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I vendicatori angelici, Karen Blixen

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I vendicatori angelici, Karen Blixen: storia di Lucan e Zosine e del loro piano di giustizia.

Ciao, oggi ti parlo del romanzo di Karen Blixen I vendicatori angelici. Questo è stato anche il primo libro dell’autrice che ho letto per intero, dato che in passato ho avuto sott’occhio solo qualche racconto. Karen Blixen è autrice di altri libri molto famosi, come La mia Africa e Il pranzo di Babette, ma se ho deciso di conoscerla meglio proprio attraverso la lettura di I vendicatori angelici è perché il titolo mi  attirava tantissimo. In che modo esseri angelici possono architettare un piano di vendetta? Quando si parla di vendetta mi eccito a mille, quindi dovevo scoprirne di più.

I vendicatori angelici: Lucan e Zosine

I vendicatori angelici è la storia di due amiche della stessa età, ma di estrazione sociale molto diversa: Lucan e Zosine. In seguito a una serie di avvenimenti, le due ragazze inglesi si trovano sole e senza casa, così accettano di trasferirsi in Francia presso la casa di un pastore e di sua moglie, in cambio di vitto, alloggio ed educazione.

Lucan e Zosine scoprono in maniera del tutto casuale che i due coniugi, Mr. Pennhallow e sua moglie, sono tutt’altro che persone pie e morigerate: sono i principali finanziatori di un mercato di schiave bianche. Zosine e Lucan sarebbero le loro vittime perfette, ma le ragazze comprendono ben presto che il piano dei Pennahallow è ben più subdolo e strutturato: le fanciulle servono per ripulire l’immagine e la reputazione della strana coppia Pennhallow agli occhi di tutto il paese.

Ti avviso, da qui si va di spoiler sfacciato – non posso farne a meno. Il piano dei Pennhallow salta miseramente, perché Zosine riesce a comprendere e in parte ad anticipare le mosse dei due esseri immondi, che a loro volta capiscano di esser stati smascherati dalle ragazze. I Pennhallow decidono di avviare il piano d’emergenza, per eliminare Zosine e Lucan, ma anche questo piano salta, e assieme alle loro teste. Tutto è bene quel che finisce bene: Lucan e Zosine si salvano e le loro vite hanno una svolta romantica inaspettata.

Come i vendicatori angelici attuano il loro piano

Il romanzo di Karen Blixen ha alcune delle qualità che caratterizzano i romanzi “romantici”, ma ha dalla sua una storia lercia fino al midollo e narrata lasciando che tensione e sospetto si insinuino nel lettore con molta lentezza. Un po’ troppa lentezza: bisogna aspettare un bel po’ prima che si arrivi al dunque. Dopo tante e tante pagine, varie parentesi idilliache e romantiche, dopo esserti chiesto cosa mai accadrà a Lucan e Zosine, finalmente si scopre il fattaccio. Soprattutto ti chiedi in che modo si vendicheranno le due innocenti creature.

I vendicatori angelici sono Lucan e Zosine, legate da un profondo e sincero affetto, molto diverse in personalità. Zosine è la mente scaltra, che comprende la realtà dei fatti e architetta il piano di vendetta. Non si accontenta di scappare dalla casa dei Pennhallow senza aver prima fatto giustizia. A malincuore, coinvolge Lucan nel suo progetto vendicativo, che grazie a un intervento esterno inaspettato viene portato a compimento, senza che le ragazze corrano pericoli. L’intervento di Olympia, la “mamma” nera di Zosine, è provvidenziale: senza di esso le ragazze sarebbero state spacciate.

Il ritorno di Olympia è fondamentale, ma di fatto è solo Lucan che porta a termine l’opera: Mr. Pennhallow preferisce togliersi la vita che accettare il perdono che Lucan invoca per la sua anima. Il momento più elevato del romanzo è quello in cui Mr. Pennhallow  svela se stesso e rivela la morte della coscienza buona tormentata dal senso di colpa.

Egli, invece, ha compiuto una scelta di vita ben precisa: ha scelto di liberarsi dagli scrupoli di coscienza, operando il male consapevolmente e senza nutrire alcun desiderio di ricevere misericordia. Ottenere il perdono da Lucan è un affronto che non può tollerare. 

Strano a dirsi, Zosine  si sente responsabile della morte dell’uomo e si convince di essere un’assassina. Lucan, la quale con una sola parola ha di fatto spinto un uomo abietto al suicidio, non prova alcun senso di colpa né rimorso.

I vendicatori angelici: questioni di coscienza

Tutto ciò mi fa davvero riflettere. Ne I vendicatori angelici, la coscienza della persona che nutre il sentimento di Giustizia/ Vendetta è certamente la più sofferente; la coscienza della persona che è estranea a certi sentimenti è serena. Bisogna concludere che il romanzo di Karen Blixen sia a suo modo edificante, quasi moraleggiante? Pennhallow, Zosine e Lucan posseggono coscienze diverse: la prima è demoniaca, la terza angelica. E la seconda? L’anima di Zosine soffre nel modo descritto da Pennhallow? Non mi piace ragionare in termini di bianco e nero, quando si parla di esseri umani.

La coscienza di Zosine è schiettamente umana: si nutre di amore, piacere e sentimenti di distruzione; s’appaga nella Giustizia, prova soddisfazione nella Vendetta; soffre e si danna, ma all’occasione sa cambiare e sopravvivere al misfatto.

Tenetevi tutto, non toglietemi Zosine! Con queste considerazioni, si chiude questa mega recensione del romanzo di Karen Blixen, che mi ha affascinata proprio perché mi ha dato da pensare. Non è un romanzo perfetto, nonostante quella tensione sotterranea che si avverte costantemente. Amo i romanzi romantici, ma l’espediente narrativo del deus ex machina (Olympia), le parentesi idilliache lo addolciscono troppo, mentre la conclusione a lieto fine è stucchevole e quasi contrasta con il picco della storia, che è nero che più nero non si può. Direi che è un romanzo leggermente sbilanciato, per quanto interessante – almeno per chi è attratto dalle storie di marcio e da questioni di coscienza, come lo sono io. A presto,

Bruna Athena

 

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