Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera: i racconti di Natsume Soseki (Lindau), narrano episodi di vita quotidiana in Giappone e in Europa.
Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera, libro di racconti di Natsume Soseki, mi ha ancora più convinta che la letteratura giapponese è perfettamente in grado di raccontare le profonde differenze tra Occidente e Oriente, anche indirettamente. Il titolo è curioso assai: in Giappone la stagione più attesa è la primavera. È quel periodo dell’anno in cui gli alberi di ciliegio sono in fiore e l’evento è così atteso che i giapponesi hanno coniato una parola che sta a indicare l’atto di godere delle bellezza della fioritura: hanami. Puoi immaginare come possa esser sentita una giornata primaverile senza fine, da parte di un giapponese; puoi immaginarlo, sì, ma forse non puoi comprenderlo.
Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera
Piccoli (grandi) racconti di Natsume Soseki
Non sono una lettrice amante delle introduzioni al testo, ma questa volta non me la sentivo di iniziare questa avventura giapponese senza leggere la nota introduttiva. Di solito, le introduzioni dei traduttori chiariscono punti fondamentali del testo che per un lettore “ignorante” potrebbero restare oscuri anche a lettura terminata. Tamayo Muto spiega che che i Piccoli racconti sono spesso scritti autobiografici e, me ne sono resa conto ben presto, non c’è dubbio sul fatto che l’esperienza di vita di Natsume Soseki abbia segnato la sua produzione letteraria e, in particolare, la maniera in cui racconta l’Occidente – modalità che sottolinea profondamente le differenze tra noi europei e i giapponesi nella fattispecie. In Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera spesso vengono raccontati episodi apparentemente insignificanti della vita quotidiana di gente semplice.
Sono incontri, avventure, disavventure, situazioni che sembrano non avere importanza alcuna, ma in realtà manifestano i timori e i desideri, la sensibilità delle persone che si incontrano in questo viaggio tra Giappone e Gran Bretagna.
I racconti saranno pure piccoli, ma grandi sono le epifanie delle persone.
La concreta realtà del Giappone e l’oscuro Occidente
Come Tamayo Muto sottolinea, i brevi racconti di Natsume Soseki rappresentano veri e propri esperimenti narrativi. Questa è senza dubbio la bellezza delle raccolte di racconti: noi lettori ci muoviamo attraverso i luoghi descritti, ma anche nel mondo immaginario dell’autore.
Passare da un esperimento narrativo a un altro è un po’ come spostarsi nella mente dello scrittore. Seguirlo comporta saltare dalla concreta realtà del Giappone, fatta dei piccoli accadimenti di cui parlavo poco sopra, alla consistenza onirica e fumosa della nostra Europa.
Natsume Soseki ha vissuto per qualche tempo in Gran Bretagna e non ho potuto fare a meno di notare come il mondo diventasse inconsistente, fragile e a tratti inquietante proprio in quei racconti di ambientazione europea: ho sentito il forte disagio dell’autore provato nei confronti di una cultura totalmente altra dalla propria. Forse il racconto che più mi ha mandato questo messaggio è stato Gioconda.
Ho letto Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera velocemente, grazie alla facile fruibilità del testo. È un libro che mi ha tanto coinvolta emozionalmente, ma ha stuzzicato la mia curiosità e l’ho letto con l’occhio vispo della lettrice “studiosa”. È stata una lettura molto interessante, che ti consiglio se sei una persona curiosa come me. A presto!
Bruna Athena