Le sorelle Soffici è un romanzo di Pierpaolo Vettori di cui ho sempre sentito parlar bene e mi son così tanto incuriosita che non ho resistito alla tentazione di leggerlo.
Rimanendo in “superficie”, Le sorelle Soffici è tutto a cavallo tra sogno e realtà. La vicenda della famiglia Soffici è tutta incentrata sulle due sorelle; la questione di Tangentopoli tocca la famiglia ma non troverai un racconto su questa faccenda. La storia ha il suo contesto, la sua collocazione nello spazio e nel tempo- storico, d’Italia: così pare.
Non lo è affatto, perché tu che leggi sei, in realtà, completamente immerso nello spazio/tempo di Veronica&Cecilia, le sorelle Soffici.
A questo punto mi sento in dovere di avvertirti che stai andando incontro ad una grande azione di spoiler da parte mia.
Ti do un avvertimento: Le sorelle Soffici è denso di colpi di scena, per cui puoi scegliere di fermarti qui e tornare quando l’avrai letto per scambiare due chiacchiere con me, altrimenti puoi continuare la lettura, sapere già cosa ti aspetta e tornare comunque a parlarne virtualmente con me, sempre che tu non l’abbia già letto. In questo ultimo caso, cosa aspetti a dirmi cosa ne pensi del libro?
Riprendo, dunque, il filo del discorso digitale: sei totalmente avvolto nella dimensione di Veronica&Cecilia. Già, Vettori è molto abile a farti entrare in apnea. Poi però ti fa tornare in superficie e la boccata d’aria che prendi ti fa girare la testa: troppo ossigeno in una sola volta.
Quando finalmente ti riprendi comprendi, finalmente, proprio tutto. Veronica non è una bambina, non sei in un mondo di “fantasia”- come se stessi leggendo una fiaba da un tuo libro d’infanzia: le immagini oniriche, a volte celestiali e a volte animalesche, grottesche, sono il frutto di una mente di rarissima intelligenza.
Certo, la bravura è quella dello scrittore ma nel romanzo la mente è quella di Veronica. Non posso dire se sia stato fatto apposta dall’autore: il nome “Veronica” significa letteralmente “Portatrice di Vittoria”e, infatti, Veronica è una ragazza- altro che bambina, è quasi maggiorenne- di un’intelligenza sopra la norma . Eppure, i suoi comportamenti ed atteggiamenti sono quelli che forse, attualmente, si definirebbero tipici di chi soffre di autismo– per quello che ne so di questo misterioso disturbo.
Veronica ha un mondo tutto suo, appunto la sua dimensione dello spazio e del tempo: Cecilia è solo frutto della sua immaginazione. La sorella minore che tanto ama non è mai esistita: incarna, tuttavia, l’eterna bambina che è in lei.
Veronica comprende perfettamente tutto, ha una fame di conoscenza inesauribile e un totale, radicale rifiuto dei compromessi della vita “normale”. Così preferisce starsene nella sua sfera e vivere come se fosse un’eterna bambina: non è il semplice non voler assumersi responsabilità, è solo il non saper cosa farsene della felicità come qualcuno o qualcosa la intende ed impone che tutti la intendano, la inseguano e la realizzino, tutti allo stesso modo.
Quando i fatti la costringono a fare i conti con una realtà inaccettabile, Veronica decide di collassare su stessa e chiudersi a chiave nel suo mondo fatto di angeli, morti che ritornano e personaggi letterari.
Le sorelle Soffici racconta una storia di profonda diversità: quella che si vive così a fondo da richiedere scelte estreme.
Ho apprezzato moltissimo questo romanzo: per la storia e, soprattutto, per il modo in cui è stata raccontata. La sensazione di apnea che regala è la cosa più bella. Non posso che affermare con convinzione che non vedo l’ora di poter leggere l’ultimo romanzo di Vettori.
Buona lettura,
Bruna Athena