Fondazione Made in Cloister è uno dei siti più attivi nel centro storico di Napoli, grazie agli eventi e alle esposizioni di arte contemporanea organizzati tutto l’anno. Nel momento in cui scrivo, è in corso la mostra Crossing the Sea, dell’artista americana Carole A. Feuerman.
Potrebbe piacerti, se apprezzi l’arte contemporanea e la fotografia. Colgo l’occasione per parlartene, perché credo che sia giusto dargli attenzione.
Fondazione Made in Cloister
Il chiostro
La fondazione ha sede nel chiostro di Santa Caterina a Formiello, chiesa del Cinquecento situata immediatamente oltre Porta Capuana, a un passo da Via Carbonara, Via Duomo e Via Tribunali. Il chiostro è il luogo in cui di fatto si tengono i maggiori eventi espositivi organizzati dalla fondazione, la quale si è interessata al suo restauro e alla sua riconversione.
Be’, quella di Napoli con i suoi chiostri e i luoghi riconvertiti è una storia appassionata e travagliata. Lunga e travagliata è anche la vicenda di Santa Caterina a Formiello, il cui complesso fu trasformato dai Borbone in un opificio. Ed è questa la ragione per cui accanto al chiostro c’è il Lanificio borbonico, la cui attività ebbe fine con l’avvento dei Savoia, in seguito all’Unità d’Italia.
Anche il Lanificio è ormai noto per la sua riconversione a spazio per eventi musicali, cene, laboratori e altre attività creative. Tornando al chiostro, basta uno sguardo per comprendere che a suo modo è un sito speciale. E quando ti ritrovi al cospetto delle opere più estrose degli artisti contemporanei, sai che le barriere temporali sono state abbattute: simultaneamente, sei nel presente, forse nel futuro, nel Rinascimento napoletano e agli inizi dell’era industriale in Italia.
Il restauro ha riportato alla luce parte degli affreschi del chiostro, che raccontano la storia di Santa Caterina D’Alessandria. E non manca un tocco di archeologia industriale, grazie alla presenza dell’essiccatoio ligneo borbonico, proprio nell’area centrale di questo spazio.
Made in Cloister non è comunque solo uno spazio espositivo. Infatti, le aperture serali del giovedì o in concomitanza di eventi occasionali trasformano il chiostro in lounge bar e ristorante. Per questo genere di eventi, consiglio di consultare il profilo Instagram della fondazione.
Esposizioni ed eventi
Forse tra le righe s’intende, ma così è: torno più volte l’anno a Made in Cloister, proprio per le mostre, più che per i drink. In genere, le esposizioni sono attive per settimane, se non mesi.
Crossing the Sea di Carole A. Feuerman proseguirà fino al 16 settembre. Ad ora, è forse la mostra che ho preferito, tra quelle viste nel corso degli anni. Ribadisco il mio stupore nel vedere realizzate opere così realistiche da essere stupefacenti.
E, più ci si avvicina, più aumenta lo stupore: non ho la più pallida idea di come l’artista sia riuscita a generare l’effetto “grana della pelle”, la stratificazione del make-up sul viso, le gocce di acqua. Trucchi del mestiere, senza dubbio. Fa “strano” lo stesso ed è il bello di tutto questo iperrealismo.
E a proposito di make-up, ecco qualche considerazione strettamente personale, da soggetto che poco sa di arte contemporanea, ma che si sforza di comprenderla. Ho appreso che Feuerman si è ispirata a due visioni, che trovo complementari e che generano, in chi osserva le sue opere, un contrasto fortissimo. La prima visione ha a che fare con i bagnanti di Long Island e Key West.
La seconda con i migranti cubani, che approdavano negli anni ’70 sulle coste degli USA su zattere e gommoni. Crossing the Sea è composta da 12 opere e da alcune fotografie. Queste ultime sono evidenze degli arrivi dei migranti. Le 12 figure femminili sono state realizzate per esprimere un “sentimento universale” di piacere e bellezza.
E, infatti, quale maggiore contrasto potremmo mai trovare, se non quello tra chi si gode la vita e chi, vive di necessità essenziali e fugge, invece? Tant’è, la bellezza delle figure sta nelle loro forme giovanili e anche sensuali. E non ci piove.
L’esplorazione del bello e la sua proposta nell’arte contemporanea è uno degli intenti espliciti dell’artista. Ma (vuoi perché sono una donna vanitosa?) non mi è sfuggito il trucco, non mi sono sfuggite le ciglia finte, le unghie smaltate, le cuffiette di paillettes. Per meglio dire, non mi è sfuggito ciò che questi dettagli rappresentano, ai miei occhi, almeno. Altro non sono che piccole cose “inutili” che non fanno la bellezza, ma dovrebbero amplificarla, forse la esasperano, tanto da renderla artificiosa.
Composing Bioethical Choises di Aljoscha anche ho visto, ma durante un evento dedicato al vino naturale, Viva la Vite. In autunno, non ho resistito alla tentazione di vedere l’enorme cuore piovra, simbolo della mostra internazionale Interaction Napoli 2022.
Addirittura, perché non lo amo e non lo nascondo, sul finire del 2021 ho voluto anche vedere la mostra Pino Daniele Alive.
Informazioni utili
A questo punto vien da sé: è ovvio che per me una visita a Made in Cloister ci sta. Se vuoi farci un pensiero, ecco qualche informazione utile:
- il biglietto d’ingresso costa 5€;
- gli orari d’ingresso sono i seguenti: mercoledì- venerdì – sabato 11:00 -19:00; giovedì 11:00 – 22:00; domenica 10:00 – 14:00;
- il sito si raggiunge a piedi da P.zza Garibaldi, Via Duomo e dalla metropolitana linea 2, fermata P.zza Cavour.
Ti rendo noto che l’umanità di Porta Capuana è ampia e variegata. Niente paura, ma occhi ben aperti 😉
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