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Jezabel, Irène Némirovsky

recensione di jezabel irene nemirovsky

Donna vulnerabile ed egoista, Gladys è la terribile madre raccontata da Irène Némirovsky nel breve romanzo Jezabel.

Jezabel è una figura femminile negativa, una madre degenere che fa la sua apparizione nell’opera di Racine. Anche Gladys Eysenach è terribile agli occhi di Bernard Martin, l’ultima vittima in Jezabel, romanzo di Irène Némirovsky.

Chi è Jezabel? Gladys Eysenach

Gladys è fredda e distaccata, sempre in viaggio per il mondo. Quando, dopo tanto girovagare, arriva a Londra, la donna acquisisce una consapevolezza, con la forza di un’epifania. Comprende di essere bella, affascinante e, grazie a tali qualità, votata alla felicità. Sa che può tenere un uomo in suo potere, desidera l’eterna giovinezza, ma non il vero amore: Gladys non vuole essere amata, vuole solo che gli uomini brucino di desiderio per lei.

Completamente offuscata dal desiderio di essere desiderata, Gladys non è che una donnicciola smaniosa di essere sempre al centro dell’attenzione e attorno a sé fa solo terra bruciata. Cresciuta con una madre poco presente e men che meno affettuosa, a sua volta non riesce a essere una buona madre. Al contrario, Gladys è in competizione anche con la giovane figlia, Marie Thérèse. Quest’ultima, nonostante l’età, è in grado di badare a sé e addirittura alla propria madre, ormai totalmente vocata alla missione di ingannare il tempo che passa, allontanare la vecchiaia e la morte.

Stando così le cose, la comparsa di Bernard Martin non poteva che essere un fulmine a ciel sereno, la scintilla che avrebbe fatto saltare in aria tutto. Il profondo disprezzo che Berdard nutre nei confronti di Gladys, fa salire alla superficie tutte la superficialità e la fragilità della donna, essere incapace di dare anche un solo grammo di affetto. Egoismo fatto persona, Gladys è una ladra di felicità. In fin dei conti, ella non è che l’ennesima vittima di una privazione: non ha mai conosciuto l’amore materno. Per questo Gladys non sa dare affetto, al massimo può manifestare finto sentimento e solo nella misura in cui le può far comodo.

Jezabel, Irène Némirovsky: considerazioni sul romanzo

Ai miei occhi, Gladys resta comunque immensamente colpevole, non solo e non tanto per l’omicidio di Bernard Martin. I “crimini” della donna sono tanti, uno fra questi è l’aver privato la sua stessa figlia di amore e considerazione – per fortuna, Marie Thérèse è profondamente diversa. Il più grande peccato di Gladys è l’aver condannato se stessa al “suicidio” psicologico e morale. La donna sa ciò che vuole e sa pure che c’è qualcosa di profondamente marcio nel suo voler essere desiderata a ogni costo. Fatta propria tale consapevolezza, non muove un dito per impedire che i desideri egoistici prendano il sopravvento sulla sua volontà. Forse sono troppo severa? Tendo a pensare che quando c’è coscienza, c’è anche possibilità di scelta. 

Jezabel è un libro che ha qualcosa di tremendo, che mi attrae e me ne fa piacere la trama, per così dire. Non mi ha convinta la forma, purtroppo. Irène Némirovsky è nota proprio per aver sdoganato in letteratura tematiche delicate, quasi taboo, come le forme di snaturato rapporto tra genitori e i figli. Una caratteristica dell’autrice è anche il suo modo di narrare le vicende con toni a volte fin troppo schietti e rudi, tanto da sembrare in certi casi un po’ “grezza”. Avrei apprezzato, per quel che riguarda Jezabel, riferimenti più approfonditi a proposito del rapporto di Gladys con la propria madre e con l’unica figura maschile che pare aver avuto reale importanza nella sua vita. Jezabel poteva dare molti altri spunti di riflessione ed essere un libro atroce ma, nello stesso tempo, molto raffinato.

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