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Recensione di Un cattivo esempio, Tina Caramanico

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Un cattivo esempio, il romanzo di Tina Caramanico (Kobo Editore) che ha vinto il premio “Sei romanzi in cerca d’autore”.

Un cattivo esempio è il romanzo Tina Caramanico, pubblicato da Kobo Editore e vincitore del premio organizzato da Kobo-Mondadori-Passione scrittore. Ti dico fin sa subito che si tratta di un libro di un genere molto particolare, direi non classificabile, che ha reso la lettura molto piacevole.

La trama di Un cattivo esempio

Margherita è ormai una donna anziana, che vive nella propria casa in compagnia della gatta Palmira. Un giorno le appare Donna Concetta, ovvero il fantasma della sua defunta suocera. L’incredula Margherita non sa spiegarsi il motivo di questa apparizione dall’al di là, ma Donna Concetta ha voglia di parlare, ricordare e svelare i segreti nascosti tra le mura dell’appartamento di famiglia. Il fantasma è lì per amore della verità, dura e indiscutibile, che in fondo appartiene a tutte quelle persone piuttosto “scimunite” – come a Concetta piace definirle . A Margherita, a fine racconto, non resta che accettare la realtà dei fatti, tanto di quelli passati quanto di quelli del presente, e non può che prendere una decisione sofferta e definitiva: abbandonare quella casa protagonista di tanta violenza e rancore.

Un cattivo esempio: qualche considerazione

Un cattivo esempio potrebbe non piacere a chi non ama le storie surreali. Al contrario, a me le storie di fantasmi piacciono molto, soprattutto quando vogliono dire qualcosa di importante. Nella vicenda raccontata da Donna Concetta c’è tanta verità. Si comincia con una triste realtà: la violenza sulle donne, racconto vecchio quanto il mondo.

Altrettanto vecchia, e a me molto cara, è la storia che riguarda la sorte di tutte quelle persone che hanno osato, che si sono prese gioco dei propri aguzzini, hanno corso dietro ai propri desideri e a volte hanno vinto, in altri casi hanno miseramente perso.

La vita di Concetta e di Margherita è stata un continuo vincere e perdere, fino alla fine. Il messaggio a cui più tengo è questo: se vuoi seguire il tuo istinto, se vuoi essere “scimunito” fino in fondo, devi saper perdere e rinunciare a qualcosa, vivere per il resto della tua esistenza con il peso delle tue azioni. Quando si segue il cuore, infatti, le tue azioni possono essere buone, ma a volte possono essere anche molto cattive, di conseguenza.
Un cattivo esempio sarà pure un romanzo sui generis, ma mi è piaciuto perché è vero, in ogni sua pagina. È una breve lettura, che consiglio a maggior ragione in queste ultime settimane d’estate.
A presto!

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