Nella cornice di una Positano ormai perduta, nasce l’amicizia fortuita, semplice e profonda tra Erica e Goliarda.
Ho letto Appuntamento a Positano e ho aggiunto un nuovo libro alla rosa dei libri preferiti. Eppure è stata una lettura in cui sono “cascata” quasi casualmente, attratta da quel “Positano”. Non avrei immaginato che il libro potesse prendermi tanto.
Appuntamento a Positano: la trama
Goliarda si trova per lavoro a Positano. Sono gli anni Cinquanta e l’atmosfera del borgo marinaro è estremamente diversa dall’aria esclusiva che adesso gli è proprio.
Tra chiacchiere con i paesani, uscite in gozzo e caffè al bar, in modo del tutto casuale, Goliarda s’imbatte in Erica e ne resta ammaliata. La donna è elegante, bella, un po’ algida, mostra di avere confidenza con i sali e scendi di Positano e i suoi abitanti. In giro, Erica si vede pochissimo. Nonostante questo, tutti sanno tutto (o quasi) di lei, tranne Goliarda.
Il desiderio di Goliarda di conoscere Erica è corrisposto, così le due donne trovano occasione per vivere la Positano più autentica e conturbante, ma anche di svelarsi l’una all’altra totalmente, senza filtri e senza riserbo.
Goliarda viene a conoscenza di ogni dettaglio della vita della cara amica, dal più felice al più drammatico. Ciò, tuttavia, non le permette di porre alcune resistenza alla forza, dirompente, del destino tragico di Erica.
Perché leggere Appuntamento a Positano
Non conoscevo Goliarda Sapienza se non di nome. Appuntamento a Positano, dunque, è stato il primo libro letto dell’attrice e scrittrice siciliana.
Sono più che sicura che non sarà l’unico libro, poiché ho apprezzato, in primo luogo, la qualità della scrittura. Goliarda Sapienza è equilibrata e diretta, elegante senza essere sofisticata, capace di dare l’idea esatta delle cose senza abusare di parole non necessarie. Difficilmente ho trovato una prosa così vicina al mio modo di sentire e di voler sentire le storie.
Appuntamento a Positano è spesso definito romanzo, ma di fatto è un racconto autobiografico. A quanto pare, solo un dettaglio si discosta dalla realtà: il luogo in cui la storia vede il suo epilogo è Milano, ma Goliarda Sapienza chiude la vicenda in Costiera.
Forse, è stato giusto immaginare così. L’amicizia disinteressata e sincera tra Erica e Goliarda nasce e si nutre in un contesto che non è nemmeno vagamente simile all’attuale. E non è una questione di “estetica”, quanto di spirito, oserei proprio dire genius loci – il genio del luogo, spesso citato da Goliarda stessa.
Positano negli anni Cinquanta è un borgo marinaro, abitato da persone che accolgono la più vasta umanità: ex partigiani, americani, aspiranti artisti, coppie gay ed esponenti di famiglie illustri, come Erica.
Positano è un microcosmo formato da baie rocciose, strade che s’inerpicano sulla montagna, donne che corrono scalze e prendono il sole nella più florida nudità, tempeste improvvise. È un universo nell’universo, dove tutto è possibile, perché ognuno sente di poter essere finalmente se stesso.
È per questa ragione che l’amicizia tra Erica e Goliarda fiorisce grazie a un incontro casuale, a cui fanno seguito tanti altri appuntamenti, che diventano ricorrenze annuali. Le due amiche, infatti, solo a Positano riescono a raggiungere i picchi più elevati di intimità e confidenza. Ed è questa conoscenza reciproca e profonda che rende eccezionale l’amicizia tra le due donne.
Appuntamento a Positano ha avuto il duplice merito di avermi fatto conoscere Positano com’era prima, com’era negli anni Cinquanta, cioè nel corso del Dopoguerra che già manifestava i segni dei profondi cambiamenti che sarebbero venuti poi.
Positano sana di tutto, ti apre la mente sui dolori passati e t’illumina su quelli presenti, spesso ti salva dal cadere in errore. È curioso ma a volte ho come l’impressione che questa conca protetta alle spalle dai bastioni delle montagne ti costringa come uno <<specchio della verità>> a guardarti bene in faccia (…) qui non puoi sfuggire all’anelito della verità.
(dal testo)
Ti porta indietro nel tempo, con vicende e racconti che già non appartengono più al nostro tempo. Eppure, sebbene a tratti, è visionario, riuscendo quasi a presagire un po’ del marcio che oggi abbiamo sotto agli occhi e facciamo fatica a guardare con oggettività.
Un libro che consiglio? Mi è piaciuto talmente tanto che lo consiglierei solo a pochissime persone. A presto,
Bruna Athena