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Visita al Museo del Tesoro di San Gennaro

Museo del Tesoro di San Gennaro a Napoli

Il Museo del Tesoro di San Gennaro si trova presso il Duomo di Napoli, quindi in pieno centro storico. La visita al museo è una delle mie più recenti: ho atteso 37 anni per appurare la maestosità del tesoro. Esistono delle buone ragioni per vedere il museo? Certo! E non è affatto necessario essere devoti 😉

Il Museo del Tesoro di San Gennaro a Napoli

In Italia, tutti conoscono l’intimo legame tra Napoli e San Gennaro. Il culto e anche la custodia del Tesoro sono sotto la responsabilità della Deputazione, organismo laico che fa ciò da 500 anni. Eppure, il museo dedicato al patrono non è affatto uno dei siti più visitati della città. Diffidenza? Pregiudizio? Può darsi.

Del resto, sono la prima a dirlo con molta sincerità: non sono religiosa e anche nell’epoca in cui lo sono stata non ho mai apprezzato la devozione popolare ai santi. Ma di queste mie idiosincrasie ce ne facciamo una ragione.

Museo di San Gennaro: la cintura

Ci sono addirittura ricorrenze che per la loro maestosità e creatività sono diventate Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO. Mi riferisco alla Festa di Santa Rosa di Viterbo e alla Festa dei Gigli di Nola, ad esempio.

Ebbene, la visita al Museo di San Gennaro può entusiasmare chiunque. Perché le ragioni per visitare il museo ci sono e sono tutte più che valide:

  • è l’occasione per conoscere meglio la storia di un regno;
  • chiarisce le dinamiche grazie alle quali sono nate le più belle chiese e basiliche d’Italia;
  • ti offre l’opportunità di ammirare opere d’arte uniche nel loro genere: oggetti preziosi, nati dall’abilità degli orefici di Napoli.

Cosa c’è nel museo? Be’, in primo luogo il percorso museale parte dalla Reale Cappella di San Gennaro, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta. Qui ora è stato collocato il busto in oro e argento che, occasionalmente, viene vestito.

Museo del Tesoro: San Michele

Si prosegue nella sacrestia, in cui oggi trovano collocazione alcune opere pittoriche e sculture in argento, che riempiono diverse sale. San Michele è senza dubbio la mia opera preferita. Ad un certo punto incroci il reliquario, un’opera a tutti gli effetti stratificata, cioè maneggiata in varie epoche.

Gioielli del Tesoro di San Gennaro

Devi sapere, infatti, che gli Angioini importarono un bel po’ di competenza nell’oreficeria a Napoli, nel Trecento. Ma poi gli artigiani napoletani hanno saputo non solo apprendere, ma anche superare, in maestria, i francesi. Raggiunsero picchi d’eccellenza, attingendo anche alle tendenze provenienti dalla scuola orafa senese. L’arte dell’oreficeria si affermò come una delle più floride del Regno. Tale rimase, anche con l’arrivo degli Aragonesi.

Be’, di queste abilità e della ricchezza approfittarono nobili e regnanti, anche per donare al santo, – morto e ultra morto, paramenti tanto preziosi da lasciare a bocca aperta.

La mitra è senza subbio l’opera d’arte più stupefacente della collezione: oro, smeraldi, rubini, diamanti, e nessuno spazio vuoto. L’horror vacui, qui, nella Napoli barocca e del Settecento trova la propria casa. E lo si vede anche nella collana di San Gennaro.

I doni dei sovrani sono per lo più calici e oggetti liturgici, beni preziosissimi che fai fatica a collocare in mano a chiunque, tutto sommato. Cosa dovrebbe farsene un santo? Forse di primo acchito ti indigni pure, giustamente.

Ma mettiamoci nella testa dei nobili signori e delle nobili signore di un tempo: i doni al vescovo, al papa, al santo sono modi per rendere manifesta la devozione, ma nel profondo sono pura e semplice captatio benevolentiae. Insomma, è il prezzo da pagare per ottenere amicizie, stringere alleanze, per farsi digerire meglio dal popolo, a fronte di azioni compiute anche poco cortesi, di tanto in tanto.

Del resto, come è nata la Cappella degli Scrovegni di Padova? La Brunella a Firenze? Il chiostro maiolicato di Santa Chiara a Napoli? Un’ultima domanda che sorge spontanea: Giulio II meritava la Cappella Sistina di Michelangelo?

Museo del Tesoro di San gennaro: paramenti sacri

Un do ut des, con una dose massiccia di megalomania. Tuttavia, senza questo, non avremmo un bel po’ di cose che, ricordiamolo, ci riempiono d’orgoglio e non poco.

Pare che il Tesoro di San Gennaro sia ben più prezioso del tesoro di non ricordo quale regina. O forse dovrei proprio dire re, adesso? Poco importa. È solo arte, fatta dall’Uomo per l’Uomo. Sulle intenzioni sospendo ogni giudizio. Ti invito a fare lo stesso, magari visitando il museo con una guida.

Museo di San Gennaro: ritratto del santo, Solimena

Lascia che gli occhi si posino su zaffiri e smeraldi. Alla fine del percorso, eccolo, Gennaro. Sembra giovane, è magrolino e sbarbato. Non è di Napoli, lo sapevi? È beneventano, decapitato a Pozzuoli. Francesco Solimena lo dipinge così: ha l’aria simpatica, conciliante, sembra che dica: “Statte buon, piccerella!”

Visita al Museo di San Gennaro: orari e tariffe

Come già ti dicevo, il Museo del Tesoro di San Gennaro si trova a Via Duomo. È aperto tutti i giorni, dalle 9:30 alle 18:00. Ricorda che si può entrare fino a un’ora prima della chiusura.

La Cappella del Tesoro osserva i seguenti orari:

  • lunedì e sabato, 09:30–13:00/ 15:00-18:00;
  • da martedì a venerdì: 09:30–13:00 / 14:30-18:00 
  • domenica: 09:00–13:00/16:30–18:00

Qui, invece, puoi entrare fino a 30 minuti prima della chiusura. Per una visita ordinaria, queste sono le tariffe:

  • 12 € intero adulti;
  • 8,5 € ridotto per over 65, accompagnatori disabili, religiosi, convenzioni;
  • gratuito per minori di 12 anni, giornalisti accreditati, disabili dal 75%, insegnanti accompagnatori delle scolaresche, guide autorizzate;

Per tutte le convenzioni, le tariffe per famiglie e i biglietti con visita guidata, ti consiglio di consultare il sito ufficiale del museo. Se hai bisogno di ulteriori informazioni, chiama lo 081-294980 oppure scrivi a info@tesorosangennaro.it

E ora che abbiamo anche badato agli aspetti pratici…statt’ buono!

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