Le più fortunate, Julianne Pachico: ecco come la guerra civile invade e trasforma per sempre coloro che investe.
Le più fortunate della Colombia
Dico “Colombia”, e tu a cosa pensi? Io immagino la giungla e ripenso alle storie d’amore del mio apprezzatissimo Gabriel García Márquez. Il romanzo di esordio Julianne Pachico, però, ha interrotto il sogno caraibico presentando una realtà tutt’altro che romantica. Le più fortunate è un attualissimo racconto, vissuto, narrato e ricordato da numerose prospettive e indirizza il lettore verso l’approfondimento di una pagina buia della storia della Colombia.
Oggi desidero parlarti del romanzo di Julianne Pachico, Le più fortunate, pubblicato in Italia da Sur Edizioni. Ho voluto leggerlo perché, come sai se frequenti già da un po’ questo blog, amo particolarmente la letteratura sudamericana e tutto quel che riguarda quest’area del mondo. È un libro grazie al quale familiarizziamo con le gravi problematiche che affliggono un paese ancora scosso dalla lotta civile.
In modo indiretto, in Le più fortunate, Julianne Pachico racconta la guerra civile in Colombia, rendendo partecipi una pluralità di voci. A chi si riferisci il titolo del libro? Chi sarebbero le più fortunate? Sono quelle ragazze che, provenienti da famiglie abbienti, hanno visto irrompere nella loro vita la cruda verità dello scontro tra fazioni che non riescono nemmeno a distinguere. Sono le persone che hanno ricostruito la propria vita altrove, ma che non spezzano mai quel legame profondo e primordiale con la Colombia e con quanto è accaduto sotto ai loro occhi.
Ogni voce racconta dalla propria prospettiva ora di bambina, poi di guerrigliero, di rapito, addirittura di coniglio, infine di giovane domestica. È come un puzzle da ricomporre, anche se all’inizio ho faticato a capirlo. Perdendomi più volte nel corso della lettura, ho ipotizzato che inconsapevolmente desiderassi non sapere affatto cosa fosse successo.
E direi, a ripensarci, che forse una metafora cinematografica è più azzeccata per descrivere la struttura narrativa di Le più fortunate. L’autrice è stata in grado di inquadrare quei particolari che fanno parte di una grande e memorabile scena, per poi allontanarsi gradualmente e fornire una panoramica di più ampio respiro, in cui tutti trovano la propria collocazione. Ricchi, poveri, professori, cartelli della droga e perfino le fosse in cui si nascondono i bambini sono, tutti, coinvolti in modo drammatico nei fatti.
Perché leggere Le più fortunate
Le più fortunate incuriosisce e apre il lettore alla possibilità di approfondire la vicenda colombiana, mettendo da parte luoghi comuni e costruzioni ideologiche. In questo risiede un grande pregio del libro e una buona ragione per leggerlo, secondo me. Mi spiego meglio, però.
Quando penso alla Colombia a me vengono in mente due cose: Gabriel García Márquez – uno dei miei scrittori preferiti – e il colore verde – per me il più bello di tutti. Insomma, di primo impatto, mi figuro cose bellissime e del tutto reali. Eppure la realtà colombiana è decisamente complicata. I miei sogni di città affacciate sul Mar dei Caraibi, natura lussureggiante e amori passionali si interrompe nel momento in cui vi irrompono narcotrafficanti, guerriglieri e paramilitari. A questa irruzione ha contribuito Le più fortunate. E se dico che il romanzo di Julianne Pachico ha partecipato a stoppare il sogno e non affermo che il sogno s’è interrotto proprio grazie a questo libro, una ragione esiste. Non ho immediatamente compreso la funzione che ogni singolo personaggio svolge nella storia. Di primo impatto, i salti temporali e geografici, quindi il passare da una voce narrante a un’altra, danno un senso di spaesamento. Nel complesso Le più fortunate non dice cosa accade ed è accaduto nel corso della guerra civile in Colombia: non è un libro per persone pigre, per cui sta al lettore andare alla ricerca di maggiori informazioni su chi siano i paramilitari e in cosa sono differenti dai guerriglieri. Più che altro, noi sappiamo che c’è violenza, che alcune vite vengono spezzate, mentre altre irrimediabilmente segnate dal fatto che il conflitto c’è. Di conseguenza, È stata una lettura stimolante anche per la ricerca di nuovi autori da leggere, in particolare mi sono concentrata proprio su quelli citati in un’intervista a Julianne Pachico pubblicata da Il Libraio.
Spero che questa mia recensione ti sia tornata utile, a presto!
Bruna Athena