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Il content writer progetta i contenuti (e non si accontenta del blog)

content writer

Cosa fa il content writer? Scrive contenuti (testi), di vario genere. Nel contesto digitale, si parla più specificamente di web content writer. Ma, in fondo, questa è una realtà già nota. Mi preme più che altro affermare una più cruda verità: il content writer progetta i contenuti, conosce le loro finalità e, di conseguenza, non si accontenta del blog.

Il content writer non scrive solo blog post

Lo dico da blogger, cioè da professionista che si è formata a partire dal blogging: il blog non basta affatto per potersi definire content writer. In ambito digitale, scriviamo tante cose: email, schede prodotto, copy per social network, le pagine dei siti web. Il content writer è una figura professionale che presto o tardi ha preso confidenza con tutte le tipologie di testo appena citate.

Mi viene da pensare a uno degli artisti che più amo: Vincent Van Gogh. Per cosa lo ricordiamo? Per i girasoli, gli autoritratti, i paesaggi. Possedeva il suo stile, la sua pennellata: oggi come oggi, lo consideriamo inconfondibile. Sarebbe stato capace, Van Gogh, di disegnare una cattedrale rappresentandola esattamente così com’è, aderente al vero? Secondo me, sì. Su questo non ci piove e il discorso sullo stile è correlato, ma è un altro discorso.

Vale lo stesso per i content writer: magari ci si sente più orientati al blogging oppure ai testi brevi (tecnicamente, si chiamano microcopy), ma si è capaci di fare tutto.

E nemmeno questo basta, sai? Ci ho riflettuto a lungo e sono arrivata alla conclusione che la dote più significativa per un content writer è la progettualità.

Progettare i contenuti

Cosa significa progettare? Ti riporto l’accezione più attinente al discorso che intendo fare, riportata dal dizionario Treccani:

1. Fare il progetto di qualche cosa, cioè idearla e studiare le possibilità e i modi di eseguirla: p. la costruzione di un palazzol’apertura di un canaleil prolungamento d’una ferroviap. un nuovo ospedale

Ideare, studiare le possibilità e i modi di eseguire qualcosa: progettare è un’attività molto complessa, non c’è che dire. Se progettiamo contenuti, vuol dire non dobbiamo solamente scrivere. Significa che dobbiamo capire come e perché inserire un contenuto in qualcosa di più grande (una strategia di content marketing).

Bene, dunque, non lusinghiamoci troppo: a volte chi scrive e manda online contenuti è miope e non comprende che ogni canale richiede un “progetto”.

Come ti dicevo, ci ho pensato su parecchio, e ancora di più negli ultimi tempi. È successo perché mi sono trovata a leggere e sentire robe che ai miei occhi e alle mie orecchie sono apparse inesatte, improprie, in contrasto con ciò che si fa nella pratica.

A volte mi è sembrato di prendere parte alla sagra dei dogmi sulla scrittura digitale: bisogna scrivere tutti i giorni, si deve scrivere articoli molto lunghi (e ho già scritto qualcosa a proposito della lunghezza dei testi), si deve fare così e si deve fare colà.

Mettere mano ai testi e renderli davvero allettanti, utili, posizionabili su Google è una faccenda molto differente. Ma perché la sagra? Perché ognuno si sente in diritto di dire la sua su ogni argomento; perché qualcuno tende a far valere un’eccezione come regola applicabile sui grandi numeri; perché non si fanno le analisi e non si studiano le statistiche, che è come dire che si svolge un’attività a livello amatoriale.

Infatti, se si lavorasse bene dal principio alla fine, tutti si renderebbero conto che:

  • un blog post non è un contenuto di 300 parole, senza titoli: questo potrebbe essere il microcopy per un post di Facebook o di LinkedIn;
  • un blog post di 5000 parole, pure, non è un blog post: è l’estratto di un libro;
  • un testo in cui non fai altro che raccogliere idee e opinioni, senza parole chiave né struttura, FORSE potrebbe essere girato come email – non la farei così semplice, però è un modo di scrivere newsletter molto usato da chi si occupa soprattutto del cosiddetto marketing a risposta diretta e, talvolta, funziona;
  • uno sproloquio di 500 parole non è una scheda prodotto: nessuno leggerà mai quel testo, perché una sola cosa balzerebbe all’occhio dell’utente: il prezzo;

Potrei procedere oltre, ma mi fermo qui. È tutto molto semplice: ogni forma di contenuto ha la sua finalità e le sue caratteristiche. Se le confondi, alla fine qualcosa non torna. Ma chi possiede la capacità di progettare è il vero content writer.

Per cui, non te la prendere se il tuo o la tua writer osa dirti che non è il caso di aprire il blog, che bisogna rivedere il sito web, pianificare diversamente gli invii della newsletter.

Al contrario, ascolta: forse ha visto qualcosa che fai fatica a vedere, forse si è reso conto che hai una prospettiva distorta sui contenuti e intende solo progettare diversamente, ma per rendere meglio. Piuttosto, diffida da chi parla per dogmi e non sa spiegarti perché, nel tuo caso, il blog no e la newsletter sì o viceversa. Evidentemente, non ha praticato abbastanza 😉

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