Instagram al tramonto, di Paolo Landi (La Nave di Teseo) introduce il lettore a una prospettiva critica su Instagram e i suoi utenti, aprendo ad affascinanti interrogativi sul modo di abitare i social network.
Oggi voglio spendere due parole per un libro che si legge in un pomeriggio: Instagram al tramonto, di Paolo Landi. Non si tratta di un libro di web marketing, tecnico e per addetti ai lavori, ma di un breve saggio che apre un bel panorama critico su Instagram.
Instagram al tramonto
Paolo Landi sostiene che verso l’ora del tramonto gli utenti di Instagram siano più attivi e più propensi a pubblicare immagini del Sole che cala. In verità, e anche egli lo sa bene, le cose sono un po’ più complesse di così.
Senza dilungarmi su questioni tecniche, dico fin da subito che per comprendere Instagram al tramonto basta semplicemente essere fruitori assidui della piattaforma e familiarizzare con alcune dinamiche – noi professionisti della comunicazione digitale già le conosciamo bene.
Possiamo considerare gli influencer una delle nuove élite di Instagram? Sì, se assumiamo che le élite di Instagram siano forme massificate di individualismo, ossimori viventi che incarnano una esclusività omologata, esseri umani che si mettono a servizio di imprese che non hanno le idee chiare su come affrontare i nuovi mercati dell’era digitale e lo fanno tutti nello stesso modo, mettendosi in scena ma occupandola senza aver effettivamente meriti particolari, spesso nemmeno la bellezza, motore principale delle vecchie élite della moda.
Gli influencer, Instagram al tramonto
Instagram al tramonto ha un altro scopo: svelare ciò che sta dietro la smania di condivisione dell’utente medio di IG. Il libro non è un manuale di social media marketing, ma contiene qualche traccia di psicologia e sociologia.
Perché amiamo pubblicare foto in cui mostriamo a tutti cosa mangiamo? Perché su Instagram siamo tutti felici e sempre pronti a dispensare “good vibes”? Per quale ragione cerchiamo di atteggiarci a influencer?
Più che dare delle vere e proprie risposte, Paolo Landi descrive una realtà social. Per me, che utilizzo i social network per personal branding e per lavoro, nulla di quanto affermato in Instagram al tramonto costituisce una novità.
Mi è sembrato banale per questo? No. Eppure credo che il lettore tipo del libro sia un altro.
Perché leggere Instagram al tramonto
Chi è il lettore ideale di Instagram al tramonto? Mi impongo questo esercizio, tracciando il profilo di quella che in gergo tecnico si chiama user persona. Dunque, ti presento Giulia.
Giulia vive a Milano, ha 29 anni ed è laureata in Giurisprudenza. Sta per concludere il percorso di praticantato presso uno studio di avvocati e ben presto eserciterà la professione in autonomia. Ama la moda e ogni estate trascorre due settimane al mare con gli amici o il fidanzato di turno. Giulia usa Instagram senza un obiettivo particolare – perché ora lo utilizzano tutti! Pubblica, per lo più, foto di se stessa a Ibiza, a Zante, in Costa Smeralda, in Thailandia, a New York e via dicendo.
Perché Giulia è il lettore ideale di Instagram al tramonto? Semplice! Giulia è esattamente la vittima perfetta dei fenomeni che Paolo Landi descrive.
Ci ritroviamo inconsapevolmente a consumare un prodotto commerciale come Instagram nella perfetta illusione di fare altro: nello specifico crediamo di condividere esperienze con amici o sconosciuti, abbiamo a volte la presunzione di mostrare persone, cose, cibi, paesaggi, animali che, poiché per qualche motivo hanno colpito noi, crediamo colpiranno anche altri, inviamo messaggi. E mai ci viene in mente che, così facendo, stiamo consumando un prodotto chiamato Instagram, nella beata incoscienza dei bambini che giocano, protetti grazie alla loro innocenza dalle complicazioni del mondo.
L’ipermercato, Instagram al tramonto
Giulia non è mai chiusa tutto il giorno nello studio, ma trascorre tante ore di tempo libero in compagnia degli amici.
Giulia fa l’apericena almeno due volte a settimana, però in costume da bagno sta da dio – e lo sappiamo dal suo profilo. Noi non sappiamo, però, che tre volte a settimana è in palestra e che oggi a pranzo mangia un’insalata con due gallette di riso.
Giulia è circondata da persone e non ha difficoltà a trovare compagni o compagne di viaggio. Noi però non sappiamo che, in cuor suo, Giulia spera di avere una relazione stabile con una persona di cui si fida – e Tinder non sempre funziona alla grande.
In altre parole, Giulia su Instagram ha il suo mondo parallelo, come lo posseggono in tanti.
Il mondo parallelo di Instagram è assolutamente democratico: siamo tutti belli, felici, sorridenti, realizzati. In questo pianeta B, possiamo elargire consigli sul pilates, anche senza aver frequentato la scuola di specializzazione. Possiamo pure atteggiarci a influencer, grazie al fatto che, utilizzando applicazioni apposite, abbiamo racimolato quattro cretini per follower e le aziende ci mandano t-shirt terribili, che nessuno comprerebbe mai, che moriamo dalla voglia di indossare e, sopra ogni cosa, mostrare.
Se Giulia è una ragazza con un po’ di sale in zucca, legge Instagram al tramonto e inizia a porsi qualche domanda. Magari inizierà a vedere IG da un’altra prospettiva, ma sarà sola nella ricerca delle risposte.
Instagram al tramonto, infatti, getta la pietra e nasconde la mano. Ha il pregio di instillare il dubbio, nelle menti “ingenue” e, ormai lo abbiamo appreso, all’origine della conoscenza c’è sempre il dubbio.
A presto!