Oggi recensione di Itaca per sempre, di Luigi Malerba. Caro lettore, l’ho trovato un libro stupendo! Certo, io sono sempre stata “innamorata” di Ulisse e l’Odissea è sempre stato il poema epico preferito, vien da sé che la mia disposizione tende ad essere positiva. La recensione di Itaca per sempre è lunga: spero tu abbia la pazienza di leggerla. Questo è un libro che mi è piaciuto tanto e sul quale ho tanto da dire.
Itaca per sempre racconta esclusivamente del ritorno di Ulisse nella sua patria, Itaca per l’appunto, è quindi una riscrittura di Luigi Malerba di questo rientro. Come forse già sai, Ulisse impiegò circa 10 anni, tra varie peripezie, prima di poter tornare a casa, dopo aver combattuto a Troia per altri 10 anni. Ulisse rientra ad Itaca dopo quasi 20 anni di assenza, consapevole di trovare più di cinquanta uomini, i Proci, ad insidiare la sua casa e sua moglie Penelope.
Le particolarità di Itaca per sempre sono molte. Prima di tutto, la struttura narrativa: il racconto è fatto ora dal punto di vista di Ulisse, ora dal punto di vista di Penelope. Ogni episodio che accade nella casa del re di Itaca – che si fa riconoscere solo dal figlio, in principio – è narrato dalla prospettiva dell’uno e dell’altra poi.
Itaca per sempre non è semplicemente il racconto eroico del ritorno di Ulisse presso la propria dimora, piuttosto è la storia della ricostruzione della relazione tra marito e moglie. Da un certo punto di vista, è una storia d’amore più che di un ritorno eroico.
Il poema epico di abitua a figure di eroi tempestosi, impulsivi, a volte anche poco intelligenti nel loro impeto, coraggioso ma cieco. Ulisse si distingue per la propria astuzia ed è superiore agli altri eroi perché non si fa prendere dal furore: medita, mette a tacere il cuore pur di restare lucido e portare a compimento il proprio piano.
Ulisse quando rientra ad Itaca certo non perde la propria natura, ma accade qualcosa di inaspettato. Da uomo particolarmente intelligente è sempre portato a dubitare. Il dubbio è segno di intelligenza, finché è adottato come “metodo” per giungere alla verità delle cose; il dubbio è segno di incertezza quando è eccessivo.
In Itaca per sempre Ulisse diventa molto dubbioso. Tante domande si pone sulla donna amata: gli sarà stato fedele? ha ceduto ai Proci? lo riconoscerà? lo amerà ancora? Una cosa è certa: la vendetta colpirà i Proci ma se Penelope non lo riconoscerà, Ulisse riprenderà il viaggio.
Penelope, donna fedele per 20 anni, lo sa in cuor suo che Ulisse deve aver peregrinato assai, che deve aver conosciuto donne affascinanti, ma sa di essere ancora amata profondamente dal marito. Perché allora Penelope, fino all’ultimo momento, si rifiuta di ammettere che il mendicante che ha davanti a sé è Ulisse, pur avendolo riconosciuto istantaneamente?
Penelope sa che Ulisse è stato con altre donne – del resto, nel mondo greco questo era la norma – ma il marito le combina qualcosa di molto più grave: mette in dubbio la sua fedeltà verso di lui, non vuole rivelarsi da subito ma preferisce tenerla all’oscuro dei suoi piani.
Ulisse non nutre piena fiducia in Penelope, la quale sente di essere gravemente offesa più per questo che per altro. Si sente messa da parte, umiliata dall’uomo che ama perché ritenuta poco adatta a conoscere i suoi piani. Per Penelope questo è un vero e proprio affronto.
La lettura di Itaca per sempre, sul finire, è diventata per me torturante. Al pari di Penelope, non posso tollerare l’offesa di essere messa in dubbio proprio dove non pecco, non ammetto di non essere coinvolta in imprese importanti, non ammetto di non ricevere fiducia da chi dovrebbe, piuttosto, fidarsi ciecamente di me.
Itaca per sempre mi ha rapita. Le lacrime di Ulisse, mi hanno colpita molto: l’uomo del cavallo di Troia solo di fronte alla sua casa e alla sua famiglia cede. Tutte le lacrime mai versate prima salgono agli occhi di Ulisse senza controllo: il cuore cede, non ce la fa più.
Luigi Malerba ha fatto di Ulisse e Penelope due personaggi moderni, poco affini agli eroi e alle eroine omerici che siamo soliti conoscere. Questa modernità consiste nella complessità del loro modo di essere, nella complessità della ricostruzione della loro relazione. Dopo mille incertezze, dopo la rabbia e l’offesa, solo grazie al reciproco amore, i due coniugi riescono di nuovo a concedersi totalmente l’uno all’altra. La ricostruzione è dolorosa ma garantita dall’immutabilità di quanto è essenziale, nonostante i mille cambiamenti portati dai 20 anni di storia e di altrettanto dolorosa separazione.
Concludo questa lunghissima recensione, indicando l’ultimo elemento di modernità della riscrittura del ritorno di Ulisse ad Itaca: l’assoluta laicità. Non so se lo ricordi, ma Ulisse è il protetto della dea Athena, che nella versione originale permette al suo eroe di assumere l’aspetto da mendicante proprio allo scopo di ingannare i Proci.
In Itaca per sempre, per la prima volta, manca la presenza degli dei che, senza dubbio, ancora sono riconosciuti come i diretti responsabili delle disavventure di Ulisse, ma non per Penelope. Ella infatti ritiene responsabile solo ed esclusivamente il marito del suo peregrinare per altri 10 anni, prima del suo rientro. Gli dei non ci sono, sono muti: gli esseri umani iniziano a sentirsi soli e, assieme, totalmente fautori della loro fortuna.
Ulisse e Penelope sono molto più vicini a noi di quanto possiamo immaginare. Itaca per sempre: per sempre vero, per sempre nel mio cuore! Alla prossima,
Bruna (un po’ Penelope) Athena
bello, sembra un’interessante riscrittura!
Io l’ho adorato! Ho cercato di essere oggettiva, ma quando qualcosa ti prende l’animo è impossibile parlarne!
si nota 🙂 ! Proprio per questo è una bella recensione!
Fatta col cuore 😉
Pingback: bla bla blogger 18 giugno 2015 - Social-Evolution di Paola Chiesa
Conosci “Lontano da Itaca”, ovvero Ulisse dieci anni dopo il ritorno a Itaca?
Ciao Amalia, non lo conosco! Chi lo ha scritto?
È un libro di Franco Mimmi, ispirato a una poesia di Kavafis.
Come no! Conosco Franco Mimmi e forse è per questo che il titolo mi era un po’ familiare, ma non riuscivo ad attribuirlo ad un autore. Grazie!