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Cosa ho imparato dai social network durante la quarantena

social network e lockdown

Durante le lunghe settimane di lockdown, i social network insegnano il valore del fare rete – nonostante tuttologi e maleducazione.

Cosa ho imparato dai social network durante la quarantena? Ho fatto delle riflessioni al riguardo e mi fa piacere condividerle con te. Del resto, il lockdown ha creato il momento favorevole per dare il meglio e il peggio di sé, democraticamente a tutti. Bisogna prendere atto del peggio esistente e costruire qualcosa grazie al meglio.

Gli stimoli a pensare sono stati tanti e, tra questi, sicuramente l’articolo di Roberta In viaggio con Lollo. Molte delle cose che Roberta afferma di aver imparato sono anche le mie e riguardano il vivere quotidiano.  Invece, le mie considerazioni qui sono per lo più relative al mondo digitale.

Devo ammettere, però, che non ho realmente imparato qualcosa di nuovo, ma ho avuto delle riconferme.

Le persone vogliono guardarsi negli occhi

Finalmente, sembra che l’Italia intera abbia conosciuto il valore dello smart working e dell’e-commerce. Ciò non toglie che chi aveva poca voglia di interfacciarsi con le persone, tramite un dispositivo elettronico, continua a non averne. Tra queste, ci sono. In genere, mi piace il telefono perché mi permette di fare una cosa: selezionare un contatto nella rubrica, premere sul tasto verde e chiamare. Se la persona risponde, dico: “Prendiamo un caffè?”

Tutto sommato, è la stessa ragione per la quale webinar, video call e chat sono strumenti limitati. Naturalmente, per il lavoro ce li possiamo anche far bastare. Quando le relazioni diventano più strette e le collaborazioni si realizzano tra persone che sentono di essere particolarmente affini – per carattere, per l’etica professionale – , il caffè, lo spritz, il calice di vino se lo vogliono prendere sul serio.

Bella la solitudine – almeno per me -, però poi mi piace incontrarle davvero le persone.

Chi nasce tondo non muore quadrato

Lo so che “chi nasce tondo non muore quadrato” è proprio un luogo comune. Tra l’altro, non trovo nemmeno che possa essere valido in termini assoluti: possiamo sempre migliorare o peggiorare. Il mio pensiero va, in questo caso, a tutti coloro che in quarantena sono riusciti a dare il meglio di sé: nella maleducazione.

Capisco l’esasperazione e capisco che il mezzo digitale va ad amplificare alcune dinamiche proprie della comunicazione, però la maleducazione è intollerabile. Penso a tutti quei “Restate a casa!” urlati sotto le mie fotografie, pubblicate online e scattate ben prima del lockdown. Penso a tutti coloro che hanno approfittato del momento per strappare consulenze gratuite, invitarti in gruppi Instagram senza permesso, per infinocchiare le persone con corsi “per risollevare il tuo business” miracolosamente, per chiederti i favori.

Ecco, lo confesso: sono razzista. Sono nata tonda e non posso essere quadrata. I quadrati non li voglio e li tengo a distanza, nel dubbio, for evaaaar!

Tutti si sentono in dovere di esprimere la propria opinione

Non era necessario che ci piombasse il coronavirus nei polmoni per constatare che l’hobby preferito della maggioranza degli utenti social è esprimere opinioni su qualsiasi cosa.

Chiaro che, tra tante opinioni espresse, trovi anche idee interessanti e ben argomentate. Di buona parte della altre, almeno io, potrei farne assolutamente a meno.

Inoltre, sono una persona che si annoia facilmente e niente ho trovato più noioso di Instagram, in queste settimane: tutti a dire la stessa cosa, a porre la stessa domanda. La ripetitività mi fa reagire al contrario: non mi va di dire la mia, mi piace parlare d’altro, voglio muovermi verso un’altra direzione. A proposito dei temi più in voga, mi pronuncio molto di rado e mi va benissimo così, perché non ho mai desiderato fare la tuttologa.

Bisogna però conviverci con i tuttologi: ho imparato a ignorarli.

Se fai rete, le cose belle arrivano

La rete funziona, sì che funziona! Devi avere l’occhio un po’ selettivo, andare alla ricerca di quelle poche persone che sanno essere rispettose, parlano con sincerità, non sono spocchiose, amano fare qualcosa di utile per gli altri, sono disposte a confrontarsi con te.

In questo, le settimane appena trascorse mi hanno dato davvero tanto e sono contenta che il lockdown mi abbia concesso più tempo per leggere, informarmi, conoscere, parlare, ma anche divertirmi a distanza. È una bella cosa, considerato che mi era venuto in mente di farla finita con i social network – almeno per l’uso personale.

In altre parole, ho riscoperto il piacere e il valore dell’interazione che in me si erano un po’ sopiti. Il piacere e il valore ritrovati si aggiungono all’idiosincrasia per la confusione e la fretta che, negli ultimi tempi, è solo cresciuta – torneranno, dovrò farci l’abitudine.

E a te questo tempo cosa ha dato?

Bruna Athena

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