Buongiorno lettore, oggi ti propongo la recensione di Ultima birra al Curlies Bar , un libro di Armando Bonato Casolaro pubblicato dall’agenzia di servizi letterari e casa editrice Saper Scrivere. Ho voluto leggere questo romanzo attirata dall’idea di conoscere una storia in cui più le vite di più personaggi si intrecciano tra loro. Più che altro, il racconto mette in prima linea il valore dell’amicizia.
Utima birra al Curlies Bar
Cenni sulla trama di Ultima birra al Curlies Bar
Come ho accennato poco fa, il vero protagonista della storia è il sentimento dell’amicizia. D’altra parte, c’è una voce privilegiata in Ultima birra al Curlies Bar ed è quella del compositore e direttore d’orchestra Gabriel Estevan.
Gabriel è in un momento particolare della vita, una di quelle fasi di transizione in cui non si sente né carne né pesce, perché tenta di dare una piega ben precisa alla propria esistenza ma invano. Egli non è nemmeno più un ragazzino, ma questo diventa per lui un periodo di cambiamenti e spaesamento, soprattutto perché si fa risentire con prepotenza la presenza del suo più caro amico, Maurizio.
Infatti, mentre Gabriel cerca di risistemare la propria situazione lavorativa, riprendono le indagini sulla misteriosa scomparsa di Maurizio. Questi che era stato un ragazzo brillante, ma con la spiccata tendenza a farsi coinvolgere in strani affari, in cui ha voluto tenere fuori il caro amico. In questo modo, Gabriel s’è ritrovato a non sapere più nulla di Maurizio, che crede ormai tragicamente morto in un incidente in mare.
Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine: la verità che emerge è a tratti amara per Gabriel, il quale però sente, seppur nella tanta confusione, che forse un filo di autentica amicizia ancora lo lega a Maurizio. A questo punto, gli appare chiaro che l’unico modo per fare chiarezza è prendere un aereo e raggiungere l’India.
Le mie considerazioni
Ultima birra al Curlies Bar racconta una storia d’amicizia, quell’amicizia che non è semplice trovare e che, se si trova, diventa preziosa. Questo focus fa del libro una lettura piacevole, globalmente.
La lettura è stata piacevole ma comunque ha avuto alti e bassi. Per meglio dire, ho avuto dei picchi elevati di attenzione, seguiti poi da momenti di minore trasporto. A volte il racconto è stimolante, fa provare al lettore la curiosità di conoscere maggiori dettagli sulla storia di Gabriel e Maurizio, che del resto è il nodo principale della vicenda.
Il mezzo narrativo non mi ha del tutto convinta e temo sia stata la causa dei suddetti istanti di poco coinvolgimento. La storia di Maurizio è quasi del tutto raccontata attraverso un’intervista da parte di un ufficiale, quindi attraverso le indagini. Per contro, sono riportati tanti episodi che riguardano Gabriel, il suo lavoro e la sua vita, e mi sono sembrate delle pause. Esse sono servite sicuramente a inquadrare meglio il personaggio, anche psicologicamente, ma nell’economia globale del racconto hanno significato poco – mi riferisco agli incontri con il sassofonista, il flirt poco riuscito con la musicista viennese, il ritorno della ballerina francese. Come risultato finale, la struttura narrativa mi è sembrata poco bilanciata.
Detto questo, il finale della storia non è stata una vera e propria sorpresa, ma l’ho apprezzato tanto, non per altro perché sottolinea una delle caratteristiche fondamentali dell’amicizia, che supera tempo e distanze, si manifesta anche attraverso il silenzio.
cercavo proprio l’ispirazione per un nuovo libro da leggere, e ho subito pensato a te, sapendo che sarei andata sul sicuro! 🙂
Quando vuoi, sono a disposizione!