi dà una valle densa
di cicuta e passione d’aspra scienza.
Nei sonetti di Lorca, il riferimento a morte e sangue è continuo. Vivere l’amore oggi non significa essere nella pace dei sensi, anzi. I momenti di piacere e distensione esistono, ma fuggono via veloci. Più di ogni cosa, l’amore è attesa struggente, presenza costante e a volte inquietante di un pensiero ossessivo, che monopolizza l’esistenza.
Amare è mostrare le carne, esporla a morsi e graffi. Così va, fino al momento estremo. Nel frattempo, la vita è pianto, piacere, canto di usignoli e tramonto.
Voglio piangere sopra la mia pena
e te lo dico perché tu mi pianga
e m’ami in un tramonto di usignoli
con un pugnale e con baci insieme a te.
(da Il poeta dice la verità)
Credo che I sonetti dell’amore oscuro non siano adatti a tutti. I versi potrebbero ingabbiarti nell’angoscia: proverai a liberarti. Potrebbero annodarsi a te come catene e soffocarti: potrebbe piacerti. Se pensi che possa accaderti questo, leggili. A presto,
Bruna