Grazie alla simbiosi con una natura esuberante e selvaggia, rappresenta un esempio felice di città moderna e la più rappresentativa del Brasile. Rio de Janeiro: cosa vedere nella Cidade Maravilhosa.
Cidade Maravilhosa: così viene denominata Rio de Janeiro. Sono sicura che al mondo esistano città con centri storici più belli ed estesi, sicuramente più ordinate e pulite, meno contraddittorie. Senza nulla disprezzare e senza sminuire il fascino di nessun altro posto del pianeta, solo ascoltando quel marasma di sensazioni che Rio ha provocato in me quando l’ho conosciuta e che nel ricordo provoca ancora posso confermarlo: Rio de Janeiro è una cidade maravilhosa e lo dico con commuovendomi. A prima occhiata non si direbbe, ma ci vorrebbero settimane intere per scoprirla. Abbiamo avuto a disposizione 5 giorni e non ci sono bastati. Anche in questa occasione, abbiamo dovuto scegliere. Vamos gente!
Rio de Janeiro:
Cosa vedere a Rio de Janeiro in 5 giorni
Apparentemente sembra che a Rio de Janeiro non ci sia un granché da visitare. È pura ignoranza, e il mio motto è: mai sottovalutare le città che integrano natura e civiltà! Ecco perché abbiamo dovuto scegliere cosa fare ogni giorno e concentrarci su quanto ci interessava maggiormente. Durante il nostro primo giorno di permanenza a Rio de Janeiro, abbiamo fatto un tour della città; durante il terzo, una gita a Buzios – di cui ti parlerò in un altro articolo. Per il resto, ci siamo spostati in autonomia. Ora ti racconto dei posti visitati.
La foresta di Tijuca
La foresta di Tijuca è il polmone verde di Rio de Janeiro e uno dei parchi naturali più estesi al mondo in un contesto cittadino. Ad essa appartengono i picchi montuosi, coperti di verde, che rendono unico nel suo genere il panorama carioca. Nelle foreste vivono scimmie e uccelli variopinti, nonché tucani: per avvistarli devi essere piuttosto fortunato! Noi siamo riusciti a vedere un macaco.
Tijuca non è esclusivamente “selvaggia”: alcuni quartieri di Rio vi si sono ben integrati. È un posto frequentato da amanti di trekking, birdwatching e jogging, ma consiglio di visitarla con un tour guidato, perché così è più sicuro. Vale la pena? A parer mio sì, perché Tijuca resta comunque lontana dalla frenesia di Rio, una metropoli di oltre 7 milioni di abitanti. E se sarai in città nella piena estate brasiliana, un’escursione a Tijuca ti salverà dall’afa.
Il Corcovado e il Pan di Zucchero
All’interno della foresta di Tijuca si trova il Corcovado, il picco montuoso sul quale è collocato il Cristo Redentore, uno dei simboli di Rio de Janeiro. Noi lo abbiamo visitato durante il tour di una giornata della città, che abbiamo prenotato dall’Italia. Purtroppo, siamo stati sfortunati e il Cristo era immerso tra le nuvole. Non è un fatto poi così anomalo, soprattutto al principio dell’estate. Nei luoghi tropicali piove più di quanto si possa immaginare e a Rio, nei giorni in cui siamo stati, è stato parecchio nuvoloso.
Ad ogni modo, quando si arriva alla biglietteria ai piedi del Cristo si può valutare se salire o meno, perché ci sono dei monitor che mostrano lo stato di visibilità della statua. È meglio valutare rispetto all’andamento della giornata, a partire dal mattino: se ci sono nuvole qua e là, desisti! Per riprenderci dalla delusione, la nostra guida ci ha portati un po’ più giù, dove non c’erano nuvole: il panorama ci ha stregati. La foto di copertina di questo articolo è proprio stata scattata in questo punto.
Anche la visita al Pan di Zucchero è uno dei “must” di Rio de Janeiro. Si tratta comunque di un luogo panoramico, dove trovi ristoranti, bar e negozietti. Per raggiungere il Pan di Zucchero bisogna prendere la teleferica. Si sale in cima al Morro de Urca, sempre in teleferica o a piedi se sei appassionato di trekking. Da qui, poi, si raggiunge la cima del Pan di Zucchero. L’incantesimo si rinnova, soprattutto al crepuscolo: l’azzurro dell’oceano si attenua, le case bianche e le baracche variopinti spiccano nel verde della foresta, in contrasto con le sfumature del cielo.
Il centro storico: da Sant’Antonio Abate al Gabinetto portoghese di lettura
Il centro storico di Rio de Janeiro si snoda nei dintorni di Largo da Carioca e abbraccia tanto edifici storici quanto uffici pubblici. È una zona vivacissima della città, forse troppo. Grandi arterie del quartiere sono Avenida Republica do Chile e Rua da Carioca.
Dalla piazza, in pochi minuti a piedi si arriva alla Cattedrale Metropolitana. Non ne eravamo attratti e ci siamo accontentati di vederla di passaggio. Sue siti interessanti sono, invece, la Chiesa di San Francesco e convento di Sant’Antonio – affaccia proprio su Largo da Carioca – e la Chiesa di San Francesco di Paola. Si tratta, in entrambi i casi, di chiese coloniali i cui interni sono in stile barocco sfrenato. Bisogna che dica, però, che c’è un altro posto a Rio che ha motivato la nostra visita al Centro. Si tratta del Real Gabinete Português de Leitura, una sala di lettura ad accesso libero elegantissima. La foto non rende, ma assicuro che per i lettori voraci è un posto che toglie il fiato.
Quartieri bohemien e movida carioca: Santa Teresa e Lapa
A due passi da Largo da Carioca, c’è la stazione del bonde di Santa Teresa. Il bonde non è altro che un tram giallo, che ricorda moltissimo quello tipico di Lisbona. È semiaperto e attraversa la città passando sull’Arco di Lapa. A causa di un grave incidente, per alcuni anni il servizio del bonde è stato sospeso. Al momento è attivo, anche se per poche corse giornaliere. A tutti gli è effetti è un’attrazione turistica e per quanto non sia economica – il servizio ordinario di trasporto pubblico costa di meno -, una corsa per Santa Teresa è una cosa carina da fare. Il quartiere, infatti, è tra i più pittoreschi di Rio de Janeiro. Molto tranquillo e silenzioso, è meta prediletta per artisti e persone che cercano divertimenti un po’ bohemien. Lì abbiamo trovato dei souvenir davvero belli: vere e proprie opere d’arte, non cinesate.
L’Arco di Lapa è l’antico acquedotto settecentesco di Rio de Janeiro. Il quartiere di giorno non mi è piaciuto affatto. Desidero approfondire il discorso sul Brasile e sulle sue contraddizioni sociali in un secondo momento. Adesso mi basta dire che, come in tante altre grandi città brasiliane, a Rio esistono quartieri in cui è meglio non andar girando senza sapere esattamente dove recarsi e senza tenere gli occhi ben aperti. Lapa mi è sembrato un posto di questo genere, anche se di sera è molto vivace, centro della movida carioca. Alla luce del sole, però, cambia faccia: i palazzi antichi e coloniali tradiscono trasandatezza e miseria, le persone altrettanto.
Detto ciò, magari in compagnia, recati a Lapa per visitare l’Escadaria Selarón. Questa è la chicca del quartiere, ma anche una delle realizzazioni artistiche più belle di Rio de Janeiro. La scalinata è decorata dalle ceramiche variopinte di Jorge Selarón e sono davvero molto belle. Le rappresentazioni sono varie e comprendono anche omaggi a tante altre città del mondo, ma un motivo che ritorna spesso nell’opera del ceramista sono sensuali donne in dolce attesa.
La favela di Santa Marta
In questo blog post preferisco solo accennare alla visita della favela di Santa Marta e le ragioni di questa scelta sono diverse. In linea di principio, non avrei mai osato metter piede in un posto simile, perché sembra quasi di andare allo zoo – e gli zoo non suscitano la mia approvazione. Nonostante ciò, mi sono lasciata convincere da Mr. S a fare una visita guidata. Lui era troppo curioso di comprendere il fenomeno delle favelas a tutto tondo.
Fatto il giro, mi sono resa conto della complessità di queste dinamiche e ho compreso quanto è importante, per noi visitatori e per i brasiliani, che la realtà delle favelas sia conosciuta.
Santa Marta è una delle tante favelas di Rio de Janeiro. La città ne conta un migliaio, per una popolazione di circa 2,6 milioni di abitanti – sui 7,6 di tutta Rio. Piuttosto conosciute sono Tavares Bastos e Rocinha. Santa Marta è diventata famosa quando Micheal Jackson la scelse per girare alcune scene del video del suo brano They Don’t Care About Us, in cui ha suonato con i Olodum – la band è di Salvador da Bahia. Da quel momento è iniziato il momento di celebrità di Santa Marta, che nelle rappresentazioni di Rio de Janeiro sembra un villaggio di casette colorate. Così appare, ma vista da lontano, molto da lontano. Da vicino, il nucleo più antico della favela è quanto di più misero e lercio abbia visto fino ad ora.
Nelle zone più nuove delle favelas – quelle che la guida del tour di Rio ci ha definito “Favelas a 5 stelle!” – oggi esistono addirittura ostelli e b&b. Questo prova il fatto che la favela è l’esempio concreto di quanto sia complicato il Brasile. Basti pensare che è qui che si trovano le migliori scuole di samba, tra le altre cose.
Le spiagge : da Flamengo a Ipanema
Le spiagge di Rio de Janeiro sono tantissime, poiché la città si affaccia sulla vasta Baia di Guanabara. Naturalmente ci sono spiagge famosissime e altre che lo sono molto mento. Mentre le prime sono frequentate da numerosi carioca e turisti, le altre sono preferite da chi conosce meglio la città e sa dove trovare un posto tranquillo. Non abbiamo avuto il tempo di visitarle tutte: ci siamo accontentati di Flamengo, Ipanema e Copacabana. Nei pressi di quest’ultima, si trovava proprio il nostro hotel. A dire il vero, non ho amato particolarmente il modo di vivere la spiaggia carioca. Tuttavia, devo dire che il contesto naturalistico è comunque spettacolare e ammirare tutta la costa da Copacabana a Ipanema è stato emozionante.
Perché non mi è piaciuto il mare a Rio de Janeiro? Be’, è abbastanza ovvio: l’oceano è troppo esuberante per i miei gusti e poi c’è la questione dell’inquinamento. Ad esempio, la spiaggia di Botafogo ha acque calme, ma molto inquinate. Probabilmente lo stesso vale anche per la spiaggia di Flamengo, alle cui spalle c’è un bel parco. Qui le persone passeggiano e praticano sport. L’ho trovata rilassante e forse la preferirei alle gettonate Ipanema e Copacabana, per leggere e godere dell’ombra degli alberi.
Le spiagge di Leblon e a Barra da Tijuca sono frequentate da famiglie e persone che desiderano star fuori dal marasma cittadino. La Praia Vermelha, ai piedi del Pan di Zucchero, è piccola e dalle acque calme, ma non sempre pulite. In linea di massima, per poter concedersi un bagno rilassante e in acque limpide bisogna allontanarsi da Rio de Janeiro.
Il concetto dello stare in spiaggia nella città carioca ha molto a che fare con il divertimento e l’attività fisica. Non vai in spiaggia per nuotare o stare a contatto con l’ambiente marino – cosa che apprezzo maggiormente. I carioca vanno al mare per prendere il sole e fare sport: dall’afa estiva salvano la brezza oceanica e il cocco fresco.
Ipanema e Copacabana esprimono pienamente tutto ciò. Non si dice a caso che è qui che si trovano i corpi più belli e abbronzati di Rio de Janeiro. Le spiagge sono attrezzate di reti per giocare a calcio o beach volley, vari strumenti per praticare fitness. Ci sono i surfisti e i venditori ambulanti di brigadeiros – dolcetti al cioccolato -, spiedini di carne o formaggio e marijuana. Sulle spiagge non ci sono lidi, ma punti attrezzati di bagno e docce a pagamento – una cifra irrisoria. Ognuno di questi siti si chiama “posto” ed è numerato; in genere in loco c’è un bagnino. L’importante è stare molto attenti agli effetti personali. Sulle spiagge “ricchi” e poveri si trovano a stretto contatto, quindi basta un secondo di distrazione e ti potrebbe sparire qualcosa. Ed è bene non passeggiare mai sulla spiaggia quando fa buio.
Cosa non abbiamo visitato a Rio de Janeiro e una delusione
Ci sono stati diversi posti che non abbiamo visitato a Rio de Janeiro, un po’ per scelta e un po’ per mancanza di tempo. Ad esempio, non abbiamo avuto modo di ritornare al Lago Fedrigo da Freitas, per il quale siamo passati di sfuggita. Abbiamo volutamente evitato di entrare nella Cattedrale Metropolitana e nella Cattedrale Nossa Senhora Do Carmo, nonché nel Jardim Botanico. In realtà quest’ultimo era nei miei desideri, ma Mr. S mi ha convinta del fatto che durante il nostro viaggio avremmo visto posti naturali superiori in bellezza, e aveva ragione. Lo Stadio Maracanã non mi interessava minimamente, i brasiliani non me ne vogliano: per me il calcio è uno sport qualsiasi, non una religione. Ho concesso al marito giusto un scatto dal di fuori dello stadio. Sul Sambodromo eravamo parecchio indecisi, ma alla fine ci siam detti che sarebbe stato più bello assistere a uno spettacolo di samba in un locale, ma non siamo stati capaci di trovarne uno.
Al dispiacere di non aver potuto assistere a una serata di samba carioca, s’è aggiunto il grande disappunto per aver constato che il Garota de Ipanema è un locale assolutamente privo di attrattive. Sto parlando del luogo in cui è nato uno dei pezzi più conosciuti al mondo di bossa nova: Gorata de Ipanema, appunto. A suo tempo, il locale in cui Vinícius de Moraes e Antônio Carlos Jobim composero il brano si chiamava Veloso e spero che fosse più carino di quel che è oggi. Attualmente è un ristorante del tutto ordinario, dove ho bevuto la peggiore lemon soda della mia vita. Turistico, esteticamente insignificante e nemmeno stuzzicante per il menu proposto, il locale non spicca per nessuna qualità in particolare. Solo una parete decorata da note musicali e pentagramma ricorda che qui s’è realizzato un frammento di storia della musica brasiliana. Forse sono stata io a ricamare troppo con l’immaginazione? Chissà!
Mi rendo conto che ho scritto davvero tantissimo di Rio de Janeiro e non ho ancora finito! Spero però di aver acceso la tua curiosità per la città carioca. Dimmi cosa pensi di questo blog post! A presto,
Bruna Athena
Pingback: BRASIL: 40 POSTS QUE AYUDAN PARA VIAJAR [1] | Viatges pel Món