Ecco a te la recensione di La resistenza del maschio, romanzo di Elisabetta Bucciarelli, pubblicato nel 2015 da NN Editore. Breve e asciutto nello stile, narra di una figura maschile che, nella sua coerenza e nella sua imperfezione, è senza dubbio molto interessante.
Non so bene quale genere di critica mi attirerò con questa recensione di La resistenza del maschio, perché ne ho letto poche e, da queste, mi sono accorta di una certa preferenza per le voci femminili della storia. Elisabetta Bucciarelli, infatti, dà spazio a tre voci femminili, le quali raccontano vicende differenti o, se vogliamo fare un po’ di spoiler – temo proprio di doverne fare -, aspetti molto diversi della loro relazione con l’Uomo.
L’Uomo è in fin dei conti il cardine e a lui è andata la mia quasi totale simpatia. Forse l’Uomo sembra essere il solito maschio egoista, quello che seduce per non concedersi mai, la solita delusione. A me non è sembrato affatto così e, al contrario, le donne mi hanno dato l’impressione di essere molto più egoiste, immature ed irrazionali.
Da donna, non mi hanno resa per niente orgogliosa. Non vedo cosa ci possa essere di più irrazionale ed immaturo, nonché potenzialmente pericoloso, del voler imporre al proprio compagno un figlio che non sente di volere. Oltretutto, non vedo come si possa essere così ottusi come quando si manda all’aria un matrimonio, convinte di cose non vere e in preda ad un desiderio così eccessivo da essere un vero e proprio capriccio.
L’Uomo è coerente, sempre e in ogni caso: desidera continuare la propria vita con una donna che lo lascia, per cui, tornato libero, istituisce relazioni che non è intenzionato a trasformare in veri e propri legami. Possiamo dire che ci troviamo di fronte al solito uomo che non vuole cose serie? No, non è questo il caso. L’Uomo, in sostanza, desidera una sola relazione duratura, che viene sciolta da una moglie bambina, la quale non sa far di meglio che tagliargli a pezzi i vestiti. Ottusa, una moglie ottusa e assolutamente incapace di andare oltre il proprio naso.
La resistenza del maschio è un modo di ritrarsi che ha senso solo se concepita come diretta conseguenza dell’originaria resistenza alla paternità. Dal contrasto tra questa paternità non desiderata e la maternità pretesa a tutti i costi, provengono tutte le altre modalità attraverso cui l’Uomo non si concede. Possiamo dire che l’Uomo sia egoista? No, l’Uomo è molto più saggio e accorto di tutte le tre donne messe assieme. Mi potreste dire che l’amore non è saggio; certo, l’amore non è così ragionevole ma…ma le coppie e le famiglie si reggono su una buona dose di ragionevolezza: è inevitabile, è necessario.
Complimenti all’autrice, Elisabetta Bucciarelli, che è riuscita a scrivere una storia che, seppur breve, è intensa e trascinante; complimenti per aver delineato tra le pagine l’immagine di un uomo certamente non perfetto, ma non così imperfetto come lo sono stati tanti altri personaggetti maschili della nostra recente produzione letteraria. Spero che questa recensione di La resistenza del maschio ti sia piaciuta e ti abbia incuriosito. Alla prossima,
Bruna
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