Le Cantine Astroni sono tra le più note realtà enologiche dei Campi Flegrei. E i Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica che si estende a nord ovest di Napoli, così da interessare anche Pozzuoli e le isole del golfo – dette, non a caso, Isole Flegree.
Immagina Napoli vista dall’altro e pensa a una sorta di groviera. I Campi Flegrei sono così: un sistema di circa 30 crateri, di cui il cratere degli Astroni è uno dei più grandi e giovani.
Sì, è abbastanza inquietante. No, non voglio pensarci. Beviamoci su, va’!
“Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”
Mi fido del Magnifico.
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Cantine Astroni e i vini dei Campi Flegrei
Terreno vulcanico, sabbioso e scuro; aria fresca, nonostante la calura estiva; tangibile presenza del mare, qualcosa che senti sulla pelle senza il bisogno di bagnarti: ecco perché le note di salinità caratterizzano i vini dei Campi Flegrei.
Qui dove tutto brucia (in greco, flego è “ardo”), la viticoltura arriva attraverso i Greci, quei coloni che attraversano il Mediterraneo, approdano a Siracusa e poi sbarcano a Cuma. Ma le Cantine Astroni nascono solo sul finire degli anni ’90 del secolo scorso, dopo 100 anni dalla decisione di Vincenzo Varchetta di fare del vino la propria attività commerciale. Dopo un secolo di coltivazione e produzione vitinicole, ci propongono Falanghina e Piedirosso.
E sai perché la Falanghina si chiama così? C’è di mezzo l’ingegno dei Romani, che prendono ciò che già è fatto dai Greci e risolvono problemi. Studiano, quindi, il modo di coltivare la vite. Pensano al palo, cioè alla falange: e la Falanghina è servita.
Ma questo lo scopro solo passeggiando tra i vitigni delle cantine, durante il tour che mi fa scoprire questa area di Napoli che non sembra una metropoli.
Come mai potrebbe, del resto? Dopo Vienna, Napoli è la città con più ettari vinificati in Europa. Parliamo di vigne metropolitane, quelle piccole oasi cittadine che se ci entri ti perdi e ti chiedi, seriamente, se per caso non sei cascato anche tu nella tana del Bianconiglio.
Durante la visita ci spiegano – una cosa per chi se ne intende, e io ci tengo a intendermene – che la Falanghina dei Campi Flegrei è diversa da quella del Beneventano. E per forza! Ricordi il mare che ti si attacca sulla pelle? Be’, te lo senti anche nel palato: è la salinità, la freschezza donata dai terreni vulcanici e marittimi, a distinguere questo vino dal suo fratello di collina.
Per fortuna, questo biotipo flegreo inizia ad avere più attenzione, ad acquisire prestigio. Che il Fiano – Bacco lo abbia sempre in gloria! – non se ne abbia a male, ma qui “arde” un nettare stimolante, da abbinare ai formaggi freschi, torte salate, antipasti di pesce.
E sulla pizza cosa ci mettiamo? Volendo, il Piedirosso. Confesso: è in generale il mio vitigno campano preferito. Dicono che la sua produzione sia più delicata, che ne parla pure Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia. Miscelato allo Sciascinoso, a volte con un po’ di Aglianico, dà vita al Lacryma Christi Rosso, ma lì andiamo verso il Vesuvio.
Wine tour di Cantine Astroni
Perché fare il wine tour con degustazione alle Cantine Astroni? Per due ragioni. La prima è ovvia: è sempre gradevole assaporare vini che, magari, non abbiamo mai provato prima. Durante la mia visita, ho assaggiato Colle Imperatrice DOP Falanghina e Colle Rotondella DOP Piedirosso. Nonostante sia un’amante dei rossi, ho preferito soprattutto il bianco.
La seconda ragione non riguarda solo la bellezza di conoscere qualcosa di nuovo. Direi che sia una ragione contemplativa, più che altro. Vale la pena visitare i vitigni anche per cogliere l’opportunità di osservare il paesaggio flegreo, quindi l’oasi degli Astroni, da una prospettiva privilegiata.
I wine tour si svolgono solo su prenotazione. Puoi scrivere a info@cantineastroni.com oppure chiamare al numero +39 081 588 41 82.
[A onor del vero, sono stata nella riserva tanto tempo fa: ero poco più che una bambina, un po’ in sovrappeso, poco interessata a certe esperienze e ricordo, della gita scolastica, solo la grande fatica di camminare per ore. Credo proprio di dover tornare. Ora c’è anche la Mostra dei Dinosauri e non vedo perché una bambina di 37 anni non debba avere il piacere di vederla.]