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L’importanza di essere triste: Inside Out, le emozioni al cinema

Non credo che questa mia recensione di Inside Out sia proprio originale: credo che tutti, chi più e chi meno, abbiamo pensato sostanzialmente le stesse cose. Inside Out è un cartone animato Disney e, come tutti i film Disney, è in teoria rivolto al pubblico dei più piccoli.

inside out recensione

Come capitava con i bei vecchi film Disney, Inside Out non credo che sia affatto adatto ai bambini: quello che comunica, attraverso avventure e situazioni divertenti, non credo sia comprensibile dai più piccini. Il bambino, al più, può trovare divertente qualche battuta, qualche peripezia di Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, ma poi niente più.

Non è certo roba da infanzia comprendere che esistono vari momenti della vita, che si accompagnano a sensazioni ed emozioni diverse, che i ricordi man mano sfumano nel tempo, si perdono e restano in pochi – i fondamentali. Bisogna crescere parecchio, prima di comprendere che così come si ha diritto di essere felici, si ha diritto di esser tristi. Perché senza tristezza il momento di gioia è un momento come un altro, perde di importanza.

inside out tristezza

Ma non è solo questo: una gioia imposta o cercata a tutti costi, è un’emozione che distorce la realtà, tende ad essere fasulla, instabile, vulnerabile ed è, infine, ottusa perché incapace di cogliere il fisiologico mutare delle cose. Sarà che sono un tipo malinconico, che ama la malinconia e i momenti di solitudine, ma trovo che l’importanza di essere triste sia fondamentale a prescindere: più della rabbia e della paura, fa da stimolo a cercare un equilibrio, è un modo per provare il sapore della caduta per risollevarsi.

Insomma, W la tristezza! Per questa intuizione anche poco in linea con le tendenze odierne, che ci vorrebbero felici in ogni caso, Inside Out è un film istruttivo, intelligente. Nulla da aggiungere alla simpatia dei personaggi, né all’originalità di chi ha pensato di rappresentare fisicamente la mente umana – a parer mio, nulla supera l’attività del sogno paragonata al cinema! Per una volta, un cartone animato è riuscito ad essere nel contempo leggero, divertente ma non demenziale, uno stimolo a riflettere. Spero che la sua visione abbia offerto l’occasione ai genitori che hanno accompagnato i propri figli a vederlo di spiegare loro l’importanza di essere equilibrati, di preservare, più che i sogni, i propri ricordi e la voglia di immaginare. Alla prossima,

Bruna Athena

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