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Maratona shakespeariana: Otello

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Con un ritardo pazzesco sulla tabella di marcia, oggi ti parlo di Otello. Avrei dovuto prima parlarti di Amleto, ma recupererò presto!
Ribadisco il concetto già espresso quando ti ho scritto del Macbeth: non sono un’esperta della tragedia di Shakespeare. Ho studiato poco l’autore, in fin dei conti, per cui le “recensioni” che leggi sono frutto delle mie considerazioni personali: un misto di gusto e di bagaglio culturale molto soggettivi.
Non avevo mai letto Otello, ma ne ricordavo abbastanza bene la storia. Nutrivo simpatia per questa tragedia che fa della gelosia il suo motivo principale.
Eh, ho constatato che questa simpatia era molto, ma molto giovanile: oltremodo infantile. Ho radicalmente cambiato idea: Otello non mi piace. L’ho trovata una tragedia inferiore, una “pazziella”. Evidentemente nel tempo le mie idee a proposito della gelosia e delle persone sono molto mutate. Con questo non voglio dire che non sia una persona gelosa e che non abbia avuto scatti di gelosia, anzi. Resto e sempre resterò sanguigna abbastanza per provare soddisfazione nel dare del filo da torcere a qualche tipa troppo spavalda con il mio uomo.

Volendo parlare proprio in termini molto semplici, ai miei occhi sembra ridicolo che un Uomo- la U non è un caso – sia più propenso a dare ascolto alle malelingue che alla persona amata. Non è consono per un adulto non essere in grado di trovare da solo la prova schiacciante di un tradimento, come non lo è affidarsi ad una terza persona per far questo e fidarsi anche ciecamente. Perché di fatto in Otello questo succede: il piano di Jago si compie a meraviglia, senza che a nessuno venga qualche piccolo sospetto che ci sia lo zampino dell’invidia. Jago è bravo a diffondere zizzania, ma Otello è altrettanto abile a farsi infinocchiare dal primo maligno di turno. Di tutto questo, ne paga le conseguenza la povera Desdemona: l’unico essere assolutamente innocente!

Abbiate pietà, ma ai miei occhi Otello non sembra altro che un debosciato. Il solito gradasso che non è capace di mantenere un briciolo di dignità davanti alla verità – che poi verità non è. Insomma, mandereste all’aria il vostro amore senza essere i primi e i soli ad essere sicuri, al cento per cento, del tradimento dell’altro? Come si fa a non pensare quanta malizia c’è nelle persone? Sarà che non mi fido quasi mai di nessuno e che mi affido, invece, esclusivamente alle mie “sensate esperienze”, ma a me tutto questo sembra proprio privo di logica.

Otello mi ha molto deluso. Mi aspettavo un dramma sicuramente passionale, estremo, ma non così…ehm, facilone. Ecco, l’inganno è riuscito troppo facilmente e solo a causa della facilità stessa con cui Otello è stato disposto a credere ad un cattivo da quattro soldi. Sì, perché nemmeno Jago mi sembra un cattivo come si deve: il massimo che sa fare è proferire quattro oscenità con la sua lingua biforcuta – dimmi, quante metafore che indicano l’amplesso si trovano in Otello!? Gli Jago reali vivono della rendita dell’ingenuità altrui. A me piacciono i cattivi molto più sottili e i buoni con la testa più dura di quella di un mulo, per Zeus!

Confido in Re Lear! Alla prossima 🙂

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