La prima volta che ho viaggiato da sola non sono andata molto lontano: Milano. Un treno alta velocità, alle 6 del mattino, e via! Non sono di certo partita con cappotto e cappello, anche perché era maggio. Anzi, ho dovuto acquistare urgentemente una maglia, perché sudavo troppo!
La prima volta che ho viaggiato da sola sono andata a Milano ed era anche la prima volta in questa città. Non sono una persona con pregiudizi o, per meglio dire, non faccio in modo che mi influenzino: preferisco vedere effettivamente cosa succede sul posto. Diciamola tutta: se i pregiudizi venissero sistematicamente confermati, sarebbe tutto una gran noia. Sempre meglio constatare che il luogo comune è una baggianata. Certamente non sono partita con quella idea, tipica di chi proviene dal Sud, che i milanesi sono freddi, sempre di fretta e indifferenti.
La prima volta che ho viaggiato da sola sono andata a Milano e una simpatica signora ha insistito per offrirmi un caffè. Ero in attesa della metropolitana, volevo andare a vedere il Duomo e una signora mi ha chiesto se la direzione fosse quella giusta, perché anche lei doveva raggiungere il Duomo. Sì, era quella giusta: le ho detto che erano poche fermate di metro, che poteva seguirmi. Però non ricordo com’è venuto fuori che non ero di lì; la signora insisteva nel dire che non potevo essere nemmeno italiana – non so, sono tutti convinti che non lo sia. “Come non sono italiana! Sono di Napoli!” Apriti cielo: chiacchiere e contro chiacchiere, tra storie di famiglia e di quotidiane vicissitudini. La signora milanese mi ha guardato stupita, quando ha saputo che ero lì in giro da sola, che non ero altro che una turista: “Tu sei strana!”
Tu sei strana! No, io sono assolutamente normale. Sono strana, forse, per quelle donne che senza un uomo difficilmente si sposterebbero. Per me sono una donna normale, in giro in una città normale, però il momento in cui la signora ha con convinzione asserito la mia stranezza mi ha divertita assai. Chi dice che i milanesi non ti danno a parlare?
Ho deciso di accompagnarla in stazione a rinnovare l’abbonamento dei mezzi pubblici, perché mi sembrava carino farle compagnia, visto che la trovavo un po’ spaesata – e questo sì che è singolare, visto che io a Milano ci mettevo piede per la prima volta. Alla fine, è stata così gentile da offrirmi il caffè che forse non avrei mai preso – sul caffè il pregiudizio in me è forte assai! Chi dice che i milanesi sono sempre di fretta? Ci siamo salutate augurandoci sinceramente buona fortuna.
Sono questi gli episodi che mi confermano che è bello spostarsi con l’anima “ridotta” a pagina bianca, su cui scrivere ricordi inediti, che in nessun luogo è possibile trovar replicati.
Il mio ricordo di quel momento è unico e va ben al di là dei banali pregiudizi, che a maggior ragione non mi possono appartenere. Chissà se ogni tanto la signora ripensa a quando ha incontrato la ragazza strana, che diceva di essere napoletana, ma forse non è nemmeno italiana, e va pure in giro da sola in una città che non ha mai visto prima.
Bello, mi piace!
Anch’io del sud, a Milano ci ho lasciato un pezzo di cuore. Però se capiti in stazione o in metro all’ora di punta ti posso assicurare che vanno davvero tutti di fretta! Ah un consiglio per il caffè, se dovessi tornarci… Caffè Camparino in Galleria! Un signore milanese mi ha detto che è il più buono di tutta Milano!
Ciao Roberta! Beh, a dire il vero quando vado in agenzia di mattina sono anche io la tipica milanese ‘imbruttita” ahahah grazie per la chicca del caffè. A presto!
Premetto che esprimo solo il mio parere, ogni esperienza è diversa e che i pareri su questi argomenti sono spesso soggettivi.
Mi sento solo di dire la mia, in quanto viaggio(non per vacanza ma anche fermandomi per tempi medio lunghi) da quando ero un bambino.. quindi ho accumulato abbastanza esperienze diverse.
Riguardo la presunta freddezza dei milanesi? mah visto che è un argomento ampio, vorrei parlare più in generale nord-sud. Vorrei estendere la discussione se è possibile anche a estero-italia. è più facile fare esempi di culture completamente diverse, che fra citttà italiane.
Se devo essere sincero anche tutta questa socievolezza delle persone al sud di cui si parla sempre.. mi sembra un luogo comune. Ci sono persone molto socievoli al sud.. ma anche altre che non lo sono per niente. Per non parlare di quelli, distribuiti in tutta l’Italia che sono “apparentemente” socievoli, solo se “agisci come vogliono loro” oppure quelle che lo sono solo se “fai quello che si aspettano” quindi “per convenienza”..
Di quelli snob, in alcuni ambienti del ballo, che frequentano solo chi ha un aspetto simile al loro.. veste come loro.. insomma.. ci sarebbe da scrivere un libro.
Essere socievoli in senso generico è difficile da descrivere, bisogna vedere “chi” e “con chi” per analizzare nel dettaglio come si comportano le persone.
Esiste una grande varietà di italiani.. anche al sud.
Purtroppo italiani finti amiconi ma che cercano di fregarti, ne ho trovati anche all’estero. si facevano riconoscere subito. Appena le cose non vanno come vogliono loro(non ottengono quello che vogliono).. cambiano strada.
Io ho vissuto sia al nord che al sud italia,.. ormai se fai un viaggio in treno, almeno la maggior parte dei giovani, sono in comitiva o sono attaccati al cellulare. Non vedo enormi differenze.. tra Milano e altre zone del sud se devo essere sincero.
Come ad esempio fra Italia e altri paesi.
Almeno parlo nella socializzazione con estranei, nei luoghi pubblici, discoteche, locali.
Senza contare che in molte città del nord (io sono di Bologna per esempio) senti parlare più con accento del sud che locale.. quindi è vero che ci sono moltissime persone fredde asociali e con un livello di socievolezza pari a zero.. alcune addirittura maleducate.. ma spesso non sono nemmeno originari del luogo!. Sono persone che si sono inserite tanti anni fa..
Certe volte per trovare un bolognese sull’autobus bisogna fare una ricerca approfondita!
Nei locali:
La socievolezza che si trova dipende anche da “chi sei” “che aspetto fisico hai” “che ambiente frequenti” “ovviamente in parte dal carattere”. Impossibile fare paragoni che vadano bene per qualsiasi persona.
Se dovessi scegliere un popolo per la socievolezza(pura senza interessi di mezzo), con gli estranei al di fuori della comitiva, insomma gente con cui puoi fare amicizia andando da solo in un pub o chiedendo una informazione.. sceglierei fuori dal confine italiano. 1000 volte gli irlandesi.
In nessuna città italiana ho trovato gente così socievole con gli estranei. Ci ho vissuto. Dal primo giorno, dovevo andare in un luogo, ho chiesto una semplice informazione a una ragazza e mi ha accompagnato in macchina, chiamando addirittura una sua amica per venirla a prendere!
Ogni volta che prendo la nave da Holyhead, anche se viaggio da solo(o a volte con una amica), troviamo persone che mi invitano al tavolo a mangiare con loro. Sono solo degli esempi.. ma potrei farne 1000.
Nel treno bologna- ferrara per fare un esempio italiano.. vedi gente che gira tutto il treno per stare da sola.
Premetto che per essere socievoli intendo esserlo con persone mai viste, nei luoghi pubblici.
Molti persone che conosco, restano in Italia e dicono: mi trovo bene in Italia, noi siamo socievoli.. all’estero sono freddi… poi li vedi in Italia che escono per 20 anni con la stessa comitiva. (o amici presentati da amici, per non parlare delle squallide chat). Per non parlare del fatto che in treno e sui mezzi pubblici li vedi spesso attaccati al cellulare.
Voglio dire.. se fossero davvero tanto socievoli conoscerebbero più spesso gente nuova, sul treno.. nelle stazioni, negli autobus e nei luoghi pubblici.
Questo non è essere socievoli.
In generale.. In conclusione.. direi che quello dell’italiano socievole è un luogo comune secondo me. Ci sono persone più o meno socievoli come altrove(a parità di impegni di lavoro, tempo libero, etc…).
Con l’aggiunta del fatto che in Italia si esce maggiormente “in comitiva” che altrove.. A Dublino vedevo gente di tutte le età in giro, da soli nei locali.. (
In alcuni locali del sud tipo discoteche o lidi al mare ricordo che addirittura entravi solo se eri accoppiato! altrimenti ti lasciavano fuori. Esempio estremo opposto.
Uscire soli, che è poi la base per conoscere gente in maniera “non programmata”, lo vedo molto meno spesso in Italia(esclusi locali di ballo o latino americano frequentati da persone mature) al sud e nemmeno al nord.
Buongiorno! Le esperienze sono molto soggettive, dipende principalmente da chi incontri, più che dove. So che a Napoli, la mia città, succede quel che a te è capitato in Irlanda. È vero, tuttavia, che non siamo tutti così. D’altra parte, credo che si stia facendo l’errore di confondere l’essere socievoli con la capacità di instaurare un vero rapporto d’amicizia. Viaggio molto, ma non ho mai vissuto all’estero e, al momento, non ne ho affatto l’intenzione. Ascoltando l’esperienza di molte persone amiche che, per forza di cose, sono dovute andare via da qui, trovo che la loro più grande difficoltà con le persone, quelle del posto in cui ora vivono, consista proprio nell’impossibilità di instaurare una relazione d’amicizia più profonda. Insomma, non si va proprio al di là delle quattro chiacchiere sul più e il meno scambiate davanti a un boccale di birra. Non ci vuole molto, del resto, a sembrare allegri e simpatici per una serata: ognuno, poi, torna a casa propria. Coltivare un’amicizia è un’altra cosa e va molto più in là della mera compagnia di una bevuta. All’estero, che piaccia o no, questo restare sulla superficie del boccale è una tendenza piuttosto diffusa – esisteranno le rarissime eccezioni, senza dubbio, così come non è detto che non si riscontrino le stesse difficoltà anche in Italia. Ritorno quindi a dire che socievolezza e amicizia non vanno confuse, mentre i pregiudizi possono anche restar tali, per quel che mi riguarda: sempre e comunque chiacchiere da bar.
Buona giornata!
Mai confuso socievolezza con amicizia. Ovvio che siano due cose diverse.
Solo che essere socievoli in certi casi è la base per fare nascere una amicizia che non sia la “solita” per interesse o amici della comitiva.
La solita persona presentata perchè è amica di tizio.. perchè fa il lavoro “x”, eccetera.
L’esempio che facevo nell’altro messaggio.
Poi da una chiacchiera fuori può nascere una amicizia profonda o anche niente.. questo è perfettamente normale. è una delle cose belle della vita.
In ogni caso avere un maggior numero di rapporti sociali apre a possibilità, che in realtà molto chiuse, come alcuni paesi italiani, raramente si troverebbero.
Le persone, abituate a frequentare la comitiva o quasi sempre gli stessi, nemmeno sanno che quelle strade esistono o le rifiutano.
Restano nel loro “orticello” e magari gli va bene così. Sono anche scelte di vita.
In ogni caso, non parlavo ovviamente di amicizie sul boccale di birra.. ma di socievolezza in generale.
Nella nave o sul treno quasi nessuno beve birra, idem nelle strade e nei luoghi pubblici.. non ci vanno per socializzare o per bere. Succede per caso a volte. Sono normalissimi luoghi di viaggio, chi per lavoro.. chi per studio.. chi per i suoi motivi.
Essere socievoli significa parlare con l’estraneo anche senza avere sicurezze(che lavoro fa, chi è, mi serve a qualcosa?), in maniera molto spontanea. Avere la “curiosità” di conoscere l’altro che si siede vicino.
Anche solo per 4 chiacchiere è sempre meglio di un modo “programmato” in cui tutti parlano con qualcuno solo se hanno uno scopo.
Quello che ho visto in Irlanda si socializza ancora anche con gli estranei, in molte zone italiane si usa meno.
Ho vissuto anche in zone del sud, ma non è assolutamente la stessa cosa per il mio punto di vista(ovviamente soggettivo).
Soprattutto esistono meno barriere basate su parametri puramente superficiali, invece che ho notato più diffuse in alcune zone italiane.. ovviamente ci sono le eccezioni.
Per il resto se parliamo di amicizie durature, sia io che molti che conosco all’estero, ne abbiamo avute di più in Irlanda o altri paesi nordici che in Italia che ci sono nato. Quindi aprire questa parentesi va a favore proprio di quello di cui parlavo. (dal nostro punto di vista, altri diranno il contrario)
Anche in questo trovo positivo un tipo di approccio maggiormente usato in altri paesi. (sopravvive anche in alcune zone italiane ma non è diffuso come molte persone pensano.
Le amicizie che durano anche quando non hanno niente da “ottenere” da te.. puoi richiamarle anche dopo 2 anni che non vi sentite.
Ho 300 contatti italiani nel cellulare ma le amicizie si contano sulle dita.
Quindi non solo bisogna distinguere l’amicizia dalla socievolezza, ma soprattutto: distinguere amicizie “per scopo”, molto diffuse anche nelle comitive stesse.
Quella (più o meno pura) rimane anche se non ci sono “interessi particolari”. In questo modo si va a scremare molto di più.
Si parlava di gente chiusa.. quindi parlavo di socievolezza nel caso di Milano e di Bologna, sud nord..
Come dicevo la socievolezza è la base per poi poter costruire qualcosa di serio.. . amicizia, amore, quindi non sono la stessa cosa ma in molti casi sono cose collegate.
Persone come certi bolognesi che stanno tutto il giorno attaccati al cellulare, a chattare e con i soliti amici, difficilmente costruiranno amicizie durature ma nemmeno conoscenze e nemmeno chiacchiere da bar.
Il nulla assoluto (è un esempio estremo). Poi si lamentano se sono soli, ma un pochino se la cercano…
Ovviamente non voglio generalizzare, ho una famiglia, amici, avuto fidanzate e persone stupende in Italia, volevo solo fare un paragone.
In Italia (anche in diverse zone del sud) sono diffusissime le amicizie “per scopo”. Ti frequento perchè hai la macchina, perchè hai i soldi, perchè conosci la ragazza che mi piace, perchè spero nell’eredità etc.. a volte durano anche anni ma sono molto false. Molto peggio della socievolezza “da birreria”, che almeno non si basa su questo. Ovviamente non lo ammettono ma conosco mille persone che ragionano così.
Fanno anche alcuni film italiani(di serie Z) che parlano sempre di questo.. quindi è diventato un discorso culturale.
Quando vivevo in Germania ho trovato moltissimi italiani, campani, sardi, siciliani che volevano fregarmi fingendosi amiconi, ma poi si rivelavano per quello che erano..
Ovviamente non parlavo di “questo” tipo di socievolezza. La gente invadente non è socievole.. vuole solo imbrogliarti.
Bisogna stare attenti anche ai finti amici , ma se non li segui diventano proprio dei nemici.(in casi estremi)
Sarebbe lungo raccontare ma appena non ottengono quello che vogliono diventano (o quasi) dei nemici.
In altri paesi questa usanza esiste sicuramente, ma è meno usata. Se una persona non piace, non si lega con essa. Si allontanano, ma secondo me è mille volte più sincero, reale. Molto meglio la socievolezza per passare tempo o da birreria.. dell’amicizia che nasce “solo” per scopo e della falsa amicizia.
Anche dal punto di vista dell’amicizia pura, conosco moltissime persone alle quali è andata meglio all’estero che in patria.(dico solo quello che sento dai miei contatti, altri racconteranno il contrario come è normale che sia).
Per il resto:
Molte persone si lamentano all’estero, dicono che i nordici sono freddi.. ma si autoescludono. Conosco italiani che addirittura lavorano per anni nei ristoranti in Germania e poi non sanno parlare il tedesco, e poi si lamentano se non sono inclusi nella società.. sono ridicoli.
è come se uno pretendesse di parlare in russo in Italia e avere tanti amici.. e poi vanno a dire che i tedeschi sono freddi(è solo un esempio). Certi ragionamenti li vedo fare “solo” a italiani.
Conoscere un minimo la lingua locale(almeno a livello di comprensione) è necessario, non solo per parlare con qualcuno ma soprattutto capire cosa dicono gli altri.
I pregiudizi sono chiacchiere da bar a volte.. come quello degli italiani di alcune zone tutte socievoli che citavo io.. e smentivo con esempi opposti. Ma le differenze culturali esistono. Eccome!
Ovviamente come ho detto all’inzio non bisogna mai generalizzare.
Si trovano persone oneste e cattive dappertutto.. socievoli e antipatiche.. veri amici e falsi, lo dico sempre all’inizio di ogni discorso per evitare che qualcuno fraintenda.
Detto questo: ogni persona può fare una media delle persone socievoli, meno socievoli, delle abitudini culturali che ha trovato in un paese.. una città.. ovviamente non in 5 giorni. Ma se ci vive per anni.
Se in una città viene “mediamente” visto come “un disonore” parlare con gli estranei.. la maggior parte della gente si adegua(per esempio), soprattutto nei mezzi pubblici.
Ovviamente ogni parere deve basarsi su un numero alto di persone. Per esempio vivendo 10 anni in un paese si capiscono cose che chi ci rimane un giorno difficilmente vede.. ho avuto la fortuna di vivere in paesi diversi.
La differenza che ho notato tra italia e irlanda è che nella seconda trovi qualcuno che ti accompagna in macchina, sconosciuto, senza chiedere niente in cambio. Senza essere nemmeno appiccicoso(l’estremo opposto). Solo perchè gli hai chiesto una informazione!
Raramente questo lo vedo in Italia soprattutto in quegli ambienti nei quali a stento salutano il vicino. (o al contrario ci sono le persone troppo appiccicose che lo fanno per interessi e vogliono sapere tutto di tutti tipo alcune vicine di casa).
Parlo di gesti spontanei che non si identificano in nessuna di queste due categorie.
In ogni modo, ogni persona che ha una vita sociale attiva (non i soliti 4 amici al bar) può esprimere una opinione su chi ha trovato più socievole o meno, quali influenze culturali di un paese ama e quali no.. quali abitudini e quali no. Poi ci saranno sempre le eccezioni.. ma per esprimere un parere bisogna basarsi sulla maggior parte di quello che non solo tu (ma anche tutta le gente che hai conosciuto) hai visto.
Aggiungerei di non basarsi mai sul “sentito dire”, sui racconti di chi ha fatto solo una vacanza, ma andare a vivere in una città, almeno per qualche anno, per verificare con i propri occhi se alcune dicerie hanno un fondo di verità o sono totalmente infondate
Lo so che non hai confuso socievolezza e amicizia, ma quando sento lamentarsi gli altri – che si riferiscano ad altri paesi o altre città italiane -, capiscono che si lamentano della possibilità di stringere legami affettivi più profondi e sinceri. Personalmente, credo che le amicizie per interesse superficiali – quindi non-amicizie – esistano ovunque e mai mi sentirai affermare che un popolo è migliore di un altro: è statisticamente impossibile conoscere tutti, per cui è altrettanto impossibile esprimere giudizi in tal senso. Quel che sappiamo è che, per cultura, esistono popolazioni tendenzialmente più socievoli e accoglienti di altre. Concludo, tuttavia, affermando che gli italiani all’estero che parlano solo italiano e frequentano solo italiani sono ridicoli.