Io non mi fido sempre delle recensioni dei libri, è più forte di me. Sarà perché non mi piace subire influenze esterne in nessuna mia scelta, nemmeno piccola; sarà per presunzione: così è.
Lo so, ti starai giustamente dicendo che sembra strano che allora io stessa scriva recensioni di libri, quando poi quelle degli altri non sono per me così rilevanti. Ecco, in realtà non è strano affatto: prima di tutto credo che sia più giusto parlare di commenti – non sono di certo una che fa recensioni libresche per professione – e, in secondo luogo, non ho detto che per me le recensioni altrui non siano rilevanti.
Ho voluto affermare una cosa molto diversa, un principio che per me vale sempre: l’opinione altrui mi serve per raccogliere informazioni, non è determinante per la mia decisione.
Ma sì, non è che prima dell’invenzione dei blog non si comprassero libri o non si prenotassero hotel: possiamo farlo tranquillamente senza consultare Anobii o TripAdvisor! Per quanto riguarda me, la recensione mi aiuta solo a conoscere meglio il libro che sto prendendo in considerazione: indicazioni generiche sulla trama, sullo stile, sul messaggio.
La decisione di leggere o meno un libro non dipende quasi mai da come un altro ne ha parlato: potrebbe parlarne bene oppure male, ma è sempre l’idea che me ne faccio che suscita in me una reazione, la quale a sua volta mi spinge a leggere oppure meno.
Le cose, in verità, sono molto semplici: la lettura per me è una passione, qualcosa che ha sempre fatto parte di me, un’attività di cui mi piace godere quando più lo desidero. L’acquisto e la lettura di un libro hanno poco a che vedere con la ragione: è una scelta di pancia.
Tu recensore puoi dirne quello che ti pare, se il contenuto di quell’oggetto che si chiama libro pizzica quella corda che è in me e questa inizia a vibrare, allora si accende quel desiderio irrefrenabile che tanto si soddisfa quando il libro è tra le mie mani e le lettere scure sono sotto ai miei occhi.
La passione ha sempre una componente fisica, quasi erotica: in altre parole, ha un qualcosa di chimico. La scelta di leggere o meno un libro è determinata dalla stimolazione di quell’idea, di quel valore, di quell’immagine a cui sei intimamente legato. Per me sarà l’amore, per te il problema sociale, per un altro la fede.
Ecco perché non posso ciecamente fidarmi dell’opinione, negativa o positiva, di un altro lettore: sarà stato pizzicato altrove, dove magari io sono insensibile.
Il mio desiderio di scrivere delle mie letture, così, altro non è che volontà di condividere sensazioni, pensieri, emozioni che un libro ha suscitato in me e non è mai intenzione di giudicare veramente. Può mai coincidere quello che io ho sentito con quello che l’autore ha sentito nello scrivere? Potrei mai io giudicare quello che è nella mente di chi scrive? Penso non possa, sarebbe profondamente ingiusto.
Buon proseguimento di navigazione,
Bruna Athena
Questo articolo è consigliato a tutti gli autori che ricevono una recenzione da 200 parole in croce. Grande Athena <3
Più che altro voglio spezzare una lancia a favore della propria facoltà di decidere al di là di influenze esterne. Credo che la lettura sia una di quelle attività che possa essere condotta “eticamente”: se leggere ti permette di accedere ad infiniti mondi allora il pregiudizio – è naturale che tutti ne abbiamo – è da combattere. Questo per me è necessario come è necessario che uno sportivo sappia fare squadra e sappia perdere. Di certo sono idealista! Grazie Annarita!
Grazie a te per l’articolo. È giusto leggere senza preconcetti.
*recensione
Che leggere una recensione serva soprattutto per “raccogliere informazioni”, sia su autori che già attraggono che su quelli che eventualmente potrebbero attrarre, sono d’accordo anch’io. Anzi, la funzione di una recensione dovrebbe essere proprio questa: esporre un parere personale corredato da tracce informative sul genere e la trama, meglio ancora se con piccoli estratti, per dare meglio l’idea dello stile narrativo. Poi capita anche a me, ogni tanto, di non leggere fino in fondo una recensione per il timore di farmi condizionare (anche se la curiosità spesso mi frega), per via appunto di quel “parere personale” di cui ho accennato prima, che a mio avviso deve comunque esserci in una recensione, altrimenti la stessa rischia di risultare troppo fredda, tecnica, insapore. Trovo invece molto utili le recensioni di testi che non conosco o che non avevo in mente di leggere, perché mi permettono di farmene almeno un’idea… Se poi mi convinco a leggerlo, quel libro, può dipendere in effetti anche dalle capacità del recensore, se è riuscito a pizzicarmi appunto quella corda (come hai giustamente scritto), anche se poi non è detto che a lettura ultimata se ne esca sempre appagati o convinti… Il fatto è che una lettura, per quanto decantata o criticata, fa sempre un effetto diverso ad ognuno di noi, fosse anche solo per una sfumatura, per un tema trattato, per il ruolo di un personaggio, per una riflessione che si è generata, ecc. ecc. La questione è più complessa di ciò che si pensa 😉
Sì è molto complessa! Grazie Alessandra!
Ciao Athena!
Mi trovi d’accordo con te. Ho smesso di leggere recensioni e di affidarmi all’istinto. La lettura, per me, è una questione di pancia. Elemosinare recensioni, così come farne, spesso è inutile. Nessuno proverà ma ciò che ha provato l’altro. Che senso avrebbe? Anche la parte tecnica la vedo abbastanza fuorviante: c’è il lettore che non guarda alle virgole, il grammarnazi che silura l’accento chiuso. La cosa più importante sarebbe fare rete con i libri che amiamo: dire perché li abbiamo amati, cosa ci hanno lasciato. Forse qualcun altro, che impara a conoscerci, saprà che può fidarsi del nostro istinto simile al suo. Altrimenti meglio scegliere dalla copertina: faremmo di certo meno danni.
Ciao Alessia! Esatto, devo studiarmi il “recensore” e capire se siamo sulla stessa linea. Naturalmente, quelli di cui ti fidi possono aiutarti a farti un’idea. Ad esempio, al di là dei generi letterari – non mi piace molto andare per generi – io diffido di quelli che sanno dire solo “è bellissimo” o ” è brutto”, vado a preferire quelli che motivano sempre le loro preferenze. Grazie per esser passata di qui!
Mi sa che sto rispondendo in diretta a quello che volevo dire sul tuo post…. 🙂