Dopo l’ennesimo articolo che afferma, dati Istat alla mano, che in Italia si legge poco; dopo l’ennesimo articolo che svela il trucco per leggere 52 libri all’anno; dopo aver letto, dunque, per l’ennesima volta le solite cose, mi son detta che un post da chiacchiera sulla lettura ci stava.
Ormai lo sappiamo, le persone leggono sempre meno; colpa di Internt, sicuramente, e dei videogiochi. Sbagliato! Dall’articolo che ho letto oggi, emerge che quelli che leggono maggiormente sono soprattutto i più giovani. A me non capita mai di vederne, sarà evidentemente un caso o un’eccezione napoletana. Ad ogni modo, di fatto questo dato cosa fa comprendere?
Leggere è un passatempo impegnativo: questo suggerisce di importante ed è una cosa che a volte molti appassionati lettori dimenticano. Anche quando si legge il libro “leggero”, certamente leggere è più intenso del vedere un film e di fatto richiede più tempo.
“Chi ama leggere il tempo per farlo lo trova: sono tutte scuse!”
Chiacchiera da bacchettoni, da ipocriti talvolta. Voglio proprio sapere se puoi affermare se avete più o, quanto meno, lo stesso tempo per leggere da universitari o da lavoratori o da genitori rispetto a quanto ne avevate da scolari. Prendi la donna lavoratrice italiana media: la mattina alzati alla 6, preparati per uscire, sveglia i bambini e prepara loro per la scuola, rifai i letti, vai a lavoro, rientra il pomeriggio, vai a fare la spesa, prepara la cena, stira e lava i piatti. Vuoi dirmi che 100 libri all’anno li hai letti in metropolitana, mentre aspettavi i tuoi bimbi mentre erano in palestra o al catechismo- cioè, mentre facevi la spesa e preparavi la cena, magari passando l’aspirapolvere- e durante quei 10 minuti di autonomia prima di crollare sul cuscino?
Frottole. Chi legge veramente così tanto, ha altri ritmi: non ha il ritmo dei genitori di questi ragazzi che, tutto sommato, qualcosa leggono- in cartaceo, in ebook, è lo stesso- a quanto dicono i numeri.
Torniamo al punto di partenza: leggere è passatempo impegnativo, un’attività che richiede concentrazione e, sempre che non ci si dedichi costantemente a libri di 100 pagine o Piccoli Brividi, richiede del tempo che la normale vita lavorativa, familiare e coniugale tende, inevitabilmente, a ridurre sempre di più.
Per cui arrivo al punto che ancora più mi sta a cuore: chi è disposto a “sacrificarsi” per leggere, magari concedendosi quei 10 minuti in più la sera che sono 10 minuti in meno la mattina dopo, è solo chi è nato con una grande passione per la lettura. Di conseguenza: chiacchiera bacchettona ed ipocrita quella di chi dice che si impara a diventare lettori; non è vero: lettori si nasce, anche quando questa passione si manifesta tardi.
A me è venuta da bambina, ha subito una grande battuta d’arresto; la mia relazione con la lettura ha avuto una crisi lunga e grave- mi limitavo solo a comprare, mai a leggere- ma, visto che è vero amore, è rinata più forte di prima: lo è, anche se 100 libri all’anno non riesco a leggerli più.
Ah sì: l’importante è arricchirsi leggendo, non collezionare il numero!
Buon proseguimento di navigazione e di lettura,
Bruna “Athena”