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Recensione di Comincia una vita, Irene Lisboa

recensione comincia una vita

Comincia una vita, Irene Lisboa

Forse lo è stato un po’ per tutti: comincia una nuova vita quando usciamo dall’adolescenza e ci affacciamo alla giovinezza. A volte, l’ingresso in una nuova fase dell’esistenza si accompagna alla consapevolezza che qualcosa è cambiato o sta cambiando, in via definitiva. Questo è una parte di quel che Irene Lisboa fa emergere dal racconto autobiografico Comincia una vita, che riguarda esclusivamente l’infanzia e l’adolescenza dell’autrice portoghese.

L’autobriografia di Irene Lisboa

Comincia una vita non è l’intera autobiografia dell’autrice, ma riguarda solo la prima parte della sua vita. Tutto inizia dal momento in cui è costretta a lasciare la madre per essere accolta in casa del padre e della sua compagna. Irene è a tutti gli effetti una figlia illegittima, che il padre formalmente non riconoscerà mai, pur consentendole di vivere, assieme alla sorella, in casa propria. È una situazione familiare ambigua quella in cui vive la bambina: si vuol dare l’impressione che tutto sia regolare, ma ogni ordine è sovvertito. 

Irene passa l’infanzia nella grande casa di Lisbona della matrigna, durante l’inverno, e nell’immensa tenuta di campagna, durante l’estate. La famiglia – si fa per dire – è assistita da serve e lavoratrici, che l’autrice descrive quasi come se fossero frutto della sua fantasia: sono dei veri e propri personaggi. Sono donne seducenti, che il padre della bambina non può far a meno di corteggiare, brutte, povere e approfittatrici, donne sole. Irene stessa non sa ben definire cosa realmente è stato e cosa, invece, la sua mente ha trasformato nel tempo. Quel che ricorda molto bene è la quasi totale mancanza di affetto in cui ha vissuto per tanti anni, in parte trascorsi dei collegi.

Indago nella mia vita passata, la scuoto con curiosità, insieme alle circostanze che l’hanno scandita. Per me è una materia da esplorare con un interesse indicibile e inclassificabile. Tutto è rimasto a lungo assopito in me, in attesa di svegliarsi per poi naturalmente sparire per sempre.

Comincia una vita descrive l’infanzia e la prima adolescenza di Irene, caratterizzata dalla vicinanza di bizzarre figure umane e per lo più determinata da una sola significativa persona: il padre. Sono le azioni e i comportamenti di questo uomo libidinoso e dissipatore che determinano il futuro delle figlie.

L’autobiografia parziale di Irene Lisboa ha lo scopo di introdurre il lettore alle ragioni che hanno portato poi l’autrice a vivere nella necessità. A me che leggevo sembrava di assistere a una commedia, il cui epilogo di fatto fa da trampolino di lancio per una vita ben più difficile e “tragica”, in cui però si fa strada l’interesse per la letteratura. Pochi ma chiari sono i riferimenti alla scrittura e all’arte: si tratta di brevi e profonde riflessioni, che hanno stimolato la mia curiosità per gli scritti di Irene Lisboa, che non ho mai letto. Forse è anche per questo che Comincia una vita mi è sembrato quasi un romanzo? Vedremo! A presto.

 

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